Gli effetti dannosi dell'amianto sulla salute umana sono noti fin dall'inizio del secolo scorso. L'esposizione occupazionale ad amianto causa patologie dell'apparato respiratorio, quali fibrosi polmonare, placche della pleura e del peritoneo, mesotelioma e carcinoma polmonare. Le fibre di amianto entrano nel nostro organismo tramite due principali processi: la respirazione e l'ingestione. Nel primo caso le fibre raggiungono il tessuto polmonare attraverso le vie respiratorie e il passaggio delle fibre è fortemente dipendente dalle loro dimensioni. Nel secondo caso le fibre raggiungono l'apparato digerente attraverso il cibo e l'acqua. Alcune ricerche supportano l'ipotesi che le fibre di amianto possano raggiungere anche organi extra-polmonari mediante il sistema linfatico e circolatorio. Fibre di amianto di anfibolo sono state rilevate nelle urine, nei reni e nel fegato, nel miocardio, milza, encefalo, nel colon, nell'ovario e nelle tube di Falloppio, nel peritoneo, nell'omento e nel mesentere, nonché nella placenta e in alcuni organi fetali. Attualmente, in letteratura sono limitati gli studi relativi ad indagini su fibre di amianto in campioni di sangue di esseri umani. La dimostrazione della presenza di fibre di amianto nel sangue confermerebbe il loro passaggio dagli alveoli polmonari all'apparato circolatorio e/o linfatico e potrebbe quindi essere considerata un indicatore di esposizione. La difficoltà di indagare la presenza di particelle esogene nel sangue è legata principalmente ai metodi di preparazione dei campioni. Lo scopo della tesi è la messa a punto di un metodo, non invasivo, per la valutazione, mediante il Microscopio Elettronico in Scansione (SEM) con annesso Spettrometro in Dispersione di Energia (EDS), della presenza di fibre inorganiche in campioni di sangue. Il lavoro è consistito nel trattamento di campioni di sangue al fine di ottenere una soluzione che, in seguito a filtrazione, possa essere esaminata al SEM-EDS e quindi poter rilevare la presenza di eventuali fibre. Sono state seguite tre differenti procedure: trattamento con acqua distillata, digestione chimica, centrifugazione. I risultati ottenuti sono preliminari: delle tre differenti procedure, il trattamento con acqua distillata e la centrifugazione non hanno dato risultati soddisfacenti; quella che prevede la digestione chimica sembra essere la migliore e quella su cui concentrare le future indagini. In un secondo momento, questo metodo potrà essere utilizzato per indagini di tipo quantitativo.
Valutazione mediante SEM-EDS della presenza di fibre inorganiche in campioni di sangue: approccio preliminare.
DE FEO, MARTA
2015/2016
Abstract
Gli effetti dannosi dell'amianto sulla salute umana sono noti fin dall'inizio del secolo scorso. L'esposizione occupazionale ad amianto causa patologie dell'apparato respiratorio, quali fibrosi polmonare, placche della pleura e del peritoneo, mesotelioma e carcinoma polmonare. Le fibre di amianto entrano nel nostro organismo tramite due principali processi: la respirazione e l'ingestione. Nel primo caso le fibre raggiungono il tessuto polmonare attraverso le vie respiratorie e il passaggio delle fibre è fortemente dipendente dalle loro dimensioni. Nel secondo caso le fibre raggiungono l'apparato digerente attraverso il cibo e l'acqua. Alcune ricerche supportano l'ipotesi che le fibre di amianto possano raggiungere anche organi extra-polmonari mediante il sistema linfatico e circolatorio. Fibre di amianto di anfibolo sono state rilevate nelle urine, nei reni e nel fegato, nel miocardio, milza, encefalo, nel colon, nell'ovario e nelle tube di Falloppio, nel peritoneo, nell'omento e nel mesentere, nonché nella placenta e in alcuni organi fetali. Attualmente, in letteratura sono limitati gli studi relativi ad indagini su fibre di amianto in campioni di sangue di esseri umani. La dimostrazione della presenza di fibre di amianto nel sangue confermerebbe il loro passaggio dagli alveoli polmonari all'apparato circolatorio e/o linfatico e potrebbe quindi essere considerata un indicatore di esposizione. La difficoltà di indagare la presenza di particelle esogene nel sangue è legata principalmente ai metodi di preparazione dei campioni. Lo scopo della tesi è la messa a punto di un metodo, non invasivo, per la valutazione, mediante il Microscopio Elettronico in Scansione (SEM) con annesso Spettrometro in Dispersione di Energia (EDS), della presenza di fibre inorganiche in campioni di sangue. Il lavoro è consistito nel trattamento di campioni di sangue al fine di ottenere una soluzione che, in seguito a filtrazione, possa essere esaminata al SEM-EDS e quindi poter rilevare la presenza di eventuali fibre. Sono state seguite tre differenti procedure: trattamento con acqua distillata, digestione chimica, centrifugazione. I risultati ottenuti sono preliminari: delle tre differenti procedure, il trattamento con acqua distillata e la centrifugazione non hanno dato risultati soddisfacenti; quella che prevede la digestione chimica sembra essere la migliore e quella su cui concentrare le future indagini. In un secondo momento, questo metodo potrà essere utilizzato per indagini di tipo quantitativo.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
741411_tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
3.61 MB
Formato
Adobe PDF
|
3.61 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/54378