Lo scopo della presente tesi a carattere sperimentale è quello di caratterizzare i sedimenti clastici e chimici che possono venire trasportati dall'acqua in un ambiente di grotta e successivamente inglobati nelle deposizioni carbonatiche che costituiscono l'Alabastro di Busca. Oltre alla caratterizzazione mineralogica più classica volta ad identificare le fasi minerali inorganiche presenti nei cosiddetti livelli detritici della concrezione, è stata presentata una metodologia di approccio inusuale sugli speleotemi: cioè l'analisi e l'identificazione di alcune tipologie di sostanze organiche che, così come accade con le particelle detritiche minerali, vengono catturate dall'acqua in superficie, trasportate all'interno del sistema carsico e intrappolate negli orizzonti carbonatici al momento della formazione degli speleotemi stessi. I campioni analizzati provenienti dalle cave di Alabastro del comune di Busca, sono individuati da 3 porzioni di concrezione, una sezione sottile per l'analisi della frazione detritica, e un campione di suolo. Le analisi mediante SEM-EDS sono servite per la caratterizzazione della concrezione ed hanno permesso l'analisi statistico mineralogica dei frammenti minerali presenti in diversi orizzonti dei campioni scelti. Con l'utilizzo del microscopio ottico si è potuto caratterizzare la sezione sottile MN319. In essa si è potuto osservare la morfologia, la composizione della roccia, e determinare la presenza e abbondanza del materiale detritico in assenza di trattamenti chimici. I risultati dalla spettrometria IR si sono ottenuti dopo una particolare preparazione dei campioni di concrezione e di suolo che ha permesso l'estrazione di acidi umici, fulvici e umina (che risultano essere la probabile causa della colorazione dell'alabastro). A seguito delle analisi effettuate si è riscontrato che le sostanze organiche sono presenti e ben identificabili. Per quanto riguarda i campioni di Alabastro di Busca, non si sono riscontrate marcate differenze nella presenza organica tra i livelli chiari e i livelli scuri, e questo conferma l'ipotesi che le sostanze organiche siano presenti in tutti i layers, sia in quelli scuri (in parte detritici e in parte non detritici) sia in quelli chiari (costituiti da calcite pura). Usando un campione di suolo, caratterizzato da un notevole contenuto organico, come campione di confronto, insieme ai dati di letteratura, si arriva alla conclusione che le sostanze organiche sono compatibili con quelle trovate nel terreno attuale e quindi probabilmente derivanti proprio dalle operazioni di dilavamento del terreno, dove l'acqua infiltrandosi, si carica di sostanze organiche, entra nel sistema carsico e depositando la calcite rilascia in essa anche le sostanze organiche. Quindi, l'obiettivo di questa tesi, ovvero quello di accertare la presenza di sostanza organica nell'Alabastro di Busca, è stato ampiamente raggiunto.

Caratterizzazione mineralogica della componente detritica e del materiale organico dell'Alabastro di Busca (CN)

MARCADINI, GIULIA
2016/2017

Abstract

Lo scopo della presente tesi a carattere sperimentale è quello di caratterizzare i sedimenti clastici e chimici che possono venire trasportati dall'acqua in un ambiente di grotta e successivamente inglobati nelle deposizioni carbonatiche che costituiscono l'Alabastro di Busca. Oltre alla caratterizzazione mineralogica più classica volta ad identificare le fasi minerali inorganiche presenti nei cosiddetti livelli detritici della concrezione, è stata presentata una metodologia di approccio inusuale sugli speleotemi: cioè l'analisi e l'identificazione di alcune tipologie di sostanze organiche che, così come accade con le particelle detritiche minerali, vengono catturate dall'acqua in superficie, trasportate all'interno del sistema carsico e intrappolate negli orizzonti carbonatici al momento della formazione degli speleotemi stessi. I campioni analizzati provenienti dalle cave di Alabastro del comune di Busca, sono individuati da 3 porzioni di concrezione, una sezione sottile per l'analisi della frazione detritica, e un campione di suolo. Le analisi mediante SEM-EDS sono servite per la caratterizzazione della concrezione ed hanno permesso l'analisi statistico mineralogica dei frammenti minerali presenti in diversi orizzonti dei campioni scelti. Con l'utilizzo del microscopio ottico si è potuto caratterizzare la sezione sottile MN319. In essa si è potuto osservare la morfologia, la composizione della roccia, e determinare la presenza e abbondanza del materiale detritico in assenza di trattamenti chimici. I risultati dalla spettrometria IR si sono ottenuti dopo una particolare preparazione dei campioni di concrezione e di suolo che ha permesso l'estrazione di acidi umici, fulvici e umina (che risultano essere la probabile causa della colorazione dell'alabastro). A seguito delle analisi effettuate si è riscontrato che le sostanze organiche sono presenti e ben identificabili. Per quanto riguarda i campioni di Alabastro di Busca, non si sono riscontrate marcate differenze nella presenza organica tra i livelli chiari e i livelli scuri, e questo conferma l'ipotesi che le sostanze organiche siano presenti in tutti i layers, sia in quelli scuri (in parte detritici e in parte non detritici) sia in quelli chiari (costituiti da calcite pura). Usando un campione di suolo, caratterizzato da un notevole contenuto organico, come campione di confronto, insieme ai dati di letteratura, si arriva alla conclusione che le sostanze organiche sono compatibili con quelle trovate nel terreno attuale e quindi probabilmente derivanti proprio dalle operazioni di dilavamento del terreno, dove l'acqua infiltrandosi, si carica di sostanze organiche, entra nel sistema carsico e depositando la calcite rilascia in essa anche le sostanze organiche. Quindi, l'obiettivo di questa tesi, ovvero quello di accertare la presenza di sostanza organica nell'Alabastro di Busca, è stato ampiamente raggiunto.
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