Lo scopo di questa tesi è di approfondire lo studio della lingua e dello stile del "De Sancto Cypriano" di Eudocia Augusta, parafrasi agiografica in tre libri, che narra per intero le vicende del mago occultista, poi santo, Cipriano di Antiochia, considerato l’archetipo tardoantico di Faust. In primo luogo, si è cercato di delineare un quadro complessivo dell'opera, esaminando la trasmissione della leggenda di Cipriano a partire dal dossier in prosa degli "Acta Cypriani", composto dagli scritti "Conversio", "Confessio" e "Passio", da cui Eudocia trae i libri della sua parafrasi. Segue, poi, un’indagine sulle ragioni che hanno portato alla composizione del poema, forse legate a un programma di autopromozione di Eudocia in occasione della sua visita del 438 ad Antiochia, città che presenta diverse fratture interne fra cristiani e pagani e con la famiglia imperiale stessa. Si procede, quindi, all'analisi della tradizione manoscritta del poema e, in particolare, dei motivi che hanno portato l'opera a essere trascurata dagli studiosi e priva di un'edizione critica moderna. Tali ragioni vanno ricondotte sia al giudizio classicista espresso dalla comunità scientifica di fine Ottocento e inizio Novecento, sia all'assenza di un'edizione affidabile degli "Acta" che tenesse conto di tutte le redazioni in nostro possesso di ciascuna delle componenti del dossier. Tuttavia, grazie alla recente edizione degli Acta del 2017, a cura di Ryan Bailey, si è qui potuto confrontare il secondo libro del "De Sancto Cypriano" con il suo modello in prosa, la "Confessio", al fine di avere più informazioni sul testo della Vorlage che Eudocia aveva in suo possesso. In particolare, si sono riesaminati diciotto passi che, in precedenti studi, Claudio Bevegni aveva giudicato come discriminanti di diverse redazioni, basandosi, tuttavia, sui testi di due soli manoscritti. Infine, viene proposto il commento della tappa in Egitto del viaggio d’istruzione alla magia che Cipriano narra nella prima parte del secondo libro: l'obiettivo di questa parte è di analizzare lo stile dell'autrice, evidenziando i rapporti con la letteratura precedente – in primis Omero – e quella contemporanea, tenendo sempre conto del testo della Vorlage in prosa. ​

L'imperatrice e il mago: analisi dei rapporti tra il secondo libro del "De Sancto Cypriano" di Eudocia Augusta e la "Confessio Cypriani"

PIGNOCCO, ISABELLA
2021/2022

Abstract

Lo scopo di questa tesi è di approfondire lo studio della lingua e dello stile del "De Sancto Cypriano" di Eudocia Augusta, parafrasi agiografica in tre libri, che narra per intero le vicende del mago occultista, poi santo, Cipriano di Antiochia, considerato l’archetipo tardoantico di Faust. In primo luogo, si è cercato di delineare un quadro complessivo dell'opera, esaminando la trasmissione della leggenda di Cipriano a partire dal dossier in prosa degli "Acta Cypriani", composto dagli scritti "Conversio", "Confessio" e "Passio", da cui Eudocia trae i libri della sua parafrasi. Segue, poi, un’indagine sulle ragioni che hanno portato alla composizione del poema, forse legate a un programma di autopromozione di Eudocia in occasione della sua visita del 438 ad Antiochia, città che presenta diverse fratture interne fra cristiani e pagani e con la famiglia imperiale stessa. Si procede, quindi, all'analisi della tradizione manoscritta del poema e, in particolare, dei motivi che hanno portato l'opera a essere trascurata dagli studiosi e priva di un'edizione critica moderna. Tali ragioni vanno ricondotte sia al giudizio classicista espresso dalla comunità scientifica di fine Ottocento e inizio Novecento, sia all'assenza di un'edizione affidabile degli "Acta" che tenesse conto di tutte le redazioni in nostro possesso di ciascuna delle componenti del dossier. Tuttavia, grazie alla recente edizione degli Acta del 2017, a cura di Ryan Bailey, si è qui potuto confrontare il secondo libro del "De Sancto Cypriano" con il suo modello in prosa, la "Confessio", al fine di avere più informazioni sul testo della Vorlage che Eudocia aveva in suo possesso. In particolare, si sono riesaminati diciotto passi che, in precedenti studi, Claudio Bevegni aveva giudicato come discriminanti di diverse redazioni, basandosi, tuttavia, sui testi di due soli manoscritti. Infine, viene proposto il commento della tappa in Egitto del viaggio d’istruzione alla magia che Cipriano narra nella prima parte del secondo libro: l'obiettivo di questa parte è di analizzare lo stile dell'autrice, evidenziando i rapporti con la letteratura precedente – in primis Omero – e quella contemporanea, tenendo sempre conto del testo della Vorlage in prosa. ​
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/55280