Nel quadro generale di ammodernamento e allocazione delle risorse, un ruolo fondamentale viene rappresentato dall’organizzazione ciclica di esercitazioni strategiche su larga scala, che permettono un incremento della reattività operativa. A partire dalla guerra del 2008 infatti, i quattro distretti militari in cui è suddiviso l’esercito russo (Occidentale, Meridionale, Orientale e Centrale), hanno condotto delle operazioni di azioni strategiche a distanza. Nella più recente esercitazione Kavkaz 2020 svoltasi nel Distretto Meridionale, si è vista una crescente cooperazione con molti paesi dell’Asia, tra cui Cina e Pakistan. La militarizzazione di questi Distretti, dunque, ha concretizzato il rischio di incidenti che coinvolgano le unità russe e intensifichino la tensione con l’Occidente: si pensi ai casi in cui gli aerei da combattimento russi, facendo la spola tra l’enclave di Kaliningrad e il resto della Federazione, hanno rasentato o addirittura violato lo spazio aereo dei Paesi Baltici o della Danimarca senza avere a bordo i propri transponder o senza aver compilato piani di volo, innescando la reazione della NATO. Dunque, gli attriti tra mondo occidentale e orientale persistono ancora, ma non bisogna incorrere nell’errore di sovrastimare le capacità militari del Cremlino: ai limiti dettati dalle risorse disponibili rispetto alle ambizioni, della trascuratezza del comparto militare-industriale, si deve infatti aggiungere la riforma delle forze armate, che tende a marginalizzare la leva in favore dei professionisti, ma al contempo evidenza la scarsità del fattore umano disponibile. Per concludere, i difetti sopra citati risultano particolarmente rilevanti nel caso in cui la Russia debba affrontare uno sforzo prolungato nel tempo; d’altro canto, il punto di forza che desta preoccupazione ai paesi dell’Alleanza Atlantica – nel caso di un ipotetico scontro - è la rapidità di allocazione di personale e mezzi e la concentrazione degli sforzi in un’unità relativamente ristretta di tempo. Lo scopo di questa tesi di laurea è quindi quello di presentare, a livello di forze terrestri, gli armamenti della Russia, utilizzati nel conflitto ucraino iniziato il 24 febbraio 2022, in modo tale da conoscere in maniera obiettiva le reali capacità tecniche e le potenzialità di cui il paese orientale può usufruire. Inoltre, per ogni sistema d’arma verranno fornite le caratteristiche tecniche e le limitazioni che lo contraddistinguono. In particolare, il primo capitolo verte sulle armi portatili a disposizione della Forza Armata convenzionale, senza estendere il campo alle forze paramilitari presenti sul suolo russo. Il secondo capitolo tratta le artiglierie e i sistemi missilistici impiegati fino ad ora nel conflitto ucraino mentre l’ultimo capitolo presenta i veicoli in dotazione alle forze corazzate e motorizzate che hanno il compito di intervenire in maniera capillare sul terreno nemico. Le conclusioni tracciano un resoconto sulla guerra a circa 100 giorni dall’inizio del conflitto sul piano dei sistemi d’arma utilizzati e delle procedure tecnico-tattiche adottate dalla Russia, fornendo un quadro previsionale sullo scenario che potrebbe verificarsi nel momento in cui le minacce di Mosca di utilizzare i sistemi d’arma con gittate maggiori dovessero verificarsi.

Gli armamenti russi nel conflitto in Ucraina

COPIZ, LUCA
2021/2022

Abstract

Nel quadro generale di ammodernamento e allocazione delle risorse, un ruolo fondamentale viene rappresentato dall’organizzazione ciclica di esercitazioni strategiche su larga scala, che permettono un incremento della reattività operativa. A partire dalla guerra del 2008 infatti, i quattro distretti militari in cui è suddiviso l’esercito russo (Occidentale, Meridionale, Orientale e Centrale), hanno condotto delle operazioni di azioni strategiche a distanza. Nella più recente esercitazione Kavkaz 2020 svoltasi nel Distretto Meridionale, si è vista una crescente cooperazione con molti paesi dell’Asia, tra cui Cina e Pakistan. La militarizzazione di questi Distretti, dunque, ha concretizzato il rischio di incidenti che coinvolgano le unità russe e intensifichino la tensione con l’Occidente: si pensi ai casi in cui gli aerei da combattimento russi, facendo la spola tra l’enclave di Kaliningrad e il resto della Federazione, hanno rasentato o addirittura violato lo spazio aereo dei Paesi Baltici o della Danimarca senza avere a bordo i propri transponder o senza aver compilato piani di volo, innescando la reazione della NATO. Dunque, gli attriti tra mondo occidentale e orientale persistono ancora, ma non bisogna incorrere nell’errore di sovrastimare le capacità militari del Cremlino: ai limiti dettati dalle risorse disponibili rispetto alle ambizioni, della trascuratezza del comparto militare-industriale, si deve infatti aggiungere la riforma delle forze armate, che tende a marginalizzare la leva in favore dei professionisti, ma al contempo evidenza la scarsità del fattore umano disponibile. Per concludere, i difetti sopra citati risultano particolarmente rilevanti nel caso in cui la Russia debba affrontare uno sforzo prolungato nel tempo; d’altro canto, il punto di forza che desta preoccupazione ai paesi dell’Alleanza Atlantica – nel caso di un ipotetico scontro - è la rapidità di allocazione di personale e mezzi e la concentrazione degli sforzi in un’unità relativamente ristretta di tempo. Lo scopo di questa tesi di laurea è quindi quello di presentare, a livello di forze terrestri, gli armamenti della Russia, utilizzati nel conflitto ucraino iniziato il 24 febbraio 2022, in modo tale da conoscere in maniera obiettiva le reali capacità tecniche e le potenzialità di cui il paese orientale può usufruire. Inoltre, per ogni sistema d’arma verranno fornite le caratteristiche tecniche e le limitazioni che lo contraddistinguono. In particolare, il primo capitolo verte sulle armi portatili a disposizione della Forza Armata convenzionale, senza estendere il campo alle forze paramilitari presenti sul suolo russo. Il secondo capitolo tratta le artiglierie e i sistemi missilistici impiegati fino ad ora nel conflitto ucraino mentre l’ultimo capitolo presenta i veicoli in dotazione alle forze corazzate e motorizzate che hanno il compito di intervenire in maniera capillare sul terreno nemico. Le conclusioni tracciano un resoconto sulla guerra a circa 100 giorni dall’inizio del conflitto sul piano dei sistemi d’arma utilizzati e delle procedure tecnico-tattiche adottate dalla Russia, fornendo un quadro previsionale sullo scenario che potrebbe verificarsi nel momento in cui le minacce di Mosca di utilizzare i sistemi d’arma con gittate maggiori dovessero verificarsi.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/55299