La gestione non farmacologica dell’ansia nel paziente in cure palliative: una revisione della letteratura

Introduction: Thanks to the progress made in the medical field, in recent years there has been an increase in chronic diseases. These require nursing care focused not so much on healing, but more on maintaining the best possible quality of life for the patient and their loved ones until the end of life. Among the symptoms that significantly alter well-being in palliative care patients, one of the main ones is anxiety. It is common in this population but is difficult to correctly evaluate and treat. Since pharmacological treatments have not proven effective, the objectives of this review were to evaluate which are the main non-pharmacological approaches that proved to be effective for reducing anxiety in patients in palliative care and to investigate the field of autonomy of nurse in this context. Materials and methods: The bibliographic research was carried out on four databases using the keywords "anxiety", "nursing", "palliative care", "non-pharmacological treatments". Studies were chosen based on the degree of response to the research question and the level of evidence they provided. Results: Complementary therapies that have been shown to be effective in reducing anxiety in palliative care patients are acupuncture, expressive therapies, massage techniques and body-mind therapies. Conflicting results have been observed regarding aromatherapy. No evidence of effectiveness has been highlighted for foot reflexology and energy therapies. Furthermore, some of these complementary therapies also proved to be effective in reducing other symptoms such as nausea, pain, fatigue and depression. Discussion and Conclusions: Despite the evidence in favor of the use of complementary therapies, they are still rarely used, especially in Italy. The nurse, who represents the key figure for the recognition of anxiety and for its non-pharmacological treatment, is often not sufficiently trained or, due to organizational deficiencies, is unable to promote the use of these approaches.

Introduzione: Grazie ai progressi ottenuti in campo medico, negli ultimi anni si è assistito ad un aumento delle malattie croniche. Queste richiedono un’assistenza infermieristica incentrata, non tanto sulla guarigione, quanto più sul mantenimento della migliore qualità di vita possibile per la persona assistita e per i suoi cari fino alla fine della vita. Tra i sintomi che vanno ad alterare significativamente il benessere nei pazienti in cure palliative, uno dei principali è l’ansia. Essa è comune in questa popolazione ma difficilmente viene correttamente valutata e trattata. Dal momento che i trattamenti farmacologici non si sono dimostrati efficaci, gli obiettivi di questa revisione sono stati valutare quali siano i principali approcci non farmacologici che si sono mostrati efficaci per ridurre l’ansia nel paziente in cure palliative e indagare il campo di autonomia dell’infermiere in questo contesto. Materiali e metodi: La ricerca bibliografica è stata effettuata su quattro database utilizzando le parole chiave ”ansia”, ”infermieristica”, ”cure palliative”, ”trattamenti non farmacologici”. La scelta degli studi si è basata sul grado di rispondenza al quesito di ricerca e sul livello di evidenza che fornivano. Risultati: Le terapie complementari che si sono mostrate efficaci nel ridurre l’ansia nei pazienti in cure palliative sono l’agopuntura, le terapie espressive, le tecniche di massaggio e le terapie corpo-mente. Risultati contrastanti sono stati osservati per quanto riguarda l’aromaterapia. Non sono state evidenziate prove di efficacia per la riflessologia plantare e per le terapie energetiche. Alcune di queste terapie complementari, inoltre, si sono mostrate efficaci anche nel ridurre altri sintomi quali nausea, dolore, fatigue e depressione. Discussione e Conclusioni: Nonostante le evidenze a favore dell’uso delle terapie complementari, esse vengono ancora scarsamente impiegate, soprattutto in Italia. L’infermiere che rappresenta la figura chiave per il riconoscimento dell’ansia e per il suo trattamento non farmacologico, non è spesso sufficientemente formato o a causa delle carenze organizzative non riesce a promuovere l’utilizzo di questi approcci.