Operazione Antica Babilonia. La missione italiana in Iraq

The following paper will focus precisely on the Ancient Babylon mission, with a spacious connotation in terms of the topics covered, which will, however, leave out the more tactical aspects of the Operation. I therefore did not want to focus only on a single aspect, deepening it in detail, but to give an overview of the mission to fully understand the Italian contribution in Iraq. My choice was dictated by the fact that I found in the authoritative existing sources an exclusive concentration on some specific aspects of the mission - such as the numerous works of Professor Coticchia, which analyze the problems and the political-social opinions regarding the mission; the specific defense papers on tactical aspects; the numerous writings, journalistic and otherwise, on the Nassiriya attack; the war diaries - and a lack of documents that analyzed, instead, in a single text, the entirety of the Operation. The focus was therefore placed on what we now identify as Cognitive Warfare or "propaganda warfare", focusing on the connections that exist between parliamentary debate, public opinion and field operations. Considerable importance has been given to the evolution of the national military instrument, to understand how the Italian martial component has been able to modify its structure and its components to adapt to the nature of the new wars of the 21st century, and to study how these changes have had significant effects on the operational level. The focus was then placed on the staff sent to the Middle East, in order to highlight the importance of the joint composition. Specifically, joint operations guarantee superiority in the domain of competence of the Armed Force, while enhancing the ability of the individual components to operate in a coordinated manner and highlighting how a joint operation is more complete in the results of a single service operation. The CIMIC component was fundamental in this joint process, which concluded, thanks to civil and military collaboration, important reconstruction projects. Finally, the document briefly illustrates the Nassiriya attack of November 12, 2003, in which nineteen Italians lost their lives. The intent of the paragraph is not to describe in detail the events that characterized that tragic date, but to investigate the implications that the attack caused, both on a strategic and propaganda level: first of all the disconcerting death of fellow countrymen in a mission "Humanitarian", which highlights the discrepancy between reality and rhetoric; secondly, the critical issues, which have already emerged previously, regarding the security of the contingent and its level of equipment.

Il seguente paper si focalizzerà proprio sulla missione Antica Babilonia, con una connotazione spaziosa in quanto ad argomenti trattati, che tralascerà, però, gli aspetti più tattici dell’Operazione. Non ho voluto quindi concentrarmi solamente su un unico aspetto approfondendolo nel dettaglio ma dare una panoramica della missione per comprendere in toto il contributo italiano in Iraq. La mia scelta è stata dettata dal fatto di aver riscontrato nelle autorevoli fonti esistenti una concentrazione esclusiva su alcuni aspetti specifici della missione - come ad esempio i numerosi lavori del Professor Coticchia, che analizzano le problematiche e le opinioni politico-sociali nei confronti della missione; i paper specifici della Difesa sugli aspetti tattici; i numerosi scritti, giornalistici e non, sull’attentato di Nassiriya; i diari di guerra - e una carenza di documenti che analizzavano, invece, in un unico scritto, la totalità dell’Operazione. L’attenzione è stata quindi posta su quella che oggi identifichiamo come Cognitive Warfare o “guerra propagandistica”, focalizzandomi sulle connessioni esistenti tra il dibattito parlamentare, l’opinione pubblica e le operazioni sul campo. Notevole importanza è stata data all’evoluzione dello strumento militare nazionale, per comprendere come la componente marziale italiana sia stata capace di modificare la sua struttura e le sue componenti per adattarsi alla natura delle nuove guerre del XXI secolo, e per studiare come tali cambiamenti abbiano avuto effetti rilevanti sul piano operativo. Il focus è stato poi posto sull’organico inviato in Medio Oriente, al fine di evidenziare l’importanza della composizione interforze. Nello specifico le joint operations garantiscono la superiorità nel dominio di competenza della Forza Armata, esaltando allo stesso tempo le capacità delle singole componenti di operare in maniera coordinata ed evidenziando come un’operazione interforze sia più completa nei risultati di un’operazione single service. Fondamentale è stata, in questo processo joint, la componete CIMIC che ha concluso, grazie alla collaborazione civile e militare, importanti progetti di ricostruzione. Il documento, infine, illustra brevemente l’attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003, a causa del quale diciannove italiani persero la vita. L’intento del paragrafo non è descrivere nel dettaglio le vicende che caratterizzarono quella tragica data, ma è approfondire i risvolti che l’attentato ha causato, sia sul piano strategico, sia sul piano propagandistico: in primis la morte sconcertante di connazionali in una missione “umanitaria”, che evidenzia la discordanza tra realtà e retorica; in secondo luogo le criticità, già precedentemente emerse, in seno alla sicurezza del contingente e al suo livello di equipaggiamento.