L’oggetto di questa tesi è l’analisi della figura del fantasma all’interno di un corpus di sette racconti del fantastico ispanoamericano contemporaneo, scritti da autrici particolarmente dedite a questo genere di scrittura. La scelta di racconti e scrittrici si articola in base a tre assi tematici: il trauma della storia, con riferimento all’epoca della post-dittatura in Argentina, il colonialismo, con riferimento alla convivenza tra popolazione autoctona e popolazione di discendenza coloniale e la condizione postmoderna, con riferimento alla frammentazione del reale esposto all’egemonia dei nuovi media e alla conseguente spinta verso stili di vita che rispondono esclusivamente agli stimoli del modello capitalista vigente. Le scrittrici affrontate sono Mariana Enríquez con i racconti “Cuando habláblamos con los muertos”, “La Hostería” e “Nada de carne sobre nosotras”: il primo inserito nella raccolta Los peligros de fumar en la cama del 2009 e gli altri due nella raccolta Las cosas que perdimos en el fuego del 2016; Liliana Colanzi con il racconto “Chaco”, inserito nella raccolta Nuestro mundo muerto del 2016, Giovanna Rivero con il racconto “Humo”, inserito nella raccolta Para comerte mejor del 2015; Solange Rodríguez Pappe con il racconto “La primera vez que vi un fantasma” inserito nell’omonima raccolta del 2018 e Cecilia Eudave con il rac-conto “7 minutos” inserito nella raccolta Al final del miedo del 2021. Una prima parte del lavoro è dedicata all’introduzione storico-teorica dei concetti di fantasma e fantastico, al fine di poterne inquadrare l’utilizzo e la funzione nel-la letteratura di riferimento. Farò luce sulla natura e sull’utilizzo del fantasma sia in ambito letterario che in ambito scientifico, così come sulle caratteristiche del racconto fantastico con particolare attenzione verso la letteratura ispanoamericana contemporanea. Nella seconda parte entrerò nel vivo dell’analisi dei racconti selezionati grazie all’apporto teorico-critico che vede la riflessione di importanti studiosi e studiose. Testi quali Fantasy. The literature of subversion di Rosemary Jackson (1981), Il fantastisco di Remo Ceserani (1996), Teorías de lo fantástico di David Roas (2001) e Terri-torios de la ficción. Lo fantástico di Rosalba Campra (2008), per citare i più significa-tivi, dialogheranno con il celebre volume di Tzvetan Todorov, Introdution à la literature fantastique (1970), da cui traggono spunto e ispirazione, senza dimenticare di volgere lo sguardo all’altrettanto celebre saggio di Sigmund Freud “Il perturbante” (1919). Spiegherò dunque in che cosa differiscano i fantasmi dei racconti contemporanei analizzati da quelli che infestavano le nobili dimore (perlopiù inglesi) nei racconti e romanzi del sette-ottocento e in che cosa ad essi ancora somiglino e, soprattutto, quali cambiamenti socioculturali siano alla base di tali convergenze o dissonanze, in riferimento alla scrittura definita come “del fantastico”. Per circoscrivere maggiormente il lavoro ho scelto di occuparmi di sole autrici, non per una particolare prolificità in merito a quanto in oggetto rispetto ad autori con caratteristiche simili, ma per dare maggior risalto a quanto normalmente inserito a margine sia del canone, sia del mercato letterario, e che, a mio avviso, merita di avere un palcoscenico tutto per sé.

FANTASMAS QUE VUELVEN: SCRITTRICI E RACCONTI DEL FANTASTICO ISPANOAMERICANO A CONFRONTO

GINO, LISA
2021/2022

Abstract

L’oggetto di questa tesi è l’analisi della figura del fantasma all’interno di un corpus di sette racconti del fantastico ispanoamericano contemporaneo, scritti da autrici particolarmente dedite a questo genere di scrittura. La scelta di racconti e scrittrici si articola in base a tre assi tematici: il trauma della storia, con riferimento all’epoca della post-dittatura in Argentina, il colonialismo, con riferimento alla convivenza tra popolazione autoctona e popolazione di discendenza coloniale e la condizione postmoderna, con riferimento alla frammentazione del reale esposto all’egemonia dei nuovi media e alla conseguente spinta verso stili di vita che rispondono esclusivamente agli stimoli del modello capitalista vigente. Le scrittrici affrontate sono Mariana Enríquez con i racconti “Cuando habláblamos con los muertos”, “La Hostería” e “Nada de carne sobre nosotras”: il primo inserito nella raccolta Los peligros de fumar en la cama del 2009 e gli altri due nella raccolta Las cosas que perdimos en el fuego del 2016; Liliana Colanzi con il racconto “Chaco”, inserito nella raccolta Nuestro mundo muerto del 2016, Giovanna Rivero con il racconto “Humo”, inserito nella raccolta Para comerte mejor del 2015; Solange Rodríguez Pappe con il racconto “La primera vez que vi un fantasma” inserito nell’omonima raccolta del 2018 e Cecilia Eudave con il rac-conto “7 minutos” inserito nella raccolta Al final del miedo del 2021. Una prima parte del lavoro è dedicata all’introduzione storico-teorica dei concetti di fantasma e fantastico, al fine di poterne inquadrare l’utilizzo e la funzione nel-la letteratura di riferimento. Farò luce sulla natura e sull’utilizzo del fantasma sia in ambito letterario che in ambito scientifico, così come sulle caratteristiche del racconto fantastico con particolare attenzione verso la letteratura ispanoamericana contemporanea. Nella seconda parte entrerò nel vivo dell’analisi dei racconti selezionati grazie all’apporto teorico-critico che vede la riflessione di importanti studiosi e studiose. Testi quali Fantasy. The literature of subversion di Rosemary Jackson (1981), Il fantastisco di Remo Ceserani (1996), Teorías de lo fantástico di David Roas (2001) e Terri-torios de la ficción. Lo fantástico di Rosalba Campra (2008), per citare i più significa-tivi, dialogheranno con il celebre volume di Tzvetan Todorov, Introdution à la literature fantastique (1970), da cui traggono spunto e ispirazione, senza dimenticare di volgere lo sguardo all’altrettanto celebre saggio di Sigmund Freud “Il perturbante” (1919). Spiegherò dunque in che cosa differiscano i fantasmi dei racconti contemporanei analizzati da quelli che infestavano le nobili dimore (perlopiù inglesi) nei racconti e romanzi del sette-ottocento e in che cosa ad essi ancora somiglino e, soprattutto, quali cambiamenti socioculturali siano alla base di tali convergenze o dissonanze, in riferimento alla scrittura definita come “del fantastico”. Per circoscrivere maggiormente il lavoro ho scelto di occuparmi di sole autrici, non per una particolare prolificità in merito a quanto in oggetto rispetto ad autori con caratteristiche simili, ma per dare maggior risalto a quanto normalmente inserito a margine sia del canone, sia del mercato letterario, e che, a mio avviso, merita di avere un palcoscenico tutto per sé.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/55025