Identité italienne. L'art en Italie depuis 1959 il an exhibition that took place at the Centre Pompidou in 1981 and was curated by Germano Celant with the collaboration of the association Incontri Internazionali d'Arte. The catalog, first tool for studying an exhibition, does not provide, in this case, the information hoped for, but instead becomes the subject of particular attention during the analysis. After some introductory essays (including the last written by Carla Lonzi), it presents itself as a wide chronology that, month by month, lists a selection of artistic, historical and political events, which took place in Italy and abroad from 1st January 1959 to 31th December 1980, considered necessary to understand the context in which the works exhibited were born and the complexity of the Italian cultural identity. Being outside the chronological period examined, the exhibition is not even mentioned and for this reason it was crucial to reconstruct the list of the art works in the exhibition. A comparison of loan requests and the related answers with other archival documents and with the reviews of the time made it possible to determine which works were really exposed, while the direct comparison with some of the artists confirmed the results of the research or raised doubts that it was then possible to clarify by reconstructing with them the events of those days. Besides the verification of the exhibited works, the thesis proposes a critical reading, with precise references to the documents (above all to Celant's correspondence). Identité also presented a wide selection of documents (novels, essays, invitations and exhibition catalogs, newspaper articles, records and theatrical programs) and it was possible to trace the material exhibited thanks to some lists kept in the Pompidou Center archives and in those of the International Meetings (today at MAXXI in Rome) and reproduced in an appendix to the thesis. The documents are not only a corollary to the works, but the deliberate and insistent testimony of the way of proceeding of Celant, who wrote to Lonardi, presenting his first ideas for the exhibition, of wanting to "attempt a reconstruction for historical facts", even at cost of a "vulgar sociology", with an approach that is found, expanded, in the catalog-chronology. The study of correspondence between the curator and Pontus Hulten has, however, revealed significant links with subsequent exhibitions: the project initially hypothesized for Identité is in fact considerably more ambitious than the one actually realized and shows surprising affinities with The Italian Metamorphosis 1943-1968, edited from Celant to the Guggenheim Museum in New York thirteen years later. In the meantime, however, the climate has changed and the differences between the two exhibitions return two different images of Italian identity.
Identité italienne. L'art en Italie depuis 1959 si svolse presso il Centre Pompidou nel 1981 e fu curata da Germano Celant con la collaborazione dell'associazione Incontri Internazionali d'Arte. Il catalogo, primo strumento per chi si accinga a studiare una mostra, non fornisce, nel caso di Identité, le informazioni sperate, ma diventa al contrario oggetto di particolare attenzione in sede di analisi. Dopo alcuni saggi introduttivi (tra cui l'ultimo scritto di Carla Lonzi), esso si presenta come un'ampia cronologia che, mese per mese, elenca una selezione di eventi artistici, storici, politici e di cronaca, avvenuti in Italia e all'estero, dal 1 gennaio 1959 al 31 dicembre 1980, considerati necessari alla comprensione del contesto in cui le opere esposte sono nate e, più in generale, alla resa della complessità dell'identità culturale italiana. Essendo fuori dall'arco cronologico preso in esame, la mostra non viene nemmeno citata e questo ha reso necessaria la ricostruzione della lista delle opere esposte. Una comparazione delle richieste di prestito e delle relative risposte con gli altri documenti d'archivio e con le recensioni dell'epoca ha permesso di stabilire quali lavori fossero realmente esposti, mentre il confronto diretto con alcuni degli artisti ha confermato i risultati della ricerca o sollevato dubbi che è stato poi possibile chiarire ricostruendo insieme a loro gli eventi di quei giorni. Oltre alla verifica delle opere esposte, la tesi ne propone una lettura critica, con riferimenti precisi ai documenti (soprattutto alla corrispondenza di Celant). Identité presentava inoltre un'ampia selezione di documenti (romanzi, saggi, inviti e cataloghi di mostre, articoli di giornale, dischi e programmi teatrali) ed è stato possibile risalire al materiale esposto grazie ad alcune liste conservate negli archivi del Centre Pompidou e in quelli degli Incontri internazionali (oggi al MAXXI di Roma) e riprodotte in appendice alla tesi. I documenti non sono solo un corollario alle opere, ma la voluta e insistita testimonianza del modo di procedere di Celant, che scriveva a Lonardi, presentando le sue prime idee per la mostra, di voler «tentare una ricostruzione per fatti storici», anche a costo di «un sociologismo ¿un po' volgare» , con un'impostazione che si ritrova, ampliata, nel catalogo-cronologia. Lo studio della corrispondenza tra il curatore e Pontus Hulten ha fatto però emergere soprattutto significativi legami con mostre successive: il progetto inizialmente ipotizzato per Identité è infatti notevolmente più ambizioso di quello poi effettivamente realizzato e mostra sorprendenti affinità con The Italian Metamorphosis 1943-1968, curata da Celant al Guggenheim Museum di New York tredici anni dopo. Nel frattempo però il clima è mutato e le differenze tra le due mostre restituiscono due immagini diverse dell'identità italiana.
Identité italienne 1981. Storia e significati di una mostra
CAMMARATA, SILVIA MARIA SARA
2017/2018
Abstract
Identité italienne. L'art en Italie depuis 1959 si svolse presso il Centre Pompidou nel 1981 e fu curata da Germano Celant con la collaborazione dell'associazione Incontri Internazionali d'Arte. Il catalogo, primo strumento per chi si accinga a studiare una mostra, non fornisce, nel caso di Identité, le informazioni sperate, ma diventa al contrario oggetto di particolare attenzione in sede di analisi. Dopo alcuni saggi introduttivi (tra cui l'ultimo scritto di Carla Lonzi), esso si presenta come un'ampia cronologia che, mese per mese, elenca una selezione di eventi artistici, storici, politici e di cronaca, avvenuti in Italia e all'estero, dal 1 gennaio 1959 al 31 dicembre 1980, considerati necessari alla comprensione del contesto in cui le opere esposte sono nate e, più in generale, alla resa della complessità dell'identità culturale italiana. Essendo fuori dall'arco cronologico preso in esame, la mostra non viene nemmeno citata e questo ha reso necessaria la ricostruzione della lista delle opere esposte. Una comparazione delle richieste di prestito e delle relative risposte con gli altri documenti d'archivio e con le recensioni dell'epoca ha permesso di stabilire quali lavori fossero realmente esposti, mentre il confronto diretto con alcuni degli artisti ha confermato i risultati della ricerca o sollevato dubbi che è stato poi possibile chiarire ricostruendo insieme a loro gli eventi di quei giorni. Oltre alla verifica delle opere esposte, la tesi ne propone una lettura critica, con riferimenti precisi ai documenti (soprattutto alla corrispondenza di Celant). Identité presentava inoltre un'ampia selezione di documenti (romanzi, saggi, inviti e cataloghi di mostre, articoli di giornale, dischi e programmi teatrali) ed è stato possibile risalire al materiale esposto grazie ad alcune liste conservate negli archivi del Centre Pompidou e in quelli degli Incontri internazionali (oggi al MAXXI di Roma) e riprodotte in appendice alla tesi. I documenti non sono solo un corollario alle opere, ma la voluta e insistita testimonianza del modo di procedere di Celant, che scriveva a Lonardi, presentando le sue prime idee per la mostra, di voler «tentare una ricostruzione per fatti storici», anche a costo di «un sociologismo ¿un po' volgare» , con un'impostazione che si ritrova, ampliata, nel catalogo-cronologia. Lo studio della corrispondenza tra il curatore e Pontus Hulten ha fatto però emergere soprattutto significativi legami con mostre successive: il progetto inizialmente ipotizzato per Identité è infatti notevolmente più ambizioso di quello poi effettivamente realizzato e mostra sorprendenti affinità con The Italian Metamorphosis 1943-1968, curata da Celant al Guggenheim Museum di New York tredici anni dopo. Nel frattempo però il clima è mutato e le differenze tra le due mostre restituiscono due immagini diverse dell'identità italiana.File | Dimensione | Formato | |
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