Il vino nasce dalla fermentazione alcolica del succo d’uva innescata da alcuni lieviti presenti sulla buccia dell’acino, in grado di trasformare lo zucchero della polpa in alcol etilico e anidride carbonica. Al termine di questo processo, si ottiene una bevanda composta da una matrice molto complessa. In particolare, è il grappolo d’uva a contenere i principali “composti naturali” che, in seguito ai processi di vinificazione, verranno trasformati dando vita alle molteplici varietà di questa bevanda. In questo progetto di tesi, l’attenzione è stata rivolta in particolare ai composti fenolici, la cui presenza nel grappolo d’uva è molto ricca sia quantitativamente che qualitativamente. Il progresso tecnologico e lo sviluppo di nuovi strumenti analitici nel campo della Cromatografia Liquida (LC) e Cromatografia Liquida ad Alta Prestazione (HPLC) sono stati ampiamente sfruttati per caratterizzare i polifenoli presenti nel vino. Questi ultimi, dal punto di vista chimico, rientrano nella classe dei metaboliti secondari e sono caratterizzati da un’elevata variabilità strutturale, essendo ricchi di centri chirali e differenti gruppi funzionali che ne determinano una specifica attività. Inoltre, questi composti sono importanti per le loro attività biologiche, in quanto proteggono l’organismo da radiazioni ultraviolette o da aggressioni da parte di agenti patogeni. I polifenoli vengono distinti in: flavonoidi e non flavonoidi. I flavonoidi sono molecole caratterizzate da una struttura chimica composta da 15 atomi di carbonio e, a loro volta, vengono suddivisi in sei sottoclassi principali: isoflavoni, flavoni, flavonoli, flavanoli, flavanoni e antocianine. Essi sono associati di solito a uno zucchero, formando dei glicosidi. Al contrario, i non flavonoidi sono una classe di molecole che presentano strutture eterogenee: tra i composti principali ci sono gli acidi fenolici caratterizzati da un unico anello benzenico. I principali polifenoli presenti nel vino sono: le antocianine (nelle uve a bacca nera e quindi nei vini rossi), i flavanoli e i derivati stilbeni. Lo scopo di questo progetto è stato quello di valutare e caratterizzare la composizione fenolica di tre vitigni italiani a bacca bianca, provenienti da cultivar diversi e raggruppati nella regione Piemonte, in particolare nelle zone del Roero, del Canavese e dell’Alessandrino. I composti analizzati rientrano nelle classi dei flavonoidi e dei non flavonoidi. I flavonoidi studiati vengono raggruppati sotto il nome di flavanoli e flavonoli. Essi comprendono: (+)catechina, (-)epicatechina, (-)epigallocatechina, (-)epigallocatechina gallata, (-) epicatechina gallata e la quercetina aglicone. Per i non flavonoidi, invece, essendo gli acidi fenolici le molecole a maggiore interesse, lo studio è stato indirizzato sulla determinazione del composto più abbondante, l’acido gallico. La trattazione dei dati ottenuti è stata condotta attraverso la generazione e interpretazione di boxplot utilizzando l’interfaccia Rstudio del software R e il pacchetto ‘ggplot2’. L’interpretazione statistica dei dati è stata condotta mediante l’analisi con ANOVA – test di Tukey e l’analisi delle componenti principali (PCA).
Determinazione della composizione fenolica di vini bianchi Piemontesi
BERTOLINO, MARTINA
2021/2022
Abstract
Il vino nasce dalla fermentazione alcolica del succo d’uva innescata da alcuni lieviti presenti sulla buccia dell’acino, in grado di trasformare lo zucchero della polpa in alcol etilico e anidride carbonica. Al termine di questo processo, si ottiene una bevanda composta da una matrice molto complessa. In particolare, è il grappolo d’uva a contenere i principali “composti naturali” che, in seguito ai processi di vinificazione, verranno trasformati dando vita alle molteplici varietà di questa bevanda. In questo progetto di tesi, l’attenzione è stata rivolta in particolare ai composti fenolici, la cui presenza nel grappolo d’uva è molto ricca sia quantitativamente che qualitativamente. Il progresso tecnologico e lo sviluppo di nuovi strumenti analitici nel campo della Cromatografia Liquida (LC) e Cromatografia Liquida ad Alta Prestazione (HPLC) sono stati ampiamente sfruttati per caratterizzare i polifenoli presenti nel vino. Questi ultimi, dal punto di vista chimico, rientrano nella classe dei metaboliti secondari e sono caratterizzati da un’elevata variabilità strutturale, essendo ricchi di centri chirali e differenti gruppi funzionali che ne determinano una specifica attività. Inoltre, questi composti sono importanti per le loro attività biologiche, in quanto proteggono l’organismo da radiazioni ultraviolette o da aggressioni da parte di agenti patogeni. I polifenoli vengono distinti in: flavonoidi e non flavonoidi. I flavonoidi sono molecole caratterizzate da una struttura chimica composta da 15 atomi di carbonio e, a loro volta, vengono suddivisi in sei sottoclassi principali: isoflavoni, flavoni, flavonoli, flavanoli, flavanoni e antocianine. Essi sono associati di solito a uno zucchero, formando dei glicosidi. Al contrario, i non flavonoidi sono una classe di molecole che presentano strutture eterogenee: tra i composti principali ci sono gli acidi fenolici caratterizzati da un unico anello benzenico. I principali polifenoli presenti nel vino sono: le antocianine (nelle uve a bacca nera e quindi nei vini rossi), i flavanoli e i derivati stilbeni. Lo scopo di questo progetto è stato quello di valutare e caratterizzare la composizione fenolica di tre vitigni italiani a bacca bianca, provenienti da cultivar diversi e raggruppati nella regione Piemonte, in particolare nelle zone del Roero, del Canavese e dell’Alessandrino. I composti analizzati rientrano nelle classi dei flavonoidi e dei non flavonoidi. I flavonoidi studiati vengono raggruppati sotto il nome di flavanoli e flavonoli. Essi comprendono: (+)catechina, (-)epicatechina, (-)epigallocatechina, (-)epigallocatechina gallata, (-) epicatechina gallata e la quercetina aglicone. Per i non flavonoidi, invece, essendo gli acidi fenolici le molecole a maggiore interesse, lo studio è stato indirizzato sulla determinazione del composto più abbondante, l’acido gallico. La trattazione dei dati ottenuti è stata condotta attraverso la generazione e interpretazione di boxplot utilizzando l’interfaccia Rstudio del software R e il pacchetto ‘ggplot2’. L’interpretazione statistica dei dati è stata condotta mediante l’analisi con ANOVA – test di Tukey e l’analisi delle componenti principali (PCA).File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/55823