La fotografia storica, sia essa scattata da un punto di ripresa terrestre oppure in quota da un velivolo, è una fonte molto utile per l’analisi geostorica. Tecniche diffuse, come la fotografia ripetuta, o meno note, come il filtraggio cartografico, possono aiutarci a ricostruire l’evoluzione dei paesaggi fisici e rurali dal XIX secolo fino a giorni nostri, soprattutto se esse sono integrate con lo studio di altre fonti proprie del metodo geostorico (fonti iconografiche, testuali, archeologiche, palinologiche, dendrologiche ecc.). L’utilizzo della fonte fotografica pone tuttavia due ordini di problemi: da un lato quello della preservazione, della catalogazione, della digitalizzazione e della fruibilità degli archivi fotografici sparsi per il paese; dall’altro lato quello della corretta interpretazione della fotografia, la cui apparente obiettività spesso cela una specifica intenzione e una specifica narrazione autoriale, figlia della cultura del suo tempo o dello scopo per cui la foto è stata originariamente scattata. Nell’ambito degli studi sulla forma urbana, sebbene si possa menzionare qualche tentativo di sfruttamento della fonte fotografica, essa non è ancora riuscita a ritagliarsi uno spazio di rilievo; può dunque essere interessante applicare i metodi adottati nella geografia storica ad una zona della città di Torino. L’area selezionata come caso studio è quella di Vanchiglia e Vanchiglietta, la cui storia recente e la cui collocazione ben si presta ad una analisi diacronica che si serva dei concetti propri della scuola di morfologia urbana di M.R.G. Conzen. Per studiare l’area sono dunque fondamentali anzitutto le fotografie aeree zenitali per lo studio della pianta urbana e del tessuto edilizio, integrate opportunamente con alcune carte storiche. Allo studio della pianta si affianca una analisi di maggior dettaglio basata sulla comparazione di fotografie con punto di ripresa terrestre scattate a distanza di decenni nello stesso luogo e con la medesima inquadratura.

L'uso della fotografia nella ricerca geostorica: un'applicazione all'analisi dinamica della morfologia urbana

GULLO, ANDREA
2021/2022

Abstract

La fotografia storica, sia essa scattata da un punto di ripresa terrestre oppure in quota da un velivolo, è una fonte molto utile per l’analisi geostorica. Tecniche diffuse, come la fotografia ripetuta, o meno note, come il filtraggio cartografico, possono aiutarci a ricostruire l’evoluzione dei paesaggi fisici e rurali dal XIX secolo fino a giorni nostri, soprattutto se esse sono integrate con lo studio di altre fonti proprie del metodo geostorico (fonti iconografiche, testuali, archeologiche, palinologiche, dendrologiche ecc.). L’utilizzo della fonte fotografica pone tuttavia due ordini di problemi: da un lato quello della preservazione, della catalogazione, della digitalizzazione e della fruibilità degli archivi fotografici sparsi per il paese; dall’altro lato quello della corretta interpretazione della fotografia, la cui apparente obiettività spesso cela una specifica intenzione e una specifica narrazione autoriale, figlia della cultura del suo tempo o dello scopo per cui la foto è stata originariamente scattata. Nell’ambito degli studi sulla forma urbana, sebbene si possa menzionare qualche tentativo di sfruttamento della fonte fotografica, essa non è ancora riuscita a ritagliarsi uno spazio di rilievo; può dunque essere interessante applicare i metodi adottati nella geografia storica ad una zona della città di Torino. L’area selezionata come caso studio è quella di Vanchiglia e Vanchiglietta, la cui storia recente e la cui collocazione ben si presta ad una analisi diacronica che si serva dei concetti propri della scuola di morfologia urbana di M.R.G. Conzen. Per studiare l’area sono dunque fondamentali anzitutto le fotografie aeree zenitali per lo studio della pianta urbana e del tessuto edilizio, integrate opportunamente con alcune carte storiche. Allo studio della pianta si affianca una analisi di maggior dettaglio basata sulla comparazione di fotografie con punto di ripresa terrestre scattate a distanza di decenni nello stesso luogo e con la medesima inquadratura.
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