Nel panorama delle tecniche diagnostiche, l'imaging di fluorescenza UV è una delle tecniche maggiormente adottate nei laboratori di restauro pubblici e privati e la sua diffusione si deve probabilmente sia all'efficacia dell'indagine che alla semplicità di acquisizione. Tramite l'utilizzo di una lampada di Wood, la tecnica permette infatti di mettere in evidenza la distribuzione della vernice sulla superficie dei dipinti e di localizzare le aree di intervento, quali riverniciature, ridipinture o ritocchi facenti parte della materia costitutiva dell'opera. In questa tesi affronto in primo luogo l'importanza che la tecnica imaging di fluorescenza UV ricopre nell'intervento di restauro, una tecnica rivelatrice e preziosa tanto da non essere mai stata abbandonata nel corso degli anni. In seguito, come di fronte a una specie di riscoperta, sondo la possibilità di sviluppare una nuova metodologia di acquisizione della fluorescenza sfruttando una banda analitica più ampia ma mantenendo i vantaggi dell'analisi per immagine. Il presente lavoro dimostra come sia possibile potenziare l'efficienza diagnostica della tecnica di fluorescenza UV lavorando in modalità multispettrale tramite l'utilizzo di filtri interposti tra sorgente e oggetto. In questo lavoro è stata impiegata una lampada xenon utilizzando 11 filtri dielettrici con bande strette di trasmittanza (10 nm) nell'intervallo di lunghezze d'onda compreso tra 300 nm e 400 nm. Scegliendo come oggetto dello studio una tavolozza di materiali pittorici dell'arte moderna e contemporanea, le fluorescenze prodotte per le 11 bande di eccitazione sono state acquisite con tecnica fotografiche. Le immagini sono state elaborate avendo cura di caratterizzare spettroscopicamente tutte le parti strumentali utilizzate. La parte sperimentale dello studio è stata sviluppata e realizzata presso il Centro Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿ (CCR), l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM), il Centro dell'Innovazione dell'Università di Torino e in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell'Università di Milano. Lo studio è stato applicato ad una tavolozza pittorica di materiali dell'arte moderna e contemporanea, realizzata con circa 200 pigmenti e diversi leganti, vernici e disegni preparatori dal team di restauratori e conservation scientists del CCR di cui faccio parte, nell'ambito di un progetto di banca dati più ampio e tuttora in corso (http://www.centrorestaurovenaria.it/it/aree/diagnostica/database-materiali-pittorici). Sebbene l'analisi delle ragioni per cui si manifestano le diverse fluorescenze vada oltre le finalità di questo lavoro di tesi, né s'intenda discutere dell'evoluzione dei fenomeni di fluorescenza in relazione all'invecchiamento dei materiali, si è potuto dimostrare come il metodo multispettrale permetta di discriminare in maniera più sensibile le differenze materiche delle diverse combinazioni di pigmento/legante/vernice, rispetto ad una tradizionale fotografia di fluorescenza UV con lampada di Wood. L'efficacia del metodo è stata approfondita tramite elaborazione delle immagini e confronto con analisi spettrofluorimetriche condotte su provini, preparati ad hoc per simulare le stesure della tavolozza ritenute più significative.
Studio per una tecnica di imaging multispettrale di fluorescenza UV per l'analisi di materiali pittorici
CAVALERI, TIZIANA CONCETTA
2015/2016
Abstract
Nel panorama delle tecniche diagnostiche, l'imaging di fluorescenza UV è una delle tecniche maggiormente adottate nei laboratori di restauro pubblici e privati e la sua diffusione si deve probabilmente sia all'efficacia dell'indagine che alla semplicità di acquisizione. Tramite l'utilizzo di una lampada di Wood, la tecnica permette infatti di mettere in evidenza la distribuzione della vernice sulla superficie dei dipinti e di localizzare le aree di intervento, quali riverniciature, ridipinture o ritocchi facenti parte della materia costitutiva dell'opera. In questa tesi affronto in primo luogo l'importanza che la tecnica imaging di fluorescenza UV ricopre nell'intervento di restauro, una tecnica rivelatrice e preziosa tanto da non essere mai stata abbandonata nel corso degli anni. In seguito, come di fronte a una specie di riscoperta, sondo la possibilità di sviluppare una nuova metodologia di acquisizione della fluorescenza sfruttando una banda analitica più ampia ma mantenendo i vantaggi dell'analisi per immagine. Il presente lavoro dimostra come sia possibile potenziare l'efficienza diagnostica della tecnica di fluorescenza UV lavorando in modalità multispettrale tramite l'utilizzo di filtri interposti tra sorgente e oggetto. In questo lavoro è stata impiegata una lampada xenon utilizzando 11 filtri dielettrici con bande strette di trasmittanza (10 nm) nell'intervallo di lunghezze d'onda compreso tra 300 nm e 400 nm. Scegliendo come oggetto dello studio una tavolozza di materiali pittorici dell'arte moderna e contemporanea, le fluorescenze prodotte per le 11 bande di eccitazione sono state acquisite con tecnica fotografiche. Le immagini sono state elaborate avendo cura di caratterizzare spettroscopicamente tutte le parti strumentali utilizzate. La parte sperimentale dello studio è stata sviluppata e realizzata presso il Centro Conservazione e Restauro ¿La Venaria Reale¿ (CCR), l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM), il Centro dell'Innovazione dell'Università di Torino e in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell'Università di Milano. Lo studio è stato applicato ad una tavolozza pittorica di materiali dell'arte moderna e contemporanea, realizzata con circa 200 pigmenti e diversi leganti, vernici e disegni preparatori dal team di restauratori e conservation scientists del CCR di cui faccio parte, nell'ambito di un progetto di banca dati più ampio e tuttora in corso (http://www.centrorestaurovenaria.it/it/aree/diagnostica/database-materiali-pittorici). Sebbene l'analisi delle ragioni per cui si manifestano le diverse fluorescenze vada oltre le finalità di questo lavoro di tesi, né s'intenda discutere dell'evoluzione dei fenomeni di fluorescenza in relazione all'invecchiamento dei materiali, si è potuto dimostrare come il metodo multispettrale permetta di discriminare in maniera più sensibile le differenze materiche delle diverse combinazioni di pigmento/legante/vernice, rispetto ad una tradizionale fotografia di fluorescenza UV con lampada di Wood. L'efficacia del metodo è stata approfondita tramite elaborazione delle immagini e confronto con analisi spettrofluorimetriche condotte su provini, preparati ad hoc per simulare le stesure della tavolozza ritenute più significative.File | Dimensione | Formato | |
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