The main theme of this work concerns gender mobility, which took place in the Piedmont around the 16th and 17th centuries. This is a topic that highlights a remarkable change in the female world, questioning the role of women in the court, which is no longer marginal, but rather active and dynamic. At the centre of the following study there is in particular the court of Savoy, in which foreign princesses arrived. For example: Beatrice d'Aviz, infanta of Portugal, who had married Charles II of Savoy in 1521; followed by Catherine of Hapsburg, infanta of Spain and wife of Charles Emmanuel I in 1585, to then conclude with Cristina, princess of France and consort of Vittorio Amedeo I since 1619. In the first chapter there are the theories of different scholars, who supported the principle of egalitarianism between man and woman, a basic concept that should have governed any society. However, while on the one hand the exclusion of the female figure in the field of mobility is very evident, to safeguard her own modesty and morality, on the other hand the presence of the woman is known in the accomplishment of displacements to distant lands, covering different roles. For example, there are the wives of the merchants, the heretics, or even the so-called masculine women, women immersed in the business world through an unknown identity. In this category of traveling women there was certainly the most prestigious, referred to young princesses who became the subject of exchange in the negotiations between the various European kingdoms, intent on entering into alliances and consequently start the wedding trips, better known as travel politicians. The life of these women was marked from birth by a marriage that generated in turn a series of innovations and changes. In this way the figure of the noblewoman acquired particular privileges, but above all she enjoyed a great power, which was manifested both in concomitance and in the absence of her husband, as regent on behalf of the children. This explains why, through these political alliances, the number of women in power grew. From the second chapter there is the presentation of the princesses who reached the court of Savoy. The first was the portuguese Beatrice d'Aviz, whose choice defined the deployment by the Savoy court in favor of the Spanish Kingdom and the interruption of relations with France. In this regard, the princess was able to keep up the name of her family, retaining its own autonomy and a certain ambition. In the third chapter is presented the Spanish princess Catherine of Habsburg, who distinguished herself for a strict religious education, in addition to the fact that she became regent, not in place of her children, but in conjunction with her husband, engaged in military campaigns that they took to stay outside Turin for a long time. The elaboration ends with the French princess Cristina, betrothed to the Duke Vittorio Amedeo I at only thirteen years, but nevertheless she stood up for being one of the most influential Savoy princesses.
Il tema principale del presente lavoro riguarda la mobilità di genere, avvenuta in area piemontese intorno al '500 e '600. Un argomento che evidenzia un notevole mutamento nel mondo femminile, mettendo in discussione il ruolo della donna all'interno della corte, che non risulta più marginale, ma piuttosto attivo e dinamico. Al centro del seguente studio vi è in particolar modo la corte sabauda, in cui sono giunte principesse straniere, ne sono un esempio: Beatrice d'Aviz, infanta di Portogallo, che sposò Carlo II di Savoia nel 1521; seguita da Caterina d'Asburgo, infanta di Spagna e sposa di Carlo Emanuele I nel 1585, per poi concludere con Cristina di Borbone, principessa di Francia, consorte di Vittorio Amedeo I fin dal 1619. Nel primo capitolo sono inserite le teorie di diversi studiosi, che sostenevano il principio di egualitarismo tra uomo e donna, concetto base che avrebbe dovuto governare qualsiasi società. Tuttavia, se da un lato risulta ben evidente l'esclusione della figura femminile nell'ambito della mobilità, per salvaguardare la propria pudicizia e morale, dall'altro, è nota la presenza della donna nel compimento di spostamenti verso terre lontane, ricoprendo diverse vesti. Vi sono ad esempio le mogli dei mercanti, le eretiche, o ancora le cosiddette masculine women, donne immerse nel mondo degli affari tramite un'identità incognita. In questa categoria di donne viaggiatrici rientrava sicuramente la più prestigiosa, ovvero quella relativa alle giovani principesse divenute oggetto di scambio nelle trattative fra i vari regni europei, intenti a stipulare alleanze fra di loro e di conseguenza dare inizio ai viaggi nuziali, meglio conosciuti come viaggi politici. Destini femminili segnati fin dalla nascita da un matrimonio che generava a sua volta una serie di innovazioni e cambiamenti, non solo nelle vite delle principesse, impegnate a garantire continuità alla dinastia in cui venivano accolte, ma anche a livello sociale, con l'introduzione di sontuosi cerimoniali ed entrate trionfali nel nuovo regno, oltre che scambi culturali, religiosi e linguistici. In questo modo la figura della nobildonna acquisiva particolari privilegi, ma soprattutto godeva di un gran potere, che si manifestò sia in concomitanza, che in assenza del marito, in qualità di reggente per conto dei figli. Ecco spiegato il motivo per cui, tramite queste alleanze politiche, cresceva il numero di donne al potere. Dal secondo capitolo in poi vi sono presentate le principesse che raggiunsero la corte sabauda. La prima fu la portoghese Beatrice d'Aviz, la cui scelta definì lo schieramento da parte della corte sabauda a favore degli spagnoli e l'interruzione dei rapporti con la Francia. Proprio a tal proposito, la principessa fu in grado di mantenere alto il nome della sua casata, conservando una propria autonomia e una certa ambizione. Nel terzo capitolo viene presentata la principessa spagnola Caterina d'Asburgo, la quale si distinse per una rigida educazione religiosa, oltre al fatto che divenne reggente, non in sostituzione dei figli, ma in concomitanza con il marito, impegnato nelle campagne militari, che lo portarono a sostare fuori Torino per molto tempo. L'elaborato si conclude con la francese Cristina di Borbone, promessa sposa al duca Vittorio Amedeo I a soli tredici anni, che tuttavia si distinse per essere una delle principesse sabaude più influenti.
Alleanze matrimoniali e mobilità di genere tra '500 e '600. Tre casi di area Sabauda
DEMAIO, ALESSANDRA
2016/2017
Abstract
Il tema principale del presente lavoro riguarda la mobilità di genere, avvenuta in area piemontese intorno al '500 e '600. Un argomento che evidenzia un notevole mutamento nel mondo femminile, mettendo in discussione il ruolo della donna all'interno della corte, che non risulta più marginale, ma piuttosto attivo e dinamico. Al centro del seguente studio vi è in particolar modo la corte sabauda, in cui sono giunte principesse straniere, ne sono un esempio: Beatrice d'Aviz, infanta di Portogallo, che sposò Carlo II di Savoia nel 1521; seguita da Caterina d'Asburgo, infanta di Spagna e sposa di Carlo Emanuele I nel 1585, per poi concludere con Cristina di Borbone, principessa di Francia, consorte di Vittorio Amedeo I fin dal 1619. Nel primo capitolo sono inserite le teorie di diversi studiosi, che sostenevano il principio di egualitarismo tra uomo e donna, concetto base che avrebbe dovuto governare qualsiasi società. Tuttavia, se da un lato risulta ben evidente l'esclusione della figura femminile nell'ambito della mobilità, per salvaguardare la propria pudicizia e morale, dall'altro, è nota la presenza della donna nel compimento di spostamenti verso terre lontane, ricoprendo diverse vesti. Vi sono ad esempio le mogli dei mercanti, le eretiche, o ancora le cosiddette masculine women, donne immerse nel mondo degli affari tramite un'identità incognita. In questa categoria di donne viaggiatrici rientrava sicuramente la più prestigiosa, ovvero quella relativa alle giovani principesse divenute oggetto di scambio nelle trattative fra i vari regni europei, intenti a stipulare alleanze fra di loro e di conseguenza dare inizio ai viaggi nuziali, meglio conosciuti come viaggi politici. Destini femminili segnati fin dalla nascita da un matrimonio che generava a sua volta una serie di innovazioni e cambiamenti, non solo nelle vite delle principesse, impegnate a garantire continuità alla dinastia in cui venivano accolte, ma anche a livello sociale, con l'introduzione di sontuosi cerimoniali ed entrate trionfali nel nuovo regno, oltre che scambi culturali, religiosi e linguistici. In questo modo la figura della nobildonna acquisiva particolari privilegi, ma soprattutto godeva di un gran potere, che si manifestò sia in concomitanza, che in assenza del marito, in qualità di reggente per conto dei figli. Ecco spiegato il motivo per cui, tramite queste alleanze politiche, cresceva il numero di donne al potere. Dal secondo capitolo in poi vi sono presentate le principesse che raggiunsero la corte sabauda. La prima fu la portoghese Beatrice d'Aviz, la cui scelta definì lo schieramento da parte della corte sabauda a favore degli spagnoli e l'interruzione dei rapporti con la Francia. Proprio a tal proposito, la principessa fu in grado di mantenere alto il nome della sua casata, conservando una propria autonomia e una certa ambizione. Nel terzo capitolo viene presentata la principessa spagnola Caterina d'Asburgo, la quale si distinse per una rigida educazione religiosa, oltre al fatto che divenne reggente, non in sostituzione dei figli, ma in concomitanza con il marito, impegnato nelle campagne militari, che lo portarono a sostare fuori Torino per molto tempo. L'elaborato si conclude con la francese Cristina di Borbone, promessa sposa al duca Vittorio Amedeo I a soli tredici anni, che tuttavia si distinse per essere una delle principesse sabaude più influenti.File | Dimensione | Formato | |
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