Introduzione: Le polveri di legno duro sono state dichiarate cancerogene per l'uomo dalla IARC nel 1995. Lo stress ossidativo (s.o.) che esse sembra possano indurre è coinvolto nei fenomeni infiammatori legati all'insorgenza delle patologie occupazionali correlate all'esposizione a polveri di legno. L'obiettivo di questo studio è valutare lo s.o. indotto dall'esposizione a polveri di legno e formaldeide (FA) in una popolazione di soggetti impiegati nell'industria del legno. Materiali e metodi: Allo studio hanno aderito 245 volontari, di cui 128 esposti, che hanno partecipato allo studio indossando due campionatori personali per la valutazione della concentrazione di polveri di legno e della FA. Sono stati quantificati isoprostano (15-F2t-IsoP) e 8-oxo-dG nelle urine di ogni soggetto in qualità di marker di s.o.. L'analisi statistica è stata condotta con SPSS. Risultati: Il confronto tra mediane indica che l'esposizione a polveri e FA è maggiore nei soggetti esposti rispetto ai controlli (p<0,001), mentre la differenza tra i livelli di 15-F2t-IsoP e 8-oxo-dG rilevati nei due gruppi non è significativa (p=NS). Le concentrazioni di polveri e di FA risultano essere direttamente proporzionali (p=0,041), come anche le concentrazioni di 15-F2t-IsoP e 8-oxo-dG (p=0,002). Suddividendo l'esposizione a polveri in terzili, sono state evidenziate una correlazione positiva tra la concentrazione di polveri e 8-oxo-dG (p=0,014) e 15-F2t-IsoP, se corretto per età e anni di esposizione (p=0,002), e una differenza significativa nei livelli di 8-oxo-dG (p=0,036) e IsoP (p=0,001) tra il primo e secondo terzile. Non è stata riscontrata alcuna correlazione significativa tra i biomarker di s.o. e la concentrazione di FA. Discussione: I lavoratori che operano nelle industrie che trasformano il legno sono esposti a concentrazioni di polveri e di FA significativamente maggiori rispetto a chi non ne è esposto. L'inquinamento dell'aria in ambito occupazionale, tuttavia, non sembra sufficiente a determinare una variazione significativa nei livelli dei marker di s.o., sia per la presenza di fattori inducenti s.o., che non sono stati presi in considerazione anche nei controlli, sia per il livello sostanzialmente basso negli esposti dei due inquinanti considerati. Le concentrazioni di polveri e FA rilevate, infatti, sono decisamente inferiori ai limiti normativi. La diversa risposta dei due marker può essere spiegata considerando la diversa natura dei marker e il tipo di effetto che essi consentono di misurare: infatti i livelli di 15-F2t-IsoP, al contrario dell'8-oxo-dG, non sono un marker di effetto immediato, ma riflettono un'esposizione ad inquinanti verificatasi nelle settimane precedenti il campionamento (Rossner, 2008). I risultati ottenuti dimostrano nel complesso un'efficacia misurabile delle azioni preventive volte alla riduzione ed al contenimento dei rischi per la salute.
Il ruolo delle polveri di legno e della formaldeide nell'induzione di stress ossidativo in una popolazione di lavoratori esposti alle polveri di legno
GHELLI, FEDERICA
2016/2017
Abstract
Introduzione: Le polveri di legno duro sono state dichiarate cancerogene per l'uomo dalla IARC nel 1995. Lo stress ossidativo (s.o.) che esse sembra possano indurre è coinvolto nei fenomeni infiammatori legati all'insorgenza delle patologie occupazionali correlate all'esposizione a polveri di legno. L'obiettivo di questo studio è valutare lo s.o. indotto dall'esposizione a polveri di legno e formaldeide (FA) in una popolazione di soggetti impiegati nell'industria del legno. Materiali e metodi: Allo studio hanno aderito 245 volontari, di cui 128 esposti, che hanno partecipato allo studio indossando due campionatori personali per la valutazione della concentrazione di polveri di legno e della FA. Sono stati quantificati isoprostano (15-F2t-IsoP) e 8-oxo-dG nelle urine di ogni soggetto in qualità di marker di s.o.. L'analisi statistica è stata condotta con SPSS. Risultati: Il confronto tra mediane indica che l'esposizione a polveri e FA è maggiore nei soggetti esposti rispetto ai controlli (p<0,001), mentre la differenza tra i livelli di 15-F2t-IsoP e 8-oxo-dG rilevati nei due gruppi non è significativa (p=NS). Le concentrazioni di polveri e di FA risultano essere direttamente proporzionali (p=0,041), come anche le concentrazioni di 15-F2t-IsoP e 8-oxo-dG (p=0,002). Suddividendo l'esposizione a polveri in terzili, sono state evidenziate una correlazione positiva tra la concentrazione di polveri e 8-oxo-dG (p=0,014) e 15-F2t-IsoP, se corretto per età e anni di esposizione (p=0,002), e una differenza significativa nei livelli di 8-oxo-dG (p=0,036) e IsoP (p=0,001) tra il primo e secondo terzile. Non è stata riscontrata alcuna correlazione significativa tra i biomarker di s.o. e la concentrazione di FA. Discussione: I lavoratori che operano nelle industrie che trasformano il legno sono esposti a concentrazioni di polveri e di FA significativamente maggiori rispetto a chi non ne è esposto. L'inquinamento dell'aria in ambito occupazionale, tuttavia, non sembra sufficiente a determinare una variazione significativa nei livelli dei marker di s.o., sia per la presenza di fattori inducenti s.o., che non sono stati presi in considerazione anche nei controlli, sia per il livello sostanzialmente basso negli esposti dei due inquinanti considerati. Le concentrazioni di polveri e FA rilevate, infatti, sono decisamente inferiori ai limiti normativi. La diversa risposta dei due marker può essere spiegata considerando la diversa natura dei marker e il tipo di effetto che essi consentono di misurare: infatti i livelli di 15-F2t-IsoP, al contrario dell'8-oxo-dG, non sono un marker di effetto immediato, ma riflettono un'esposizione ad inquinanti verificatasi nelle settimane precedenti il campionamento (Rossner, 2008). I risultati ottenuti dimostrano nel complesso un'efficacia misurabile delle azioni preventive volte alla riduzione ed al contenimento dei rischi per la salute.File | Dimensione | Formato | |
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