This is a research on the relationship between sloth, melancholy and the noonday demon in the ancient world. The investigation will be limited to the work of Evagrius Ponticus and John Cassian and to the literature preceding them, with a cut that chooses to privilege the production in Latin language. In the first chapter, devoted mainly to an analysis of the testimonies related to the Greek-speaking world, it will emerge that, behind the thought of Evagrius Ponticus on sloth, there is a reflection, spread in the monastic environment, which refers, on the one hand to a reinterpretation of Plato, mediated by the thought of Origen, on the other to theories borrowed from ancient medicine. In the second, the focus will be on the analysis of evidence relating to sloth, melancholy and the noonday demon within the Latin-speaking world, with particular attention to late antiquity. It will emerge that, in the Latin context, an investigation on the problem of sloth had already been "prepared" by authors apparently far from the thought of monastic environments (Lucretius, Cicero, Horace, Seneca); while it will be clear that the concept of meridian demon was, for a long time, employed exclusively as literary τόπος and only Christian readers of Psalm 90 (91) will begin to look at it with a different perspective. The juxtaposition of sloth to the meridian demon, therefore, is something new for the Latin public, although important precedents can be found during the four centuries preceding the work of Cassian. There will also be space to analyze the evidence on melancholy contained in the main medical treatises of late antiquity with the aim of tracing analogies and differences with the concept of sloth. The work is mainly structured as a presentation of texts with their commentary and the perspectives adopted are of different nature: the instruments borrowed from literary criticism are used predominantly, without neglecting the historical dimension of events and the implications that the topics covered have within the societies that produce them.
Questo lavoro di tesi di laurea magistrale in "Filologia, letterature e storia dell'antichità" si costituisce come una ricerca sul rapporto tra accidia, melancolia e demone meridiano nel mondo antico. L’indagine sarà limitata all'opera di Evagrio Pontico e Giovanni Cassiano e alla letteratura ad essi precedente, con un taglio che sceglie di privilegiare la produzione in lingua latina. Nel primo capitolo, dedicato principalmente ad un'analisi delle testimonianza relative al mondo grecofono, emergerà come, alle spalle del pensiero di Evagrio Pontico sull'accidia, si situi una riflessione, diffusa in ambiente monastico, che si rifà, da un lato a una rilettura di Platone, mediata dal pensiero di Origene, dall’altro a teorie mutuate dalla medicina antica. Nel secondo l'attenzione sarà concentrata sull'analisi di testimonianze relative all’accidia, alla melancolia e al demone meridiano all'interno del mondo latinofono, con particolare attenzione alla tarda antichità. Emergerà come, in ambito latino, un’indagine sul problema dell’accidia fosse già stata “preparata” da autori apparentemente lontani dal pensiero degli ambienti monastici (Lucrezio, Cicerone, Orazio, Seneca); mentre risulterà chiaro che il concetto di demone meridiano è stato, per lungo tempo, impiegato esclusivamente come τόπος letterario e solo i lettori cristiani del salmo 90 (91) cominceranno a guardare ad esso con una prospettiva diversa. L’accostamento dell’accidia al demone meridiano, quindi, è per il pubblico latino, qualcosa di inedito, sebbene si possano riscontrare importanti precedenti nel corso dei quattro secoli che precedono l’opera di Cassiano. Inoltre si dedicherà spazio all'analisi delle testimonianze sulla melancolia contenute nei principali trattati di medicina della tarda antichità con l'obiettivo di rintracciare analogie e differenze con il concetto di accidia. Il lavoro si articola prevalentemente come una presentazione di testi con relativo commento e le prospettive adottate sono di diversa natura: vengono utilizzati in maniera preponderante gli strumenti mutuati dalla critica letteraria, senza trascurare la dimensione storica degli eventi e le implicazioni che gli argomenti trattati hanno all’interno delle società che li producono.
L'accidia, la melancolia e il demone meridiano nella letteratura latina tardoantica
RAVERA CHION, ANDREA PIO
2022/2023
Abstract
Questo lavoro di tesi di laurea magistrale in "Filologia, letterature e storia dell'antichità" si costituisce come una ricerca sul rapporto tra accidia, melancolia e demone meridiano nel mondo antico. L’indagine sarà limitata all'opera di Evagrio Pontico e Giovanni Cassiano e alla letteratura ad essi precedente, con un taglio che sceglie di privilegiare la produzione in lingua latina. Nel primo capitolo, dedicato principalmente ad un'analisi delle testimonianza relative al mondo grecofono, emergerà come, alle spalle del pensiero di Evagrio Pontico sull'accidia, si situi una riflessione, diffusa in ambiente monastico, che si rifà, da un lato a una rilettura di Platone, mediata dal pensiero di Origene, dall’altro a teorie mutuate dalla medicina antica. Nel secondo l'attenzione sarà concentrata sull'analisi di testimonianze relative all’accidia, alla melancolia e al demone meridiano all'interno del mondo latinofono, con particolare attenzione alla tarda antichità. Emergerà come, in ambito latino, un’indagine sul problema dell’accidia fosse già stata “preparata” da autori apparentemente lontani dal pensiero degli ambienti monastici (Lucrezio, Cicerone, Orazio, Seneca); mentre risulterà chiaro che il concetto di demone meridiano è stato, per lungo tempo, impiegato esclusivamente come τόπος letterario e solo i lettori cristiani del salmo 90 (91) cominceranno a guardare ad esso con una prospettiva diversa. L’accostamento dell’accidia al demone meridiano, quindi, è per il pubblico latino, qualcosa di inedito, sebbene si possano riscontrare importanti precedenti nel corso dei quattro secoli che precedono l’opera di Cassiano. Inoltre si dedicherà spazio all'analisi delle testimonianze sulla melancolia contenute nei principali trattati di medicina della tarda antichità con l'obiettivo di rintracciare analogie e differenze con il concetto di accidia. Il lavoro si articola prevalentemente come una presentazione di testi con relativo commento e le prospettive adottate sono di diversa natura: vengono utilizzati in maniera preponderante gli strumenti mutuati dalla critica letteraria, senza trascurare la dimensione storica degli eventi e le implicazioni che gli argomenti trattati hanno all’interno delle società che li producono.File | Dimensione | Formato | |
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