La crisi economica e finanziaria mondiale ha posto in evidenza ed ha amplificato la necessità di un maggiore coordinamento e di un rafforzamento della sorveglianza delle politiche economiche dell’Unione Economica e Monetaria. Tutte le esperienze recenti hanno rivelato le lacune e le carenze dell’attuale sistema di coordinamento e delle procedure di sorveglianza esistenti. Vi era in quegli anni un ampio consenso sull’urgenza di rafforzare il quadro normativo dell’UEM per consolidare la stabilità macroeconomica e la sostenibilità delle finanze pubbliche, le quali rappresentano le condizioni preliminari per una crescita durevole della produzione e dell’occupazione. Le istituzioni europee, a tale scopo, hanno avviato nel corso del 2010 una sostanziale revisione del sistema di governance economica dei paesi dell’Unione europea. L’Unione europea, oltre ad approntare nuovi strumenti di sostegno finanziario a favore dei paesi membri colpiti dalla speculazione internazionale ed a promuovere il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, ha posto l’attenzione su un più attento monitoraggio delle scelte nazionali per evitare l’insorgere di ulteriori situazioni di squilibrio. Il Patto di stabilità e crescita, disciplinato dagli art. 121 e 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, sino a qualche anno fa fondato sulla sorveglianza ex post delle politiche di bilancio, non è riuscito ad impedire che squilibri macroeconomici e finanziari di alcuni paesi si riflettessero sulla stabilità finanziaria ed economica dell’Unione europea. L’obiettivo era quindi rafforzarlo, migliorando le disposizioni in esso contenute alla luce dell’esperienza, dotarlo di strumenti più efficaci per contrastarne le violazioni e ad integrarlo con disposizioni relative ai quadri di bilancio nazionali. Per quel che concerne l’Italia, il 6 aprile 2011 la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge avente ad oggetto «Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n.196, conseguenti alle nuove regole adottate dall’Unione Europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati Membri». La nuova normativa era finalizzata ad armonizzare ed allineare il sistema nazionale delle decisioni di bilancio, con particolare riferimento ai contenuti ed alla tempistica di esame dei principali documenti contabili ed alle nuove regole adottate dall’Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri. Precedentemente alla suddetta normativa la legge n.196/2009 «Legge di contabilità e finanza pubblica», impostava un ampio processo di riforma delle regole di finanza pubblica e del sistema di contabilità dello Stato e delle altre amministrazioni pubbliche. L’attuazione della legge n.196/2009 richiedeva già importanti modifiche organizzative e comportamentali da parte delle amministrazioni al fine di correggere alcune criticità del precedente sistema di programmazione e definizione del bilancio dello Stato. La stessa, era volta ad assicurare un governo unitario della finanza pubblica e modificava profondamente il ciclo di bilancio. Nello specifico verranno analizzati: la rimodulazione degli strumenti e del ciclo di bilancio, i nuovi criteri prudenziali della gestione finanziaria, il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, le procedure di tipo top-down ed i tetti di spesa. L’analisi dell’introduzione del principio del pareggio di bilancio sarà, poi, condotta in chiave comparativa con paesi europei.
La riforma del bilancio dello Stato
BISETTO, LUCA
2021/2022
Abstract
La crisi economica e finanziaria mondiale ha posto in evidenza ed ha amplificato la necessità di un maggiore coordinamento e di un rafforzamento della sorveglianza delle politiche economiche dell’Unione Economica e Monetaria. Tutte le esperienze recenti hanno rivelato le lacune e le carenze dell’attuale sistema di coordinamento e delle procedure di sorveglianza esistenti. Vi era in quegli anni un ampio consenso sull’urgenza di rafforzare il quadro normativo dell’UEM per consolidare la stabilità macroeconomica e la sostenibilità delle finanze pubbliche, le quali rappresentano le condizioni preliminari per una crescita durevole della produzione e dell’occupazione. Le istituzioni europee, a tale scopo, hanno avviato nel corso del 2010 una sostanziale revisione del sistema di governance economica dei paesi dell’Unione europea. L’Unione europea, oltre ad approntare nuovi strumenti di sostegno finanziario a favore dei paesi membri colpiti dalla speculazione internazionale ed a promuovere il coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, ha posto l’attenzione su un più attento monitoraggio delle scelte nazionali per evitare l’insorgere di ulteriori situazioni di squilibrio. Il Patto di stabilità e crescita, disciplinato dagli art. 121 e 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, sino a qualche anno fa fondato sulla sorveglianza ex post delle politiche di bilancio, non è riuscito ad impedire che squilibri macroeconomici e finanziari di alcuni paesi si riflettessero sulla stabilità finanziaria ed economica dell’Unione europea. L’obiettivo era quindi rafforzarlo, migliorando le disposizioni in esso contenute alla luce dell’esperienza, dotarlo di strumenti più efficaci per contrastarne le violazioni e ad integrarlo con disposizioni relative ai quadri di bilancio nazionali. Per quel che concerne l’Italia, il 6 aprile 2011 la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge avente ad oggetto «Modifiche alla legge 31 dicembre 2009, n.196, conseguenti alle nuove regole adottate dall’Unione Europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati Membri». La nuova normativa era finalizzata ad armonizzare ed allineare il sistema nazionale delle decisioni di bilancio, con particolare riferimento ai contenuti ed alla tempistica di esame dei principali documenti contabili ed alle nuove regole adottate dall’Unione europea in materia di coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri. Precedentemente alla suddetta normativa la legge n.196/2009 «Legge di contabilità e finanza pubblica», impostava un ampio processo di riforma delle regole di finanza pubblica e del sistema di contabilità dello Stato e delle altre amministrazioni pubbliche. L’attuazione della legge n.196/2009 richiedeva già importanti modifiche organizzative e comportamentali da parte delle amministrazioni al fine di correggere alcune criticità del precedente sistema di programmazione e definizione del bilancio dello Stato. La stessa, era volta ad assicurare un governo unitario della finanza pubblica e modificava profondamente il ciclo di bilancio. Nello specifico verranno analizzati: la rimodulazione degli strumenti e del ciclo di bilancio, i nuovi criteri prudenziali della gestione finanziaria, il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, le procedure di tipo top-down ed i tetti di spesa. L’analisi dell’introduzione del principio del pareggio di bilancio sarà, poi, condotta in chiave comparativa con paesi europei.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/54779