La malattia di Parkinson è un disturbo neurodegenerativo cronico e progressivo, caratterizzato principalmente da sintomi motori, quali il tremore a riposo, la bradicinesia e la rigidità muscolare (Brooks, 2008; Cotelli et al., 2017). Il principale trattamento farmacologico utilizzato per la gestione dei sintomi della malattia di Parkinson prevede una somministrazione spesso elevata di farmaci anti-parkinsoniani, come la Levodopa. Nonostante sia riconosciuto come il farmaco più efficace per il trattamento dei sintomi della malattia di Parkinson, la Levodopa causa però numerosi effetti collaterali e complicanze motorie (Fahn, 2005). Alla descrizione dei sintomi e dei trattamenti della malattia di Parkinson è dedicato il Capitolo 1. Nel Capitolo 2 si definisce cosa si intende per effetto placebo e si sottolinea quanto le aspettative, l'apprendimento (Benedetti, 2014) e la consapevolezza dei pazienti riguardanti la terapia che viene somministrata, insieme al contesto psicosociale (Brody, 2000; Benedetti, 2013), giochino un ruolo cruciale nel determinare gli esiti di una terapia (effetto placebo o effetto nocebo). Ai fini del lavoro sperimentale oggetto di questa tesi, è significativo analizzare i risultati degli studi sull'approccio open-hidden, in cui si evidenzia come il fatto di somministrare o interrompere una terapia in modalità aperta (il paziente è consapevole del fatto che la terapia sta per essere somministrata o interrotta) o nascosta (il paziente è inconsapevole del fatto che la terapia sta per essere somministrata o interrotta), può modulare le aspettative dei pazienti e di conseguenza l'andamento dei sintomi. In particolare, come si vedrà, l'interruzione in modalità aperta di un trattamento induce nei pazienti aspettative negative e causa un significativo peggioramento dei sintomi; al contrario, l'interruzione del trattamento in modalità nascosta non causa un peggioramento dei sintomi, poiché non induce aspettative negative (Amanzio et al., 2001; Benedetti et al., 2003; Bootzin, 2003; Colloca et al., 2004). Diversi studi hanno dimostrato inoltre che l'effetto placebo ha importanti basi neurobiologiche, che si possono osservare in diverse condizioni cliniche, come il dolore o la malattia di Parkinson. Nello specifico della malattia di Parkinson, come si vedrà nel Capitolo 3, le risposte placebo sono caratterizzate da miglioramento dei sintomi motori (Pollo et al., 2002) e da cambiamenti neurobiologici, come un significativo rilascio di dopamina nello striato (de la Fuente-Fernandez et al., 2001). Partendo da quanto detto nei capitoli introduttivi, l'obiettivo del lavoro sperimentale, oggetto del quarto capitolo, era indagare se e come le aspettative dei pazienti influiscono sull'efficacia dei farmaci anti-Parkinson e, in particolare, valutare gli effetti della consapevolezza o inconsapevolezza dei pazienti riguardo al dimezzamento della dose di Levodopa. È stato utilizzato un protocollo sperimentale, in cui la dose mattutina di Levodopa dei pazienti è stata dimezzata in modalità aperta o in modalità nascosta. In linea con quanto detto sull'approccio open-hidden, il dimezzamento della dose di farmaco in modalità nascosta, con i pazienti inconsapevoli, ha portato a un miglioramento clinico; al contrario, il dimezzamento della dose in modalità aperta, ha portato a un significativo peggioramento della performance motoria.

Riduzione dell'assunzione di farmaci nella malattia di Parkinson: il ruolo dell'aspettativa

BITELLI, MARIA MADDALENA
2016/2017

Abstract

La malattia di Parkinson è un disturbo neurodegenerativo cronico e progressivo, caratterizzato principalmente da sintomi motori, quali il tremore a riposo, la bradicinesia e la rigidità muscolare (Brooks, 2008; Cotelli et al., 2017). Il principale trattamento farmacologico utilizzato per la gestione dei sintomi della malattia di Parkinson prevede una somministrazione spesso elevata di farmaci anti-parkinsoniani, come la Levodopa. Nonostante sia riconosciuto come il farmaco più efficace per il trattamento dei sintomi della malattia di Parkinson, la Levodopa causa però numerosi effetti collaterali e complicanze motorie (Fahn, 2005). Alla descrizione dei sintomi e dei trattamenti della malattia di Parkinson è dedicato il Capitolo 1. Nel Capitolo 2 si definisce cosa si intende per effetto placebo e si sottolinea quanto le aspettative, l'apprendimento (Benedetti, 2014) e la consapevolezza dei pazienti riguardanti la terapia che viene somministrata, insieme al contesto psicosociale (Brody, 2000; Benedetti, 2013), giochino un ruolo cruciale nel determinare gli esiti di una terapia (effetto placebo o effetto nocebo). Ai fini del lavoro sperimentale oggetto di questa tesi, è significativo analizzare i risultati degli studi sull'approccio open-hidden, in cui si evidenzia come il fatto di somministrare o interrompere una terapia in modalità aperta (il paziente è consapevole del fatto che la terapia sta per essere somministrata o interrotta) o nascosta (il paziente è inconsapevole del fatto che la terapia sta per essere somministrata o interrotta), può modulare le aspettative dei pazienti e di conseguenza l'andamento dei sintomi. In particolare, come si vedrà, l'interruzione in modalità aperta di un trattamento induce nei pazienti aspettative negative e causa un significativo peggioramento dei sintomi; al contrario, l'interruzione del trattamento in modalità nascosta non causa un peggioramento dei sintomi, poiché non induce aspettative negative (Amanzio et al., 2001; Benedetti et al., 2003; Bootzin, 2003; Colloca et al., 2004). Diversi studi hanno dimostrato inoltre che l'effetto placebo ha importanti basi neurobiologiche, che si possono osservare in diverse condizioni cliniche, come il dolore o la malattia di Parkinson. Nello specifico della malattia di Parkinson, come si vedrà nel Capitolo 3, le risposte placebo sono caratterizzate da miglioramento dei sintomi motori (Pollo et al., 2002) e da cambiamenti neurobiologici, come un significativo rilascio di dopamina nello striato (de la Fuente-Fernandez et al., 2001). Partendo da quanto detto nei capitoli introduttivi, l'obiettivo del lavoro sperimentale, oggetto del quarto capitolo, era indagare se e come le aspettative dei pazienti influiscono sull'efficacia dei farmaci anti-Parkinson e, in particolare, valutare gli effetti della consapevolezza o inconsapevolezza dei pazienti riguardo al dimezzamento della dose di Levodopa. È stato utilizzato un protocollo sperimentale, in cui la dose mattutina di Levodopa dei pazienti è stata dimezzata in modalità aperta o in modalità nascosta. In linea con quanto detto sull'approccio open-hidden, il dimezzamento della dose di farmaco in modalità nascosta, con i pazienti inconsapevoli, ha portato a un miglioramento clinico; al contrario, il dimezzamento della dose in modalità aperta, ha portato a un significativo peggioramento della performance motoria.
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