Un percorso attraverso la storia della moda che parte dalla definizione del termine "moda" e dalla sua differenziazione dalla definizione storica di "costume", in grado di evidenziare il ruolo svolto dall'espessione vestimentaria, quale preciso segnale di appartenenza a un ceto sociale e/o a una comunità etnica, ma anche un efficace indicatore dell'età, della professione e, ovviamente, di genere, ad un gruppo economico e/o politico ed infine nazionale. Dalla grande egemonia della Francia, nel corso del XVIII secolo la moda diventa anche un settore strategico dell'economia: si cercherà di descrivere la competizione fra lo stile francese e quello inglese che si configura come un confronto economico, ideologico e politico. Si farà cenno al curioso e interessante esempio di difesa e consolidamento dei caratteri identitari, attraverso la definizione di un costume nazionale, messo in atto in Scozia e, alla quasi contemporanea, ricerca di indipendenza delle colonie britanniche d'oltreoceano, che, con il progetto di un'America autarchica, in cui anche l'abbigliamento, sia nei materiali sia nel gusto, rappresentavano un autentico esempio della laboriosità nazionale. Si passerà ad un'approfondita descrizione di quello che possiamo definire come il laboratorio della premodernità in cui furono sperimentate svariate combinazioni di costume e identità, moda e politica: la Rivoluzione francese. Ed infine si cercherà di evidenziare il ruolo svolto dai simboli vestimentari nella costruzione della nazione italiana, approfondendo in particolare il ruolo della stampa di moda in Italia dal Settecento all'Unità e l'uso simbolico degli oggetti e del loro legame con personaggi chiave del lungo Quarantotto italiano.
Percorsi di storia della moda italiana, dalla fine del Settecento alla costruzione di un'identità nazionale
CAVALLO, FRANCESCA NADIA
2016/2017
Abstract
Un percorso attraverso la storia della moda che parte dalla definizione del termine "moda" e dalla sua differenziazione dalla definizione storica di "costume", in grado di evidenziare il ruolo svolto dall'espessione vestimentaria, quale preciso segnale di appartenenza a un ceto sociale e/o a una comunità etnica, ma anche un efficace indicatore dell'età, della professione e, ovviamente, di genere, ad un gruppo economico e/o politico ed infine nazionale. Dalla grande egemonia della Francia, nel corso del XVIII secolo la moda diventa anche un settore strategico dell'economia: si cercherà di descrivere la competizione fra lo stile francese e quello inglese che si configura come un confronto economico, ideologico e politico. Si farà cenno al curioso e interessante esempio di difesa e consolidamento dei caratteri identitari, attraverso la definizione di un costume nazionale, messo in atto in Scozia e, alla quasi contemporanea, ricerca di indipendenza delle colonie britanniche d'oltreoceano, che, con il progetto di un'America autarchica, in cui anche l'abbigliamento, sia nei materiali sia nel gusto, rappresentavano un autentico esempio della laboriosità nazionale. Si passerà ad un'approfondita descrizione di quello che possiamo definire come il laboratorio della premodernità in cui furono sperimentate svariate combinazioni di costume e identità, moda e politica: la Rivoluzione francese. Ed infine si cercherà di evidenziare il ruolo svolto dai simboli vestimentari nella costruzione della nazione italiana, approfondendo in particolare il ruolo della stampa di moda in Italia dal Settecento all'Unità e l'uso simbolico degli oggetti e del loro legame con personaggi chiave del lungo Quarantotto italiano.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/54684