Il rapporto di subordinazione dell’Irlanda del Nord al Regno Unito affonda le proprie radici al 1167, quando per la prima volta l’allora Regno d’Inghilterra, invase l’Irlanda, conquistando la prima colonia del futuro Impero Britannico. Dal quel momento l’Irlanda ha svolto il ruolo di mera appendice sovrasfruttata della corona inglese, la quale, per facilitare la propria colonizzazione, si è sistematicamente avvalsa di persecuzioni e repressione della popolazione e della cultura locali. Un esempio esplicativo sono le Penal Laws, in vigore dal 1691 al 1778, con cui tradizioni, musica, vestiti, lingua, usanze e quindi l’intera cultura gaelica furono dichiarati illegali e sovente puniti con la pena capitale. L’Inghilterra non si astenne dal mettere in atto uno sradicamento totale della cultura irlandese al fine di sottomettere l’Irlanda non solo dal punto di vista territoriale, ma anche identitario. L’innata tenacia del popolo irlandese, l’Inghilterra ha impiegato fino al 1603 per poter dichiarare l’isola completamente conquistata, ha contribuito ad alimentare gli stereotipi inglesi sul popolo irlandese, visto come particolarmente barbaro e brutale, ignorante perché incapace di comprendere l’intenzione civilizzatrice del Regno britannico. Tale obiettivo era, tuttavia, piuttosto fittizio; la conquista dell’Irlanda era ovviamente una questione di interesse imperialistico della Corona inglese, in quanto l’Irlanda poteva sia rappresentare una possibile concorrente all’egemonia sul commercio marittimo, sia costituire una testa di ponte per i nemici del Regno d’Inghilterra, in particolare per l’Impero Spagnolo. I pregiudizi sulla naturale violenza e sull’inferiorità irlandese hanno fortemente influenzato le relazioni tra i due paesi, anche dopo che nel 1921 le sei contee dell’Ulster formarono l’Irlanda del Nord come parte del Regno Unito, distaccate dalle restanti ventisei, che costituirono l’Eire. L’intrinseco razzismo anti-irlandese nella cultura inglese ha contraddistinto la politica inglese nei confronti dell’Irlanda del Nord, esplosa in un’escalation di violenza dalla fine degli anni ’60, quando l’intervento dei soldati britannici, rigorosamente presentato all’opinione pubblica come volto a pacificare il conflitto tra minoranza cattolico-nazionalista e maggioranza unionista protestante, ha dato vita ad una realtà completamente diversa, caratterizzata da uccisioni ingiustificate, torture ed incarcerazioni sommarie di uomini e donne irlandesi. D’intesa con il relatore del presente lavoro si cerca di ricostruire proprio questo periodo particolarmente cruento delle relazioni anglo-irlandesi, che vide l’inasprirsi delle colluttazioni tra il Governo britannico ed i partiti irlandesi di matrice nazionalista. Si ripercorreranno, infatti, nei primi tre capitoli le fasi principali della questione anglo-irlandese, partendo dalle manifestazioni pacifiche del 1968 fino alla Brexit, con cui l’Irlanda del Nord è stata trascinata fuori dall’Unione Europea. Infine, il quarto capitolo sarà incentrato sul trattamento riservato ai cittadini nord-irlandesi appartenenti alla minoranza cattolico-repubblicana e sulla progressiva erosione dei loro diritti da parte degli esattori della giustizia inglesi, includendo nomi e testimonianze di coloro che hanno perso la vita prematuramente difendendo i propri ideali o essendo semplicemente colpevoli di essere irlandesi.
Relazioni tra Regno Unito ed Irlanda del Nord dalla fine degli anni Sessanta alla Brexi
CAIAZZO, ERICA
2021/2022
Abstract
Il rapporto di subordinazione dell’Irlanda del Nord al Regno Unito affonda le proprie radici al 1167, quando per la prima volta l’allora Regno d’Inghilterra, invase l’Irlanda, conquistando la prima colonia del futuro Impero Britannico. Dal quel momento l’Irlanda ha svolto il ruolo di mera appendice sovrasfruttata della corona inglese, la quale, per facilitare la propria colonizzazione, si è sistematicamente avvalsa di persecuzioni e repressione della popolazione e della cultura locali. Un esempio esplicativo sono le Penal Laws, in vigore dal 1691 al 1778, con cui tradizioni, musica, vestiti, lingua, usanze e quindi l’intera cultura gaelica furono dichiarati illegali e sovente puniti con la pena capitale. L’Inghilterra non si astenne dal mettere in atto uno sradicamento totale della cultura irlandese al fine di sottomettere l’Irlanda non solo dal punto di vista territoriale, ma anche identitario. L’innata tenacia del popolo irlandese, l’Inghilterra ha impiegato fino al 1603 per poter dichiarare l’isola completamente conquistata, ha contribuito ad alimentare gli stereotipi inglesi sul popolo irlandese, visto come particolarmente barbaro e brutale, ignorante perché incapace di comprendere l’intenzione civilizzatrice del Regno britannico. Tale obiettivo era, tuttavia, piuttosto fittizio; la conquista dell’Irlanda era ovviamente una questione di interesse imperialistico della Corona inglese, in quanto l’Irlanda poteva sia rappresentare una possibile concorrente all’egemonia sul commercio marittimo, sia costituire una testa di ponte per i nemici del Regno d’Inghilterra, in particolare per l’Impero Spagnolo. I pregiudizi sulla naturale violenza e sull’inferiorità irlandese hanno fortemente influenzato le relazioni tra i due paesi, anche dopo che nel 1921 le sei contee dell’Ulster formarono l’Irlanda del Nord come parte del Regno Unito, distaccate dalle restanti ventisei, che costituirono l’Eire. L’intrinseco razzismo anti-irlandese nella cultura inglese ha contraddistinto la politica inglese nei confronti dell’Irlanda del Nord, esplosa in un’escalation di violenza dalla fine degli anni ’60, quando l’intervento dei soldati britannici, rigorosamente presentato all’opinione pubblica come volto a pacificare il conflitto tra minoranza cattolico-nazionalista e maggioranza unionista protestante, ha dato vita ad una realtà completamente diversa, caratterizzata da uccisioni ingiustificate, torture ed incarcerazioni sommarie di uomini e donne irlandesi. D’intesa con il relatore del presente lavoro si cerca di ricostruire proprio questo periodo particolarmente cruento delle relazioni anglo-irlandesi, che vide l’inasprirsi delle colluttazioni tra il Governo britannico ed i partiti irlandesi di matrice nazionalista. Si ripercorreranno, infatti, nei primi tre capitoli le fasi principali della questione anglo-irlandese, partendo dalle manifestazioni pacifiche del 1968 fino alla Brexit, con cui l’Irlanda del Nord è stata trascinata fuori dall’Unione Europea. Infine, il quarto capitolo sarà incentrato sul trattamento riservato ai cittadini nord-irlandesi appartenenti alla minoranza cattolico-repubblicana e sulla progressiva erosione dei loro diritti da parte degli esattori della giustizia inglesi, includendo nomi e testimonianze di coloro che hanno perso la vita prematuramente difendendo i propri ideali o essendo semplicemente colpevoli di essere irlandesi.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/54763