According to some authors, war is an anachronism, an obsolete method of dispute resolution; the world and international relations are gradually destined to become peaceful. Wars have not disappeared, nor will they disappear completely from the horizon of international relations, but the idea of a great generalised war, a major war, has partially disappeared in the collective imagination. Several philosophers, political scientists and sociologists, especially since the end of the 18th century, have addressed the issue of the obsolescence of war. After talking about the way war has changed over the centuries, the paper begins, according to a chronological principle, with an analysis of Kant's thought in “Perpetual Peace: A Philosophical Sketch” (1795), continues with “The Great Illusion. A Study of the Relation of Military Power to National Advantage” (1909-1910) by Norman Angell and then with Schumpeter's “The Sociology of Imperialisms” (1919). In the same period prior to the First World War, a voice was raised in opposition to the views of the previously mentioned authors: that of Lenin in “Imperialism, the Highest Stage of Capitalism” (1917). In the conclusion, after briefly mentioning two more recent writings on the obsolescence of war, John Mueller's “Retreat from Doomsday: the Obsolescence of Major War” (1989) and Francis Fukuyama's “The End of History and the Last Man” (1992), I questioned the obsolete war thesis itself because, in the reality of the facts, this thesis represents a vain hope rather than a concrete and feasible prospect. Indeed, the ongoing conflict between Russia and Ukraine taking place on the international stage makes war appear as anything but a relic of the past or something now anachronistic. Reflecting on the obsolescence of war is, however, relevant: it could provide the basis for future hypotheses on alternative methods through which to achieve one's goals and to settle disputes, or to understand whether a more intensive and generalised use of force can be expected.
La guerra è, secondo il parere di alcuni autori, un anacronismo, un metodo ormai obsoleto di risoluzione delle controversie; il mondo e le relazioni internazionali sono destinate, gradualmente, a pacificarsi. Le guerre non sono sparite né spariranno completamente dall’orizzonte delle relazioni internazionali, ma è parzialmente tramontata nell’immaginario collettivo l’idea di una grande guerra generalizzata, di una major war. Vari filosofi, politologi e sociologi, in particolare a partire dalla fine del XVIII secolo, hanno affrontato il tema dell’obsolescenza della guerra. Dopo una digressione sul mutamento della natura della guerra nel corso dei secoli, lo scritto comincia, secondo un principio cronologico, con l’analisi del pensiero di Kant in Per la pace perpetua (1795), per poi continuare con La grande illusione. Studio sulla potenza militare in rapporto alla prosperità delle nazioni (1909-1910) di Norman Angell e con Sociologia degli imperialismi (1919) di Schumpeter. Ho, successivamente, sottolineato che nello stesso periodo antecedente al Primo conflitto mondiale, una voce si levava in opposizione alle opinioni degli autori precedentemente citati: quella di Lenin in L’imperialismo fase suprema del capitalismo (1917). Nella conclusione, dopo aver fatto dei brevi cenni riguardo a due scritti più recenti riguardo all’obsolescenza delle guerra, Retreat from Doomsday: the obsolescence of Major War (1989) di John Mueller e La fine della storia e l’ultimo uomo (1991) di Francis Fukuyama, ho messo in discussione la tesi della guerra obsoleta poiché, nelle realtà fattuale, tale tesi risulta una speranza vana, anziché una prospettiva concreta e realizzabile. Il conflitto tra Russia e Ucraina che si sta verificando sullo scenario internazionale fa, infatti, apparire la guerra come tutt’altro che un relitto del passato o qualcosa di ormai anacronistico. Riflettere sul tema dell’obsolescenza della guerra risulta, tuttavia, rilevante: potrebbe costituire la base di partenza per future ipotesi su metodi alternativi tramite cui conseguire i propri obiettivi e risolvere le controversie oppure per capire se ci si possa attendere un ricorso generalizzato e più intenso all’uso della forza.
L'obsolescenza della guerra. Prospettiva concreta o utopistica?
GARANZINI, MARTINA
2021/2022
Abstract
La guerra è, secondo il parere di alcuni autori, un anacronismo, un metodo ormai obsoleto di risoluzione delle controversie; il mondo e le relazioni internazionali sono destinate, gradualmente, a pacificarsi. Le guerre non sono sparite né spariranno completamente dall’orizzonte delle relazioni internazionali, ma è parzialmente tramontata nell’immaginario collettivo l’idea di una grande guerra generalizzata, di una major war. Vari filosofi, politologi e sociologi, in particolare a partire dalla fine del XVIII secolo, hanno affrontato il tema dell’obsolescenza della guerra. Dopo una digressione sul mutamento della natura della guerra nel corso dei secoli, lo scritto comincia, secondo un principio cronologico, con l’analisi del pensiero di Kant in Per la pace perpetua (1795), per poi continuare con La grande illusione. Studio sulla potenza militare in rapporto alla prosperità delle nazioni (1909-1910) di Norman Angell e con Sociologia degli imperialismi (1919) di Schumpeter. Ho, successivamente, sottolineato che nello stesso periodo antecedente al Primo conflitto mondiale, una voce si levava in opposizione alle opinioni degli autori precedentemente citati: quella di Lenin in L’imperialismo fase suprema del capitalismo (1917). Nella conclusione, dopo aver fatto dei brevi cenni riguardo a due scritti più recenti riguardo all’obsolescenza delle guerra, Retreat from Doomsday: the obsolescence of Major War (1989) di John Mueller e La fine della storia e l’ultimo uomo (1991) di Francis Fukuyama, ho messo in discussione la tesi della guerra obsoleta poiché, nelle realtà fattuale, tale tesi risulta una speranza vana, anziché una prospettiva concreta e realizzabile. Il conflitto tra Russia e Ucraina che si sta verificando sullo scenario internazionale fa, infatti, apparire la guerra come tutt’altro che un relitto del passato o qualcosa di ormai anacronistico. Riflettere sul tema dell’obsolescenza della guerra risulta, tuttavia, rilevante: potrebbe costituire la base di partenza per future ipotesi su metodi alternativi tramite cui conseguire i propri obiettivi e risolvere le controversie oppure per capire se ci si possa attendere un ricorso generalizzato e più intenso all’uso della forza.File | Dimensione | Formato | |
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