Il presente lavoro di tesi ha come oggetto d’indagine la produzione di Andrea Camilleri che più esplicitamente si occupa di questioni civili e sociali. Si è partiti dall’inquadrare in maniera generica la collocazione storica e letteraria del poliedrico autore, che non ha desistito in ogni ambito a essere una voce critica degli anni da lui vissuti. Si è cercato di mettere a fuoco alcune questioni preliminari; nello specifico, partendo da alcune critiche mosse da altri intellettuali ed esperti si è indagato il suo particolare modo di concepire: il genere “giallo” adoperato come veicolo per interrogarsi sulla società, sulle grandi questioni morali, per scoprire quei fili sottili che regolano l’agire umano, senza intellettualismi e con ironia. La scelta del dialetto, un idioletto inventato in grado di esprimere sia il sentimento che la razionalità, non uno strumento, ma la quintessenza della sua narrativa che risponde a molteplici funzioni identitarie e semantiche. Infine l’essere continuatore di una tradizione siciliana che fa capo ad autori da Pirandello a Sciascia che tendono ad una rappresentazione del sociale. Alcune voci hanno criticato per questo la mancanza di una marcata denuncia dei mali della Sicilia, teatro in cui sono ambientate le vicende, prima fra tutti il nodo della mafia. Si è cercato di dimostrare come Camilleri diversifichi la voce a seconda dello strumento utilizzato: se nella serie di gialli, evita di esaltare i mafiosi a livello letterario, nei romanzi storici e civili e negli interventi giornalistici, la sua voce di denuncia è più marcata, in quanto ritenuti mezzi idonei alla comprensione del suo messaggio di impegno. Con l’esame diretto della sua produzione letteraria in cui più nello specifico è possibile riscontrare il suo impegno civile e sociale, si tenta di sganciare la sua memoria dall’esclusiva attribuzione della serie poliziesca e di ripristinare un quadro più articolato. Si è partiti cronologicamente dalla sua produzione lirica giovanile, già di impegno civile, e si è proseguito con l’analisi letteraria di alcuni romanzi storici ritenuti più significativi, scelti dal suo vasto corpus. Secondo Camilleri il romanzo storico dà la possibilità di raccontare la realtà nel suo divenire processuale e di delineare le sfumature dell’esistenza. Infatti oltre a far riscoprire eventi del passato, spesso tralasciati dalla storiografia ufficiale, le storie che indagano in maniera diversa i rapporti con qualche forma di potere, sono funzionali a riflessioni civili sulla contemporaneità, sempre condotte con spiccata ironia. In particolare si è esaminato: Un filo di fumo, considerato un testo generatore che contiene in nuce le strutture conoscitive della successiva produzione. I saggi La strage dimenticata e La bolla di componenda che indagano le mistificazioni della storia. Il Birraio di Preston, incentrato sulle ambiguità della verità. La banda Sacco, che offre una visione privilegiata sulla sfiducia nei confronti della giustizia. Infine parte della sua produzione giornalistica e saggistica pubblicata su periodici e quotidiani, con un focus particolare sulla collaborazione con «Micromega». Per lo svolgimento del presente lavoro oltre alle fonti primarie costituite dai romanzi, dalla produzione giornalistica e saggistica, è stato utile servirsi delle varie interviste rilasciate, sia orali che scritte. Imprescindibile inoltre lo studio della bibliografia critica.

Un’indagine nell’intelaiatura letteraria di Andrea Camilleri: la lente della denuncia sociale e dell’impegno civile

GAMBINO, FLAVIA
2021/2022

Abstract

Il presente lavoro di tesi ha come oggetto d’indagine la produzione di Andrea Camilleri che più esplicitamente si occupa di questioni civili e sociali. Si è partiti dall’inquadrare in maniera generica la collocazione storica e letteraria del poliedrico autore, che non ha desistito in ogni ambito a essere una voce critica degli anni da lui vissuti. Si è cercato di mettere a fuoco alcune questioni preliminari; nello specifico, partendo da alcune critiche mosse da altri intellettuali ed esperti si è indagato il suo particolare modo di concepire: il genere “giallo” adoperato come veicolo per interrogarsi sulla società, sulle grandi questioni morali, per scoprire quei fili sottili che regolano l’agire umano, senza intellettualismi e con ironia. La scelta del dialetto, un idioletto inventato in grado di esprimere sia il sentimento che la razionalità, non uno strumento, ma la quintessenza della sua narrativa che risponde a molteplici funzioni identitarie e semantiche. Infine l’essere continuatore di una tradizione siciliana che fa capo ad autori da Pirandello a Sciascia che tendono ad una rappresentazione del sociale. Alcune voci hanno criticato per questo la mancanza di una marcata denuncia dei mali della Sicilia, teatro in cui sono ambientate le vicende, prima fra tutti il nodo della mafia. Si è cercato di dimostrare come Camilleri diversifichi la voce a seconda dello strumento utilizzato: se nella serie di gialli, evita di esaltare i mafiosi a livello letterario, nei romanzi storici e civili e negli interventi giornalistici, la sua voce di denuncia è più marcata, in quanto ritenuti mezzi idonei alla comprensione del suo messaggio di impegno. Con l’esame diretto della sua produzione letteraria in cui più nello specifico è possibile riscontrare il suo impegno civile e sociale, si tenta di sganciare la sua memoria dall’esclusiva attribuzione della serie poliziesca e di ripristinare un quadro più articolato. Si è partiti cronologicamente dalla sua produzione lirica giovanile, già di impegno civile, e si è proseguito con l’analisi letteraria di alcuni romanzi storici ritenuti più significativi, scelti dal suo vasto corpus. Secondo Camilleri il romanzo storico dà la possibilità di raccontare la realtà nel suo divenire processuale e di delineare le sfumature dell’esistenza. Infatti oltre a far riscoprire eventi del passato, spesso tralasciati dalla storiografia ufficiale, le storie che indagano in maniera diversa i rapporti con qualche forma di potere, sono funzionali a riflessioni civili sulla contemporaneità, sempre condotte con spiccata ironia. In particolare si è esaminato: Un filo di fumo, considerato un testo generatore che contiene in nuce le strutture conoscitive della successiva produzione. I saggi La strage dimenticata e La bolla di componenda che indagano le mistificazioni della storia. Il Birraio di Preston, incentrato sulle ambiguità della verità. La banda Sacco, che offre una visione privilegiata sulla sfiducia nei confronti della giustizia. Infine parte della sua produzione giornalistica e saggistica pubblicata su periodici e quotidiani, con un focus particolare sulla collaborazione con «Micromega». Per lo svolgimento del presente lavoro oltre alle fonti primarie costituite dai romanzi, dalla produzione giornalistica e saggistica, è stato utile servirsi delle varie interviste rilasciate, sia orali che scritte. Imprescindibile inoltre lo studio della bibliografia critica.
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