When a war breaks out, nothing is the same as before. This research attempts to address the concept of war in a broad sense from the perspective of single-channel video arts and mono/multi-screen video installations. How did the artists deal with the theme of war using the video-artistic medium? How can we talk about the war without representing it by means of reportage and referential images? How can we make a war in progress movie without being present in the middle of the conflict ground or the battlefield? These are some questions that inspired this investigation. 17 video-artistic works are analyzed from a formal and content point of view with the aim of answering the previous questions. Secondly, the question was asked: can we lead to a theory for the war video art? The seventeenth work is an experimental attempt by the author of the thesis to address the question posed also in a practical way. How to recount an ongoing war without using referential images or abstractionism? The last focus of the research is on the concept of the absurd and absurdity of war faced by anti-war artists throughout history. The latter, stripping the scene and revealing the artistic medium, have tried to free the representation from the hegemony of the narrative-dramatic apparatus with the aim of projecting the absurdity of war, but this thesis intends to counter these ideas and face war as a human phenomenon and not contrary to the logic of thought in the sense of an absurd concept. The works that will be addressed are as follows 1987, The Art of Memory, Woody Vasulka, USA 1994, 10ms-1, Douglas Gordon, Scotland 1999-presente, Objects of War, Lamia Joreige, Lebanon 2001, Le Conte du Monde Flottant, Alain Escalle, France 2003-2005, Tulse Luper Suitcases(1-2), Peter Greenaway, Wales 2005-2007, Last Riot, AES+F, Russia 2007, A Proposal for an Iraq War Memorial, Iman Issa, Egypt 2007, The Casting, Omer Fast, Israel 2009, Serious Games I-IV, Harun Farocki, Germany 2011, Legacy(Scots Irish/Irish Scots), Roderick Buchanan, Scotland 2011, Pipe dreams, Ali Cherri, Lebanon 2011, Weird War, Albert Alcoz, Spain 2012, Abraham Lincoln war veteran project, Krzysztof Wodiczko, Poland 2019, 48 War Movies, Christian Marclay, USA 2019, Echo Bow, Aziz Hazara, Afghanistan 2021, Feelings of War, Eija Temiseva, Finland 2022-23, War is not weird, Amir Shadman, Iran
Quando scoppia la guerra niente è come prima. Questa ricerca tenta di affrontare il concetto della guerra in senso lato in ottica dei videoarti monocanali e le videoinstallazioni mono/multi screen. Come gli artisti hanno affrontato il tema della guerra con il mezzo videoartistico? Come si può parlare della guerra senza rappresentarla e rincorrere al reportage e alle immagini referenziali? Come si può fare un film di guerra in corso senza recarsi nel suolo di conflitto e nel campo di battaglia? Sono alcune domande che hanno ispirato quest’indagine. 17 opere videoartistiche vengono analizzate dal punto di vista formale e contenutistiche con lo scopo di rispondere alle domande precedenti. In seconda istanza, si è posto la domanda: si può arrivare ad una teoria per il videoarte della guerra? La diciasettesima opera è un tentativo sperimentale dell’autore della tesi per affrontare la questione posta anche in modo pratico. Come raccontare una guerra in corso senza rincorrere alle immagini referenziali o all’astrattismo? L’ultima attenzione della ricerca è rivolta al concetto dell’assurdo e all’assurdità della guerra affrontata dagli artisti anti-war durante la storia. Quest’ultimi, spogliando la scena e rivelando il mezzo artistico hanno cercato di liberare la rappresentazione dall’egemonia dell’apparato narrativo-drammatico con lo scopo di proiettare l’assurdità della guerra, ma questa tesi intende contrastare queste idee e affrontare la guerra come un fenomento umano e non al contrario della logica del pensiero ovvero l’assurda. Le opere che verranno affrontate sono: 1987, The Art of Memory, Woody Vasulka, Stati Uniti di America 1994, 10ms-1, Douglas Gordon, Scozia 1999-presente, Objects of War, Lamia Joreige, Libano 2001, Le Conte du Monde Flottant, Alain Escalle, Francia 2003-2005, Tulse Luper Suitcases(1-2), Peter Greenaway, Galles 2005-2007, Last Riot, AES+F, Russia 2007, A Proposal for an Iraq War Memorial, Iman Issa, Egitto 2007, The Casting, Omer Fast, Israele 2009, Serious Games I-IV, Harun Farocki, Germania 2011, Legacy(Scots Irish/Irish Scots), Roderick Buchanan, Scozia 2011, Pipe dreams, Ali Cherri, Libano 2011, Weird War, Albert Alcoz, Spagna 2012, Abraham Lincoln war veteran project, Krzysztof Wodiczko, Polonia 2019, 48 War Movies, Christian Marclay, Stati Uniti di America 2019, Echo Bow, Aziz Hazara, Afganistan 2021, Feelings of War, Eija Temiseva, Finlandia 2022-23, La guerra non è assurda, Amir Shadman, Iran
War(s) in Video Art: Ricerca di stile e il linguaggio espressivo nel videoarte di guerra, iL caso studio di video monocanali e video installazioni single/multi-screen
SHADMAN, AMIR
2022/2023
Abstract
Quando scoppia la guerra niente è come prima. Questa ricerca tenta di affrontare il concetto della guerra in senso lato in ottica dei videoarti monocanali e le videoinstallazioni mono/multi screen. Come gli artisti hanno affrontato il tema della guerra con il mezzo videoartistico? Come si può parlare della guerra senza rappresentarla e rincorrere al reportage e alle immagini referenziali? Come si può fare un film di guerra in corso senza recarsi nel suolo di conflitto e nel campo di battaglia? Sono alcune domande che hanno ispirato quest’indagine. 17 opere videoartistiche vengono analizzate dal punto di vista formale e contenutistiche con lo scopo di rispondere alle domande precedenti. In seconda istanza, si è posto la domanda: si può arrivare ad una teoria per il videoarte della guerra? La diciasettesima opera è un tentativo sperimentale dell’autore della tesi per affrontare la questione posta anche in modo pratico. Come raccontare una guerra in corso senza rincorrere alle immagini referenziali o all’astrattismo? L’ultima attenzione della ricerca è rivolta al concetto dell’assurdo e all’assurdità della guerra affrontata dagli artisti anti-war durante la storia. Quest’ultimi, spogliando la scena e rivelando il mezzo artistico hanno cercato di liberare la rappresentazione dall’egemonia dell’apparato narrativo-drammatico con lo scopo di proiettare l’assurdità della guerra, ma questa tesi intende contrastare queste idee e affrontare la guerra come un fenomento umano e non al contrario della logica del pensiero ovvero l’assurda. Le opere che verranno affrontate sono: 1987, The Art of Memory, Woody Vasulka, Stati Uniti di America 1994, 10ms-1, Douglas Gordon, Scozia 1999-presente, Objects of War, Lamia Joreige, Libano 2001, Le Conte du Monde Flottant, Alain Escalle, Francia 2003-2005, Tulse Luper Suitcases(1-2), Peter Greenaway, Galles 2005-2007, Last Riot, AES+F, Russia 2007, A Proposal for an Iraq War Memorial, Iman Issa, Egitto 2007, The Casting, Omer Fast, Israele 2009, Serious Games I-IV, Harun Farocki, Germania 2011, Legacy(Scots Irish/Irish Scots), Roderick Buchanan, Scozia 2011, Pipe dreams, Ali Cherri, Libano 2011, Weird War, Albert Alcoz, Spagna 2012, Abraham Lincoln war veteran project, Krzysztof Wodiczko, Polonia 2019, 48 War Movies, Christian Marclay, Stati Uniti di America 2019, Echo Bow, Aziz Hazara, Afganistan 2021, Feelings of War, Eija Temiseva, Finlandia 2022-23, La guerra non è assurda, Amir Shadman, IranFile | Dimensione | Formato | |
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