Oswald Spengler, celebre filosofo e teorico “della inesorabile fine della civiltà”, nel suo capolavoro Der Untergang des Abendlandes (“Il tramonto dell’Occidente”), pubblicato a Vienna nell’estate del 1918, lascia in eredità all’uomo contemporaneo la consapevolezza definitiva di essere pervaso da fenomeni, di portata storica e globale, conosciuti come rivoluzioni industriali. Una delle immagini più belle che troviamo tra le pagine dei suoi saggi fa riferimento a cosa veda l’uomo, nel corso della storia, osservando una cascata piuttosto che un fiume. Le prime civiltà, di cacciatori-raccoglitori prima e agricoltori poi, nei corsi d’acqua vedevano la loro fonte primaria di sostentamento, luoghi adatti all’edificazione delle prime città-stato. Così le civiltà successive, fino all’arrivo dell’uomo moderno. L’uomo romantico, ottocentesco, l’uomo della prima rivoluzione industriale, l’uomo che non ne contempla l’energia vitale, ma che ne intravede un prodotto: il cavallo-vapore. Ma i suoi figli, i suoi nipoti, vissuti nel pieno della seconda rivoluzione industriale, sono stati in grado di guardare ancora oltre. A cavallo tra il XIX e il XX secolo l’uomo-macchina spengleriano nelle cascate vede energia, vede l’elettricità, sogna interi quartieri illuminati da lampioni, sogna la catena di montaggio, industrie inarrestabili. Infine, cosa vede l’uomo contemporaneo? Spengler non ha potuto rispondere a questa domanda, dopo la sua morte ci resta un tassello mancante nel suo grande disegno di decadenza e di allontanamento dell’uomo dalla natura. Oggi l’uomo non osserva più il fiume, lo guarda attraverso uno schermo, lo scompone attraverso il metodo Ritz-Galerkin e lo riproduce traducendolo in codice binario: questa è la terza rivoluzione industriale, la rivoluzione dominata dal calcolo computazionale, dall’informatizzazione. Ogni aspetto della vita, ogni scienza, ogni forma di pensiero sono stati modellati nell’arco di questi oltre due secoli di trasformazione tecnica e culturale. Quella che ripercorremmo nelle prossime pagine è l’evoluzione della Scienza delle Costruzioni, attraverso i suoi protagonisti, attraverso le loro pubblicazioni, la loro dialettica scientifica, i loro teoremi e ciò che hanno lasciato in eredità al mondo ossia le opere attraverso le quali i loro studi ingegneristici hanno preso forma. La bussola che ci guiderà in questo appassionato percorso sarà un sestante fatto di prima mattoni, poi di ghisa, di calcestruzzo e di acciaio, di materiali compositi e alla fine del nostro viaggio questa bussola sarà implementata con sistemi di automazione, software che la renderanno sempre più precisa ed efficiente. L’arma più efficace per tagliare questo nodo gordiano si basa sul parallelismo tra il legame che unisce le correnti filosofiche dominanti negli anni di ogni rivoluzione industriale e il legame tra l’evoluzione della Scienza delle Costruzione e la Tecnica delle Costruzioni. Legami ambivalenti, di causa-effetto, dove ambo le parti si influenzano vicendevolmente nell’arco dei secoli, con i dovuti ritardi influenzati da una maggiore lentezza, rispetto al mondo contemporaneo, nel diffondersi di idee, teorie e pubblicazioni; un fenomeno a macchia d’olio che prende vita, geograficamente parlando, nei poli ingegneristici di rilievo di volta in volta e che si diffonde seguendo il progresso, lungo le vie tracciate dal divagare della locomozione a vapore, dell’elettricità ed infine del calcolo computazionale.

IL CONCETTO DI ENERGIA NELLA SCIENZA DELLE COSTRUZIONI: ASPETTI STORICI E SVILUPPI ATTUALI

GARULLI, ANDREA
2021/2022

Abstract

Oswald Spengler, celebre filosofo e teorico “della inesorabile fine della civiltà”, nel suo capolavoro Der Untergang des Abendlandes (“Il tramonto dell’Occidente”), pubblicato a Vienna nell’estate del 1918, lascia in eredità all’uomo contemporaneo la consapevolezza definitiva di essere pervaso da fenomeni, di portata storica e globale, conosciuti come rivoluzioni industriali. Una delle immagini più belle che troviamo tra le pagine dei suoi saggi fa riferimento a cosa veda l’uomo, nel corso della storia, osservando una cascata piuttosto che un fiume. Le prime civiltà, di cacciatori-raccoglitori prima e agricoltori poi, nei corsi d’acqua vedevano la loro fonte primaria di sostentamento, luoghi adatti all’edificazione delle prime città-stato. Così le civiltà successive, fino all’arrivo dell’uomo moderno. L’uomo romantico, ottocentesco, l’uomo della prima rivoluzione industriale, l’uomo che non ne contempla l’energia vitale, ma che ne intravede un prodotto: il cavallo-vapore. Ma i suoi figli, i suoi nipoti, vissuti nel pieno della seconda rivoluzione industriale, sono stati in grado di guardare ancora oltre. A cavallo tra il XIX e il XX secolo l’uomo-macchina spengleriano nelle cascate vede energia, vede l’elettricità, sogna interi quartieri illuminati da lampioni, sogna la catena di montaggio, industrie inarrestabili. Infine, cosa vede l’uomo contemporaneo? Spengler non ha potuto rispondere a questa domanda, dopo la sua morte ci resta un tassello mancante nel suo grande disegno di decadenza e di allontanamento dell’uomo dalla natura. Oggi l’uomo non osserva più il fiume, lo guarda attraverso uno schermo, lo scompone attraverso il metodo Ritz-Galerkin e lo riproduce traducendolo in codice binario: questa è la terza rivoluzione industriale, la rivoluzione dominata dal calcolo computazionale, dall’informatizzazione. Ogni aspetto della vita, ogni scienza, ogni forma di pensiero sono stati modellati nell’arco di questi oltre due secoli di trasformazione tecnica e culturale. Quella che ripercorremmo nelle prossime pagine è l’evoluzione della Scienza delle Costruzioni, attraverso i suoi protagonisti, attraverso le loro pubblicazioni, la loro dialettica scientifica, i loro teoremi e ciò che hanno lasciato in eredità al mondo ossia le opere attraverso le quali i loro studi ingegneristici hanno preso forma. La bussola che ci guiderà in questo appassionato percorso sarà un sestante fatto di prima mattoni, poi di ghisa, di calcestruzzo e di acciaio, di materiali compositi e alla fine del nostro viaggio questa bussola sarà implementata con sistemi di automazione, software che la renderanno sempre più precisa ed efficiente. L’arma più efficace per tagliare questo nodo gordiano si basa sul parallelismo tra il legame che unisce le correnti filosofiche dominanti negli anni di ogni rivoluzione industriale e il legame tra l’evoluzione della Scienza delle Costruzione e la Tecnica delle Costruzioni. Legami ambivalenti, di causa-effetto, dove ambo le parti si influenzano vicendevolmente nell’arco dei secoli, con i dovuti ritardi influenzati da una maggiore lentezza, rispetto al mondo contemporaneo, nel diffondersi di idee, teorie e pubblicazioni; un fenomeno a macchia d’olio che prende vita, geograficamente parlando, nei poli ingegneristici di rilievo di volta in volta e che si diffonde seguendo il progresso, lungo le vie tracciate dal divagare della locomozione a vapore, dell’elettricità ed infine del calcolo computazionale.
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