What is the Blues? Nobody knows. Everyone knows. As Paul Oliver says, the blues is both a state of mind and a music that gives voice to it. But the blues is also – this time according to Elisa De Munari – a radical music, the indispensable aspect of which is its political role. Throughout history, attempts to cage the blues in a single definition are countless. Yet, the blues somehow always manages to escape them, proving itself a well. A well into which the more you dig, the more you can find, without there necessarily having to be an end to the search. My personal answer to the question "What is the Blues?" is that no one knows, everyone knows. For to delve into the blues is to delve into the human soul, into history, into contradiction, into music, into feeling. Aware of the infinite possibilities that this musical genre has to offer and the endless avenues it would allow, this thesis focuses on a selected and specific aspect: women and the blues, with a particular focus on two pivotal figures in female blues, Gertrude "Ma" Rainey and Bessie Smith. The thesis is divided into three parts: a first, dedicated to a socio-historical framing of the musical genre, a second with a focus on the first blues record, which was mainly female, and finally a third monographic one, related to two selected and very important voices, which were, precisely, those of the so-called mother of the blues, "Ma" Rainey, and her colleague and "heir" Bessie Smith. If the first chapter deals with aspects related to blues tout court, such as the origins, content and form, aesthetics of this music and so on, the central part of the paper takes on an anthropological and political slant. The goal is to rediscover the value and courage demonstrated by these female artists and of the significant cultural legacy they left behind, undoubtedly capable of going far beyond the merely musical aspect-as equally important and noteworthy as it is. The songs, the voices, the personalities of figures, such as "Ma" Rainey and Bessie Smith, left a very deep mark, both musically and politically-socially. A mark that we often, still in our days, try to reject, hide or simply leave aside in order to give more space to men, and that here we will try instead to bring back to light. Because, even though a hundred years have passed since their tangible mark on this earth, and despite the presence of a patriarchal and misogynistic society that is still partly prevalent today, the women of the blues have much to teach.
Che cos’è il Blues? Nessuno lo sa. Tutti lo sanno. Come dice Paul Oliver il blues è sia uno stato d’animo che una musica che gli dà voce. Ma il blues è anche – questa volta secondo Elisa De Munari – una musica radicale, il cui aspetto irrinunciabile è il suo ruolo politico. Nel corso della storia, i tentativi di ingabbiare il blues in una definizione univoca sono innumerevoli. Eppure, il blues in qualche modo riesce sempre a sfuggirne, dimostrandosi pozzo. Un pozzo dentro al quale più si scava e più si riesce a trovare, senza che ci debba essere per forza una fine alla ricerca. La mia personale risposta alla domanda “Che cosa è il Blues?” è che nessuno lo sa, tutti lo sanno. Poiché addentrarsi nel blues è come addentrarsi nell’animo umano, nella storia, nella contraddizione, nella musica, nel sentimento. Consapevole delle infinite possibilità che questo genere musicale ha da offrire e delle infinite vie che permetterebbe di percorrere, questa tesi si concentra su un aspetto selezionato e specifico: le donne e il blues, con un focus particolare su due figure cardine del blues femminile, Gertrude “Ma” Rainey e Bessie Smith. La tesi è suddivisa in tre parti: una prima, dedicata ad un inquadramento socio-storico del genere musicale, una seconda con un focus al primo blues discografico, che fu principalmente femminile, infine una terza monografica, legata a due voci scelte e importantissime, quali furono, appunto, quelle della cosiddetta madre del blues, “Ma” Rainey, e della sua collega ed “erede” Bessie Smith. Se nel primo capitolo si affrontano aspetti legati al blues tout court, quali le origini, il contenuto e la forma, l’estetica di questa musica e così via, la parte centrale dell’elaborato assume un taglio antropologico e politico. L’obiettivo è quello di riscoprire il valore e il coraggio dimostrato da queste artiste donne e della significativa eredità culturale che lasciarono, senz’altro capace di andare ben oltre l’aspetto meramente musicale – per quanto altrettanto importantissimo e degno di nota –. Le canzoni, la voce, la personalità di figure, come “Ma” Rainey e Bessie Smith, lasciarono un segno profondissimo, sia a livello musicale che a livello politico-sociale. Un segno che spesso, ancora ai giorni nostri, si tenta di rifiutare, nascondere o semplicemente lasciare da parte per dare più spazio agli uomini, e che qui si tenterà invece di riportare alla luce. Perché, anche se sono passati cento anni dalla loro traccia tangibile su questa terra, e nonostante la presenza di una società patriarcale e misogina ancora oggi in parte imperante, le donne del blues hanno molto da insegnare.
DONNE E BLUES: MUSICA DIMENTICATA E INSEGNAMENTI DI VITA
DECAROLI, BEATRICE
2021/2022
Abstract
Che cos’è il Blues? Nessuno lo sa. Tutti lo sanno. Come dice Paul Oliver il blues è sia uno stato d’animo che una musica che gli dà voce. Ma il blues è anche – questa volta secondo Elisa De Munari – una musica radicale, il cui aspetto irrinunciabile è il suo ruolo politico. Nel corso della storia, i tentativi di ingabbiare il blues in una definizione univoca sono innumerevoli. Eppure, il blues in qualche modo riesce sempre a sfuggirne, dimostrandosi pozzo. Un pozzo dentro al quale più si scava e più si riesce a trovare, senza che ci debba essere per forza una fine alla ricerca. La mia personale risposta alla domanda “Che cosa è il Blues?” è che nessuno lo sa, tutti lo sanno. Poiché addentrarsi nel blues è come addentrarsi nell’animo umano, nella storia, nella contraddizione, nella musica, nel sentimento. Consapevole delle infinite possibilità che questo genere musicale ha da offrire e delle infinite vie che permetterebbe di percorrere, questa tesi si concentra su un aspetto selezionato e specifico: le donne e il blues, con un focus particolare su due figure cardine del blues femminile, Gertrude “Ma” Rainey e Bessie Smith. La tesi è suddivisa in tre parti: una prima, dedicata ad un inquadramento socio-storico del genere musicale, una seconda con un focus al primo blues discografico, che fu principalmente femminile, infine una terza monografica, legata a due voci scelte e importantissime, quali furono, appunto, quelle della cosiddetta madre del blues, “Ma” Rainey, e della sua collega ed “erede” Bessie Smith. Se nel primo capitolo si affrontano aspetti legati al blues tout court, quali le origini, il contenuto e la forma, l’estetica di questa musica e così via, la parte centrale dell’elaborato assume un taglio antropologico e politico. L’obiettivo è quello di riscoprire il valore e il coraggio dimostrato da queste artiste donne e della significativa eredità culturale che lasciarono, senz’altro capace di andare ben oltre l’aspetto meramente musicale – per quanto altrettanto importantissimo e degno di nota –. Le canzoni, la voce, la personalità di figure, come “Ma” Rainey e Bessie Smith, lasciarono un segno profondissimo, sia a livello musicale che a livello politico-sociale. Un segno che spesso, ancora ai giorni nostri, si tenta di rifiutare, nascondere o semplicemente lasciare da parte per dare più spazio agli uomini, e che qui si tenterà invece di riportare alla luce. Perché, anche se sono passati cento anni dalla loro traccia tangibile su questa terra, e nonostante la presenza di una società patriarcale e misogina ancora oggi in parte imperante, le donne del blues hanno molto da insegnare.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
827071_beatricedecaroli-tesipdfdefinitiva.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.69 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.69 MB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/54553