Il testo ha come oggetto di studio, nello specifico, il confronto tra l'istituto di probation penitenziaria della misura alternativa dell'affidamento in prova al servizio sociale e l'istituto di probation giudiziale della messa alla prova per gli imputati adulti. Il 28 aprile 2014 è stata emanata la Legge n. 67, la quale istituisce ed inserisce nel Codice Penale la misura della messa alla prova, stabilendo la possibilità di sospendere il processo penale su richiesta dell'interessato. L'obiettivo è quello di analizzare come l'introduzione di tale Legge abbia apportato modifiche nel nostro sistema penale e nell'esecuzione delle pene e di analizzarla in un'ottica di confronto con l'alternativa alla detenzione dell'affidamento in prova al servizio sociale, storicamente la misura che gli assistenti sociali degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna gestiscono in maniera più numerosa. Nel primo capitolo si presenta il quadro giuridico del sistema penale italiano, con un inquadramento sulle diverse misure alternative alla detenzione e sulla riforma dell'Ordinamento penitenziario del 1975. È in questo contesto, al fine di realizzare lo scopo risocializzante della pena, che si inserisce formalmente il servizio sociale all'interno del sistema penitenziario. Inoltre, si avrà modo di analizzare il recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2015, n. 84, il quale costituisce la Riforma del Ministero della Giustizia, introducendo rilevanti novità. Con l'adozione di tale Decreto, gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna, fino ad allora facenti parte dell'Amministrazione Penitenziaria, vengono inseriti nel nuovo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. Segue, dunque, un iter sulla storia, sul ruolo e le funzione di tali Uffici e del servizio sociale del settore penale-penitenziario degli adulti. Nel secondo e nel terzo capitolo si è avuto modo di focalizzare l'attenzione sulle due misure prese in esame; l'affidamento in prova al servizio sociale ordinario e gli affidamenti speciali e, di seguito, la misura della sospensione del procedimento con messa alla prova. L'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna è l'attore protagonista deputato per la gestione delle due misure, il quale, in particolare per la messa alla prova, è chiamato dal Giudice ad elaborare un programma di trattamento in collaborazione con l'interessato. Come si vedrà più avanti, i numeri delle richieste di concessione di messa alla prova sono stati tumultuosi e si è dunque sentita la necessità, mediante un progetto di ricerca, di esplorare e analizzare i fascicoli degli imputati che hanno usufruito della misura e dei relativi programmi di trattamento elaborati dai diversi assistenti sociali che operano all'Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Torino. Nell'ultimo capitolo si è analizzato il ruolo del servizio sociale della Giustizia. Obiettivo perseguito è l'individuazione dei compiti e del ruolo del professionista nell'ambito delle misure prese in esame e in particolare l'analisi delle modifiche introdotte dall'istituto della messa alla prova nel lavoro dell'assistente sociale, in termini di prassi operative e di metodo professionale.
Probation penitenziaria e giudiziale: il ruolo del servizio sociale della Giustizia
VOCISANO, CHIARA
2016/2017
Abstract
Il testo ha come oggetto di studio, nello specifico, il confronto tra l'istituto di probation penitenziaria della misura alternativa dell'affidamento in prova al servizio sociale e l'istituto di probation giudiziale della messa alla prova per gli imputati adulti. Il 28 aprile 2014 è stata emanata la Legge n. 67, la quale istituisce ed inserisce nel Codice Penale la misura della messa alla prova, stabilendo la possibilità di sospendere il processo penale su richiesta dell'interessato. L'obiettivo è quello di analizzare come l'introduzione di tale Legge abbia apportato modifiche nel nostro sistema penale e nell'esecuzione delle pene e di analizzarla in un'ottica di confronto con l'alternativa alla detenzione dell'affidamento in prova al servizio sociale, storicamente la misura che gli assistenti sociali degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna gestiscono in maniera più numerosa. Nel primo capitolo si presenta il quadro giuridico del sistema penale italiano, con un inquadramento sulle diverse misure alternative alla detenzione e sulla riforma dell'Ordinamento penitenziario del 1975. È in questo contesto, al fine di realizzare lo scopo risocializzante della pena, che si inserisce formalmente il servizio sociale all'interno del sistema penitenziario. Inoltre, si avrà modo di analizzare il recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 15 giugno 2015, n. 84, il quale costituisce la Riforma del Ministero della Giustizia, introducendo rilevanti novità. Con l'adozione di tale Decreto, gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna, fino ad allora facenti parte dell'Amministrazione Penitenziaria, vengono inseriti nel nuovo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità. Segue, dunque, un iter sulla storia, sul ruolo e le funzione di tali Uffici e del servizio sociale del settore penale-penitenziario degli adulti. Nel secondo e nel terzo capitolo si è avuto modo di focalizzare l'attenzione sulle due misure prese in esame; l'affidamento in prova al servizio sociale ordinario e gli affidamenti speciali e, di seguito, la misura della sospensione del procedimento con messa alla prova. L'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna è l'attore protagonista deputato per la gestione delle due misure, il quale, in particolare per la messa alla prova, è chiamato dal Giudice ad elaborare un programma di trattamento in collaborazione con l'interessato. Come si vedrà più avanti, i numeri delle richieste di concessione di messa alla prova sono stati tumultuosi e si è dunque sentita la necessità, mediante un progetto di ricerca, di esplorare e analizzare i fascicoli degli imputati che hanno usufruito della misura e dei relativi programmi di trattamento elaborati dai diversi assistenti sociali che operano all'Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna di Torino. Nell'ultimo capitolo si è analizzato il ruolo del servizio sociale della Giustizia. Obiettivo perseguito è l'individuazione dei compiti e del ruolo del professionista nell'ambito delle misure prese in esame e in particolare l'analisi delle modifiche introdotte dall'istituto della messa alla prova nel lavoro dell'assistente sociale, in termini di prassi operative e di metodo professionale.File | Dimensione | Formato | |
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