Questa tesi si pone come obiettivo l'analisi dell'appartenenza e della circolazione dei dati, facendo riferimento all'ambito comunitario e all'ambito nazionale italiano. L'analisi si basa sul presupposto che le norme in campo siano nate per rispondere ad un'esigenza giuridica, sociale ed economica, ossia per dirimere i conflitti scaturiti e sviluppati nell'intento di proteggere i propri interessi e apporre dei diritti esclusivi di utilizzazione sui medesimi dati. Il primo capitolo ha una funzione introduttiva, effettuando una panoramica degli interessi intorno ai dati. Essi assumono una funzione rilevante configurandosi come risorsa strategica in una società in cui lo scambio di informazioni è sempre più immediato e digitalizzato; tuttavia tale potenzialità necessita di regole che tutelino gli interessi in gioco. Successivamente verranno fornite delle prime e necessarie definizioni sui concetti di dati semplici e dati a carattere personale. Si tratta di una distinzione terminologica, in quando la definizione di dato varia in base al fatto che esso si riferisca ad un soggetto o meno e di una distinzione normativa, giacché la disciplina che regola i dati a carattere personale è ben definita, mentre quella relativa ai dati semplici, come vedremo, presenta delle carenze. Il secondo capitolo tratta principalmente dei dati personali, descrivendo quali siano le eventuali regole di attribuzione in vigore e quali siano le normative che ne permettono la circolazione, sia a livello europeo che extra-europeo. Il discorso successivamente verte sulla tematica del consenso e sulle criticità che essa pone: la cessazione a terzi, la possibilità di revoca e il diritto all'oblio; nonché sull'annoso dibattito che mira, ancora tutt'ora, a dare una risposta univoca sulla questione della natura del consenso. Infatti le voci in campo sono molte ma possono classificarsi in due principali filoni di pensiero. Il primo fa riferimento a coloro i quali affermano che la protezione dei dati personali non possa rientrare nella disciplina dei diritti della personalità, in quanto il dato personale viene considerato come un vero e proprio bene giuridico di cui l'interessato può disporre a proprio piacimento e, dunque, la protezione dei medesimi andrebbe considerata come più vicina alle logiche del diritto di proprietà. La seconda linea di pensiero è adottata da coloro i quali, invece, non operano il precedente ragionamento bensì includono il diritto alla tutela dei dati a carattere personale all'interno della normativa sulla protezione della personalità, in quanto si tratta di un'informazione strettamente connessa alla persona, configurandosi come un diritto morale di cui l'interessato non può disporre. Come vedremo non esiste una risposta unanime, nel momento in cui entrambe le parti seguono logiche razionali e argomentate, seppur differenti. Il terzo e ultimo capitolo tratta dei dati semplici, a carattere non personale. L'obiettivo in questa sede consiste nel capire se e in che modo gli interessi sui dati in questione vegano gestititi e se le norme vigenti attribuiscano delle regole di attribuzione e di circolazione. In particolare analizzeremo le possibili soluzioni presentate dalla Commissione europea, che mirano ad istituire un vero e proprio regime giuridico sui dati semplici.
L'appartenenza dei dati e la loro circolazione
CURIELLO, ALESSIA
2016/2017
Abstract
Questa tesi si pone come obiettivo l'analisi dell'appartenenza e della circolazione dei dati, facendo riferimento all'ambito comunitario e all'ambito nazionale italiano. L'analisi si basa sul presupposto che le norme in campo siano nate per rispondere ad un'esigenza giuridica, sociale ed economica, ossia per dirimere i conflitti scaturiti e sviluppati nell'intento di proteggere i propri interessi e apporre dei diritti esclusivi di utilizzazione sui medesimi dati. Il primo capitolo ha una funzione introduttiva, effettuando una panoramica degli interessi intorno ai dati. Essi assumono una funzione rilevante configurandosi come risorsa strategica in una società in cui lo scambio di informazioni è sempre più immediato e digitalizzato; tuttavia tale potenzialità necessita di regole che tutelino gli interessi in gioco. Successivamente verranno fornite delle prime e necessarie definizioni sui concetti di dati semplici e dati a carattere personale. Si tratta di una distinzione terminologica, in quando la definizione di dato varia in base al fatto che esso si riferisca ad un soggetto o meno e di una distinzione normativa, giacché la disciplina che regola i dati a carattere personale è ben definita, mentre quella relativa ai dati semplici, come vedremo, presenta delle carenze. Il secondo capitolo tratta principalmente dei dati personali, descrivendo quali siano le eventuali regole di attribuzione in vigore e quali siano le normative che ne permettono la circolazione, sia a livello europeo che extra-europeo. Il discorso successivamente verte sulla tematica del consenso e sulle criticità che essa pone: la cessazione a terzi, la possibilità di revoca e il diritto all'oblio; nonché sull'annoso dibattito che mira, ancora tutt'ora, a dare una risposta univoca sulla questione della natura del consenso. Infatti le voci in campo sono molte ma possono classificarsi in due principali filoni di pensiero. Il primo fa riferimento a coloro i quali affermano che la protezione dei dati personali non possa rientrare nella disciplina dei diritti della personalità, in quanto il dato personale viene considerato come un vero e proprio bene giuridico di cui l'interessato può disporre a proprio piacimento e, dunque, la protezione dei medesimi andrebbe considerata come più vicina alle logiche del diritto di proprietà. La seconda linea di pensiero è adottata da coloro i quali, invece, non operano il precedente ragionamento bensì includono il diritto alla tutela dei dati a carattere personale all'interno della normativa sulla protezione della personalità, in quanto si tratta di un'informazione strettamente connessa alla persona, configurandosi come un diritto morale di cui l'interessato non può disporre. Come vedremo non esiste una risposta unanime, nel momento in cui entrambe le parti seguono logiche razionali e argomentate, seppur differenti. Il terzo e ultimo capitolo tratta dei dati semplici, a carattere non personale. L'obiettivo in questa sede consiste nel capire se e in che modo gli interessi sui dati in questione vegano gestititi e se le norme vigenti attribuiscano delle regole di attribuzione e di circolazione. In particolare analizzeremo le possibili soluzioni presentate dalla Commissione europea, che mirano ad istituire un vero e proprio regime giuridico sui dati semplici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/55221