Even if for a long time ignored by the dominant official discourse, the amazigh component -generally known as berber- has played an important role in the sociopolitical dynamics of the Moroccan state since the times of the French colonization. However, only in the last years this "minority" has become aware of its own potential and it has organized itself into a cultural movement, with nuances more and more political, aimed at moving appeals of identity recognition to the regime, strongly characterized for its Arabo-Islamic character. Such appeals concern above all Tamazigh, the language spoken nowadays by around the 40% of the Moroccan population, because the language is the first element of identity representation, as well as a strong tool useful to tell the national narrative. The present thesis undertakes the chronological path through which the Amazigh element, subaltern, marginalized or instrumentalized by the mainstream discourse over time, has finally passed from being the object to be the subject of the history. A trial that has culminated in the elaboration of consolidated claims whose results have emerged in the last years in terms of official achievements such as the creation of the Institut royal de la culture Amazigh, IRCAM, the (partial) integration of the language in the educational system and its costituzionalization of the same one, beside the Arab.
Sebbene a lungo ignorata dal discorso ufficiale dominante, la componente amazigh -generalmente conosciuta come berbera- ha giocato un'importante ruolo nelle dinamiche sociopolitiche dello stato marocchino fin dai tempi della colonizzazione francese. È però soltanto negli ultimi anni che questa ¿minoranza¿ ha preso coscienza del proprio potenziale e si è organizzata in un movimento dapprima culturale poi a sfumature sempre più politiche, volto a muovere istanze di riconoscimento identitario al regime, fortemente connotato per il suo carattere arabo-musulmano. Tali richieste ruotano soprattutto attorno alla lingua tamazigh, parlata oggi da circa il 40% della popolazione marocchina, perché la lingua è il primo elemento di rappresentazione di un'identità nonché un forte strumento di potere utile per raccontare la narrativa nazionale. La presente tesi intraprende il percorso cronologico tramite cui l'elemento amazigh, nel tempo subalterno, marginalizzato, strumentalizzato dalla corrente mainstream, è infine passato da essere oggetto a soggetto storico. Un processo che è culminato nell'elaborazione di consolidate rivendicazioni, i cui frutti sono emersi negli ultimi anni in termini di traguardi ufficiali come la creazione dell'Institut royal de la culture amazigh, IRCAM, la (parziale) integrazione della lingua nel sistema educativo e la costituzionalizzazione della stessa accanto all'arabo. Di ognuno dei tre esempi viene tracciato il percorso che ha portato al riconoscimento e vengono presentati i principali attori, le strutture ed i documenti di riferimento. Con l'appoggio di letture tanto accademiche quanto giornalistiche, si passa poi ad approfondire le percezioni emerse in seno alla stessa popolazione berbera. L'analisi è inserita nel quadro teorico della glottopolitica, disciplina che studia i diversi approcci e le pratiche di una società nei confronti della lingua, ed apre la strada ad altre molteplici considerazioni di ordine politico-culturale e socio-economico, ad esempio circa le strategie di formazione statale, le relazioni tra una nazione e le minoranze interne presenti sul suo territorio ed il riconoscimento del pluralismo etnico come componente essenziale per l'indicatore di democrazia.
Lingua, identità e potere: il popolo amazigh e la politica linguistica marocchina
RENAUDI, ANNA
2015/2016
Abstract
Sebbene a lungo ignorata dal discorso ufficiale dominante, la componente amazigh -generalmente conosciuta come berbera- ha giocato un'importante ruolo nelle dinamiche sociopolitiche dello stato marocchino fin dai tempi della colonizzazione francese. È però soltanto negli ultimi anni che questa ¿minoranza¿ ha preso coscienza del proprio potenziale e si è organizzata in un movimento dapprima culturale poi a sfumature sempre più politiche, volto a muovere istanze di riconoscimento identitario al regime, fortemente connotato per il suo carattere arabo-musulmano. Tali richieste ruotano soprattutto attorno alla lingua tamazigh, parlata oggi da circa il 40% della popolazione marocchina, perché la lingua è il primo elemento di rappresentazione di un'identità nonché un forte strumento di potere utile per raccontare la narrativa nazionale. La presente tesi intraprende il percorso cronologico tramite cui l'elemento amazigh, nel tempo subalterno, marginalizzato, strumentalizzato dalla corrente mainstream, è infine passato da essere oggetto a soggetto storico. Un processo che è culminato nell'elaborazione di consolidate rivendicazioni, i cui frutti sono emersi negli ultimi anni in termini di traguardi ufficiali come la creazione dell'Institut royal de la culture amazigh, IRCAM, la (parziale) integrazione della lingua nel sistema educativo e la costituzionalizzazione della stessa accanto all'arabo. Di ognuno dei tre esempi viene tracciato il percorso che ha portato al riconoscimento e vengono presentati i principali attori, le strutture ed i documenti di riferimento. Con l'appoggio di letture tanto accademiche quanto giornalistiche, si passa poi ad approfondire le percezioni emerse in seno alla stessa popolazione berbera. L'analisi è inserita nel quadro teorico della glottopolitica, disciplina che studia i diversi approcci e le pratiche di una società nei confronti della lingua, ed apre la strada ad altre molteplici considerazioni di ordine politico-culturale e socio-economico, ad esempio circa le strategie di formazione statale, le relazioni tra una nazione e le minoranze interne presenti sul suo territorio ed il riconoscimento del pluralismo etnico come componente essenziale per l'indicatore di democrazia.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/54362