European Union has had to deal with terrorism since its beginning. Some countries, such as Italy and Germany, has experienced terrorism for decades. In the last years, the treat of jihadism has has put a huge pressure on European Institutions and its member states. There are two characteristics of the European Union which influence the approach it has in the fight against terrorism. These are the preference for peaceful methods instead of violent ones which is linked with its soft power and the persistent national division which can create conflicts between members states. The first aspect has a positive nature due to the efficiency of nonviolent instruments against the threat of terrorism. For instance, national intelligence services are able to arrest dangerous individuals thanks to their knowledge of the former’s communication systems. The use of soft power deals with the exercise of political influence towards other parts of the world. European Union can transmit its ideals and values becoming a source of attraction for other countries. However, at the same time, the presence of national divisions negatively influences European common action against the problem of terrorism. These divisions relate to different aspects, such as judiciary ones or national prerogatives. The decisional system itself, which in the case of the Common Foreign and Security Policy is unanimity, does not guarantee a correct development of European action against the treat. Different interests and communication problems do not allow for a proper cooperation in the Union too. The situation has evolved after the Paris attacks of the 13 November 2015. Probably, the impact of the most terrible attack France has experienced since the end of the Second Word War has been so huge that it has moved the member states themselves. In the last years cooperation between European countries has increased at a high rate in the fields of security and defence from terrorism and other treats. One example is the birth of the European Counter Terrorism Center. The adoption of directives and the launch of common actions has finally guaranteed the success of European Institutions in their fight against terrorism. Even though the Islamic State is the main protagonist of my thesis, other kinds of treats are analysed too, like political extremist groups using terrorism. These treats are still common in the whole continent and are fought by European Union institutions every day. European Union continues to legislate against common treats. Its acts and actions have made it possible for member states’ agencies and bodies to cooperate, both at the judiciary and investigative levels. Even though a European military body still remains only a project, the common use of nonviolent measures has spread all over the continent. Thanks to this evolution, European Union nowadays offers higher levels of security and can follow its objectives and ideals. This is possible also thanks to the enhanced cooperation between member states.
L’Unione Europea affronta il problema del terrorismo sin dalla sua nascita. Alcuni Paesi come l’Italia hanno avuto esperienza del fenomeno per decenni. Negli ultimi anni la minaccia jihadista ha innalzato i livelli di pressione sulle istituzioni europee e sugli Stati membri. Esistono due caratteristiche dell’Unione Europea che influenzano l’approccio che questa persegue nella lotta al terrorismo, ovvero la preferenza per mezzi alternativi alla violenza armata e la persistente divisione nazionale che porta a conflitti tra i membri. Il primo aspetto nasconde una natura positiva dovuta all’efficacia che i mezzi non militari hanno nello sconfiggere la minaccia terroristica. Ad esempio, le intelligence nazionali sono in grado di frenare individui pericolosi grazie alla loro conoscenza dei loro mezzi di comunicazione. Anche l’uso del soft power è compreso come l’esercizio di influenza europea ad altre parti del mondo. L'Unione Europea agisce in questo senso trasmettendo i suoi ideali e valori e fungendo da fonte d’attrazione per altri Paesi. Allo stesso tempo, tuttavia, la presenza di divisioni nazionali inficia l’azione europea comune contro il problema. Esse possono riguardare diversi aspetti, dai diversi apparati giudiziari alle diverse prerogative dei singoli. Ciò inficia la lotta al terrorismo. Lo stesso sistema decisionale unanime in seno alla Common Foreign and Security Policy, che si occupa anche di terrorismo, non garantisce spesso l’avvio di interventi europei. Inoltre, gli interessi e le differenze nei sistemi nazionali causano problemi comunicativi e quindi cooperativi. La situazione sembra però modificarsi a seguito degli attentati di Parigi del novembre 2015. Forse l’impatto dell’evento più sanguinoso verificatosi su suolo francese dalla Seconda Guerra Mondiale è stato così immenso da smuovere gli animi politici dei Paesi europei. Negli ultimi anni, infatti, la cooperazione tra Paesi europei a livello di politica di difesa e sicurezza antiterroristica ha raggiunto livelli senza precedenti, con la nascita dell’European Counter Terrorism Center ad esempio. L’adozione di direttive e l’avvio di azioni comuni ha infine garantito il successo per le istituzioni europee nella loro lotta contro il terrorismo. Sebbene il fenomeno jihadista dell’ISIS sia il principale protagonista della tesi, altri tipi di minacce simili vengono affrontate, come il terrorismo dei gruppi di estremisti politici. Si tratta di casi che ancora oggi interessano il continente e che continuano ad impegnare le Istituzioni dell’Unione Europea. L’UE sta continuando in questi ultimi anni ad agire contro questi pericoli. Gli atti delle sue Istituzioni hanno riavvicinato gli apparati nazionali, giudiziari e investigativi, oltre che di sicurezza. Sebbene la prospettiva di una difesa europea di tipo militare sia ancora un progetto discusso, l’uso comune del soft power ha già avuto una diffusione di successo nel continente. Grazie a ciò, ora l’Unione Europea garantisce livelli di sicurezza più elevati e può perseguire i suoi ideali contando anche su un avvicinamento dei suoi membri e una maggiore volontà di cooperazione.
L'Unione Europea e anti terrorismo tra soft power e divisioni nazionali
PROVENZALE, EMANUELE
2021/2022
Abstract
L’Unione Europea affronta il problema del terrorismo sin dalla sua nascita. Alcuni Paesi come l’Italia hanno avuto esperienza del fenomeno per decenni. Negli ultimi anni la minaccia jihadista ha innalzato i livelli di pressione sulle istituzioni europee e sugli Stati membri. Esistono due caratteristiche dell’Unione Europea che influenzano l’approccio che questa persegue nella lotta al terrorismo, ovvero la preferenza per mezzi alternativi alla violenza armata e la persistente divisione nazionale che porta a conflitti tra i membri. Il primo aspetto nasconde una natura positiva dovuta all’efficacia che i mezzi non militari hanno nello sconfiggere la minaccia terroristica. Ad esempio, le intelligence nazionali sono in grado di frenare individui pericolosi grazie alla loro conoscenza dei loro mezzi di comunicazione. Anche l’uso del soft power è compreso come l’esercizio di influenza europea ad altre parti del mondo. L'Unione Europea agisce in questo senso trasmettendo i suoi ideali e valori e fungendo da fonte d’attrazione per altri Paesi. Allo stesso tempo, tuttavia, la presenza di divisioni nazionali inficia l’azione europea comune contro il problema. Esse possono riguardare diversi aspetti, dai diversi apparati giudiziari alle diverse prerogative dei singoli. Ciò inficia la lotta al terrorismo. Lo stesso sistema decisionale unanime in seno alla Common Foreign and Security Policy, che si occupa anche di terrorismo, non garantisce spesso l’avvio di interventi europei. Inoltre, gli interessi e le differenze nei sistemi nazionali causano problemi comunicativi e quindi cooperativi. La situazione sembra però modificarsi a seguito degli attentati di Parigi del novembre 2015. Forse l’impatto dell’evento più sanguinoso verificatosi su suolo francese dalla Seconda Guerra Mondiale è stato così immenso da smuovere gli animi politici dei Paesi europei. Negli ultimi anni, infatti, la cooperazione tra Paesi europei a livello di politica di difesa e sicurezza antiterroristica ha raggiunto livelli senza precedenti, con la nascita dell’European Counter Terrorism Center ad esempio. L’adozione di direttive e l’avvio di azioni comuni ha infine garantito il successo per le istituzioni europee nella loro lotta contro il terrorismo. Sebbene il fenomeno jihadista dell’ISIS sia il principale protagonista della tesi, altri tipi di minacce simili vengono affrontate, come il terrorismo dei gruppi di estremisti politici. Si tratta di casi che ancora oggi interessano il continente e che continuano ad impegnare le Istituzioni dell’Unione Europea. L’UE sta continuando in questi ultimi anni ad agire contro questi pericoli. Gli atti delle sue Istituzioni hanno riavvicinato gli apparati nazionali, giudiziari e investigativi, oltre che di sicurezza. Sebbene la prospettiva di una difesa europea di tipo militare sia ancora un progetto discusso, l’uso comune del soft power ha già avuto una diffusione di successo nel continente. Grazie a ciò, ora l’Unione Europea garantisce livelli di sicurezza più elevati e può perseguire i suoi ideali contando anche su un avvicinamento dei suoi membri e una maggiore volontà di cooperazione.File | Dimensione | Formato | |
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