La Corea del Nord o “Regno Eremita” oggi è un grande punto interrogativo per la Comunità Internazionale. È guidata da un folle personaggio folkloristico e uno spietato dittatore in grado di scatenare una guerra nucleare e tenere sotto scacco una superpotenza come gli Stati Uniti. Probabilmente, quella tra Pyongyang, Seul e Washington è la partita più tesa ma meno altisonante degli ultimi anni in cui vi è una vivace corsa agli armamenti capace di far tremare l’intera Europa. A differenza del primo Novecento, la politica di potenza non si sviluppa in un ambiente circoscritto come il continente asiatico e fra flotte navali in cui vince chi costruisce la corazzata più potente, ma si gioca in uno scacchiere di proporzioni esorbitanti dove le dimensioni non sono rilevanti poiché la competizione in atto è essenzialmente economica e politica ma, come insegna Carl Von Clausewitz “la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”, dunque non è da escludere che in futuro si possa arrivare ad un confronto decisamente più fisico di quello attualmente in atto. In un’epoca di crescente globalizzazione è tanto affascinante quanto preoccupante l’avere a che fare con una realtà sostanzialmente diversa. Secondo Amnesty International, la Corea del Nord è uno dei Paesi con la peggiore situazione riguardo i diritti umani e le libertà fondamentali. Le condizioni di vita nella Repubblica Popolare Democratica sono fortemente segnate da una politica economica che aspira all’indipendenza in tutti i campi, a partire da quello della difesa, infatti, l’isolazionismo è andato sempre più crescendo dopo il crollo del muro di Berlino e ciò ha causato un continuo e costante impoverimento della nazione. L’economia si è ridotta del 40% dal 1995 al 2005, provocando la morte per povertà di almeno due milioni di persone su un totale di appena venti milioni di abitanti. A questo incubo si aggiunge la repressione del leader Kim Jong Un e della sua élite governativa che mettono in pratica atti di violenza sfocianti in campi di prigionia, lavoro forzato, corruzione e traffico illecito di armi e stupefacenti. Nel Paese non esiste opposizione, tutto è permesso, la legge è personificata dal suo tiranno che, attraverso la propaganda, controlla il modo di vivere e pensare del suo popolo.
La Corea del Nord: storia, politica e sviluppi futuri
CHIAPPERINO, ALESSANDRO
2021/2022
Abstract
La Corea del Nord o “Regno Eremita” oggi è un grande punto interrogativo per la Comunità Internazionale. È guidata da un folle personaggio folkloristico e uno spietato dittatore in grado di scatenare una guerra nucleare e tenere sotto scacco una superpotenza come gli Stati Uniti. Probabilmente, quella tra Pyongyang, Seul e Washington è la partita più tesa ma meno altisonante degli ultimi anni in cui vi è una vivace corsa agli armamenti capace di far tremare l’intera Europa. A differenza del primo Novecento, la politica di potenza non si sviluppa in un ambiente circoscritto come il continente asiatico e fra flotte navali in cui vince chi costruisce la corazzata più potente, ma si gioca in uno scacchiere di proporzioni esorbitanti dove le dimensioni non sono rilevanti poiché la competizione in atto è essenzialmente economica e politica ma, come insegna Carl Von Clausewitz “la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi”, dunque non è da escludere che in futuro si possa arrivare ad un confronto decisamente più fisico di quello attualmente in atto. In un’epoca di crescente globalizzazione è tanto affascinante quanto preoccupante l’avere a che fare con una realtà sostanzialmente diversa. Secondo Amnesty International, la Corea del Nord è uno dei Paesi con la peggiore situazione riguardo i diritti umani e le libertà fondamentali. Le condizioni di vita nella Repubblica Popolare Democratica sono fortemente segnate da una politica economica che aspira all’indipendenza in tutti i campi, a partire da quello della difesa, infatti, l’isolazionismo è andato sempre più crescendo dopo il crollo del muro di Berlino e ciò ha causato un continuo e costante impoverimento della nazione. L’economia si è ridotta del 40% dal 1995 al 2005, provocando la morte per povertà di almeno due milioni di persone su un totale di appena venti milioni di abitanti. A questo incubo si aggiunge la repressione del leader Kim Jong Un e della sua élite governativa che mettono in pratica atti di violenza sfocianti in campi di prigionia, lavoro forzato, corruzione e traffico illecito di armi e stupefacenti. Nel Paese non esiste opposizione, tutto è permesso, la legge è personificata dal suo tiranno che, attraverso la propaganda, controlla il modo di vivere e pensare del suo popolo.File | Dimensione | Formato | |
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