Nel seguente elaborato si tratterà rispettivamente: nel capito uno di definire cosa si intenda con il termine ¿affidamento familiare¿ secondo quanto definito dalla Legge 184/1983. Sarà proposta un'analisi volta a comprendere la complessità dei compiti che gli operatori coinvolti nel servizio sono tenuti a svolgere e le difficoltà che questi possono incontrare nell'attuazione di tale servizio. Verrà proposto un confronto tra: - l'istituto dell'affidamento e l'istituto dell'adozione, che sono entrambi disciplinati dalla medesima normativa L.184/83 e che hanno subito una importante modificazione a seguito dell'emanazione della Legge 173/2015, - l'affidamento residenziale e l'affidamento diurno; - l'affidamento sociale e l'affidamento socio-sanitario; - l'affidamento consensuale e l'affidamento giudiziale. Nel secondo capitolo si farà riferimento ai soggetti coinvolti nel servizio di affidamento, sia informali (il minore, la famiglia d'origine e la famiglia affidataria) sia formali (servizio sociale, servizi sanitari e magistratura). Si cercherà di esplicitare i compiti e i ruoli di ogni attore coinvolto, ma soprattutto si sottolineeranno le criticità riscontrate dagli operatori nella realizzazione e nell'attuazione del servizio di affidamento familiare. Nel medesimo capito verrà inoltre analizzata la normativa che regola l'affidamento familiare, in particolare facendo riferimento, a livello internazionale, alla Convenzione sui diritti del fanciullo), a livello nazionale alla Legge 184/1983 e alla Legge 173/2015, a livello regionale alla DGR n. 79 del 2003 e infine a livello comunale alla Delibera del comune di Torino del 2001. L'analisi della normativa, precedentemente citata ha come obiettivo quello di evidenziare i nodi critici. Inoltre la decisione di partire dalla normativa internazionale, per poi giungere gradualmente a quella comunale ha come obiettivo di comprendere le interpretazioni e le specificazioni che vengono attuate a livello locale. Nel terzo capito verranno analizzate le fasi attuative del servizio di affidamento familiare, mettendo in evidenza difficoltà e criticità individualizzate dagli operatori coinvolti nei progetti, (16 operatori). Successivamente per comprendere la discrezionalità degli operatori e la complessità dei compiti nello svolgimento delle fasi attuative, verrà proposta l'analisi di un caso concreto di avviamento di un progetto di affidamento familiare, mettendo in evidenza le criticità che gli operatori hanno incontrato. Infine verranno presentate le risposte all'intervista discorsiva pilotata da alcune domande guida con risposte chiuse e aperte, proposto ai professionisti operanti nell'ente gestore dei servizi socio assistenziali in cui si è svolto il tirocinio, con l'obiettivo di evidenziare il loro punto di vista sul servizio di affidamento familiare.
L'AFFIDAMENTO FAMILIARE: LUCI E OMBRE DEL RAPPORTO TRA NORMATIVA E PRASSI PROFESSIONALE
TRICERRI, ALESSIA
2017/2018
Abstract
Nel seguente elaborato si tratterà rispettivamente: nel capito uno di definire cosa si intenda con il termine ¿affidamento familiare¿ secondo quanto definito dalla Legge 184/1983. Sarà proposta un'analisi volta a comprendere la complessità dei compiti che gli operatori coinvolti nel servizio sono tenuti a svolgere e le difficoltà che questi possono incontrare nell'attuazione di tale servizio. Verrà proposto un confronto tra: - l'istituto dell'affidamento e l'istituto dell'adozione, che sono entrambi disciplinati dalla medesima normativa L.184/83 e che hanno subito una importante modificazione a seguito dell'emanazione della Legge 173/2015, - l'affidamento residenziale e l'affidamento diurno; - l'affidamento sociale e l'affidamento socio-sanitario; - l'affidamento consensuale e l'affidamento giudiziale. Nel secondo capitolo si farà riferimento ai soggetti coinvolti nel servizio di affidamento, sia informali (il minore, la famiglia d'origine e la famiglia affidataria) sia formali (servizio sociale, servizi sanitari e magistratura). Si cercherà di esplicitare i compiti e i ruoli di ogni attore coinvolto, ma soprattutto si sottolineeranno le criticità riscontrate dagli operatori nella realizzazione e nell'attuazione del servizio di affidamento familiare. Nel medesimo capito verrà inoltre analizzata la normativa che regola l'affidamento familiare, in particolare facendo riferimento, a livello internazionale, alla Convenzione sui diritti del fanciullo), a livello nazionale alla Legge 184/1983 e alla Legge 173/2015, a livello regionale alla DGR n. 79 del 2003 e infine a livello comunale alla Delibera del comune di Torino del 2001. L'analisi della normativa, precedentemente citata ha come obiettivo quello di evidenziare i nodi critici. Inoltre la decisione di partire dalla normativa internazionale, per poi giungere gradualmente a quella comunale ha come obiettivo di comprendere le interpretazioni e le specificazioni che vengono attuate a livello locale. Nel terzo capito verranno analizzate le fasi attuative del servizio di affidamento familiare, mettendo in evidenza difficoltà e criticità individualizzate dagli operatori coinvolti nei progetti, (16 operatori). Successivamente per comprendere la discrezionalità degli operatori e la complessità dei compiti nello svolgimento delle fasi attuative, verrà proposta l'analisi di un caso concreto di avviamento di un progetto di affidamento familiare, mettendo in evidenza le criticità che gli operatori hanno incontrato. Infine verranno presentate le risposte all'intervista discorsiva pilotata da alcune domande guida con risposte chiuse e aperte, proposto ai professionisti operanti nell'ente gestore dei servizi socio assistenziali in cui si è svolto il tirocinio, con l'obiettivo di evidenziare il loro punto di vista sul servizio di affidamento familiare.File | Dimensione | Formato | |
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