Con la riduzione della disponibilità della manodopera forestale e l’aumento dei costi della stessa, il passaggio al lavoro meccanizzato è visto come una soluzione inevitabile, consentendo rispetto all’abbattimento e l’allestimento con motosega, un notevole incremento della produttività del lavoro ed una maggiore ergonomia e sicurezza per l’operatore. Il percorso per giungere ad un lavoro completamente meccanizzato, risulta essere lungo ed economicamente oneroso, di conseguenza si cercano soluzioni provvisorie e a basso investimento, adottando, per esempio, macchine generiche quali gli escavatori per il movimento terra. L’obiettivo principale del presente lavoro è stato quello di analizzare le potenzialità e i limiti dell’impiego degli escavatori in ambito forestale attraverso lo studio della produttività del lavoro, i consumi di combustibile e i costi di reintegrazione e manutenzione. La produttività del lavoro risulta essere direttamente proporzionale alla potenza (kW) e alla massa operativa degli escavatori operanti in popolamenti artificiali. Inoltre, la produttività risulta essere direttamente proporzionale anche con l’apertura dei bracci dell’attrezzatura forestale montata sull’escavatore, indifferentemente dalla tipologia di popolamento. Mentre per gli escavatori che operano in bosco la produttività è legata al diametro medio degli assortimenti movimentati. Per quanto riguarda i consumi, in entrambi gli ambienti si è notato come ci sia correlazione sia con la massa operativa sia con la potenza degli escavatori, ma nei popolamenti artificiali la funzione che lega i diversi fattori è crescente, mentre in quelli naturali risulta essere decrescente. In merito ai prezzi si è notato come essi sono legati alla massa operativa, con un valore indicativo di 1000€/quintale. Per i costi, invece, calcolate le quote di reintegrazione e manutenzione interna, si è ottenuto un valore di circa 4.18€/h, mentre se quest’ultima avviene esternamente il costo raddoppia. In aggiunta è necessario tenere in considerazione il costo per la movimentazione di queste macchine tra i diversi cantieri. Gli escavatori maggiormente impiegati hanno masse operative comprese tra 80 e 160 q.li, girosagoma e dotati di cingoli industriali. In conclusione l’escavatore risulta essere un buon compromesso per il passaggio alla meccanizzazione spinta avendo buone produttività, costi di acquisto e manutenzione non elevati come le macchine dedicate ed offrendo anche una buona rete di assistenza. L’escavatore in aggiunta può essere impiegato per altre operazioni non strettamente forestali, riducendo ulteriormente i costi fissi legati alla macchina.
Utilizzo ed operatività dell'escavatore in campo forestale
BERTONE, FEDERICO
2021/2022
Abstract
Con la riduzione della disponibilità della manodopera forestale e l’aumento dei costi della stessa, il passaggio al lavoro meccanizzato è visto come una soluzione inevitabile, consentendo rispetto all’abbattimento e l’allestimento con motosega, un notevole incremento della produttività del lavoro ed una maggiore ergonomia e sicurezza per l’operatore. Il percorso per giungere ad un lavoro completamente meccanizzato, risulta essere lungo ed economicamente oneroso, di conseguenza si cercano soluzioni provvisorie e a basso investimento, adottando, per esempio, macchine generiche quali gli escavatori per il movimento terra. L’obiettivo principale del presente lavoro è stato quello di analizzare le potenzialità e i limiti dell’impiego degli escavatori in ambito forestale attraverso lo studio della produttività del lavoro, i consumi di combustibile e i costi di reintegrazione e manutenzione. La produttività del lavoro risulta essere direttamente proporzionale alla potenza (kW) e alla massa operativa degli escavatori operanti in popolamenti artificiali. Inoltre, la produttività risulta essere direttamente proporzionale anche con l’apertura dei bracci dell’attrezzatura forestale montata sull’escavatore, indifferentemente dalla tipologia di popolamento. Mentre per gli escavatori che operano in bosco la produttività è legata al diametro medio degli assortimenti movimentati. Per quanto riguarda i consumi, in entrambi gli ambienti si è notato come ci sia correlazione sia con la massa operativa sia con la potenza degli escavatori, ma nei popolamenti artificiali la funzione che lega i diversi fattori è crescente, mentre in quelli naturali risulta essere decrescente. In merito ai prezzi si è notato come essi sono legati alla massa operativa, con un valore indicativo di 1000€/quintale. Per i costi, invece, calcolate le quote di reintegrazione e manutenzione interna, si è ottenuto un valore di circa 4.18€/h, mentre se quest’ultima avviene esternamente il costo raddoppia. In aggiunta è necessario tenere in considerazione il costo per la movimentazione di queste macchine tra i diversi cantieri. Gli escavatori maggiormente impiegati hanno masse operative comprese tra 80 e 160 q.li, girosagoma e dotati di cingoli industriali. In conclusione l’escavatore risulta essere un buon compromesso per il passaggio alla meccanizzazione spinta avendo buone produttività, costi di acquisto e manutenzione non elevati come le macchine dedicate ed offrendo anche una buona rete di assistenza. L’escavatore in aggiunta può essere impiegato per altre operazioni non strettamente forestali, riducendo ulteriormente i costi fissi legati alla macchina.File | Dimensione | Formato | |
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