Recenti dati mostrano come in gravidanza si assista a modificazioni profonde del microbiota intestinale; questi cambiamenti potrebbero influenzare lo stato pro-infiammatorio e dismetabolico tipico della gravidanza agendo in particolare sull'insulino-resistenza materna. Lo scopo del presente studio osservazionale è valutare la composizione del microbiota intestinale in un gruppo di donne gravide affette da GDM e verificare se tale composizione sia correlata con specifici outcomes materni e con le abitudini alimentari delle stesse. Si tratta di uno studio di coorte prospettico su 54 gravide con GDM. Il protocollo prevede una fase di reclutamento, seguendo specifici criteri di inclusione/esclusione, e successivamente tre incontri in diverse epoche gestazionali (24-30°, 32-33° e 36-38° rispettivamente) nei quali vengono raccolti dati anamnestici e al primo e al terzo incontro anche campioni di sangue e di feci. Lo studio del microbiota fecale materno è stato eseguito attraverso metodiche di sequenziamento profondo del gene 16S rRNA. I risultati preliminari qui riportati si riferiscono a 45 pazienti al tempo dell'arruolamento (T0). Le pazienti erano mediamente in sovrappeso già prima della gravidanza e si scostavano rispetto alle raccomandazioni nutrizionali per gli apporti giornalieri di grassi totali e acidi grassi saturi (elevati) e per gli introiti di carboidrati, fibra, calcio, ferro e folati (inferiori). Abbiamo osservato una maggior abbondanza di Sutterella e Lactobacillus nelle gravide con i valori glicemici più elevati. Non sono emerse, invece, OTU (Operational Taxonomic Units) caratteristiche né per incremento ponderale dall'inizio della gravidanza, né per altre caratteristiche cliniche delle pazienti. Sono inoltre emerse alcune differenze per pattern alimentari, che tuttavia non raggiungono la significatività statistica. In particolare, emerge una maggiore abbondanza di Clostridiacae e Coprococco e una minore abbondanza di Lacnospira nelle pazienti con il terzile inferiore di assunzione di fibre. Nelle donne con la minore assunzione di grassi (terzile inferiore) si evince una minore abbondanza di Bacteroidetes, Lachnospiraceae e maggiore abbondanza di Streptococcus. Vi sono poi diverse associazioni significative tra specifici nutrienti e OTU. Le principali sono: Coprococcus correlato con colesterolo; L-Ruminococcus con acido miristico, beta-carotene, vitamina A; Lachnospira con fibra solubile; Clostridiaceae con acido miristico, acido beenico; Lachnospiraceae con cellulosa, alpha-tocoferolo, vitamina A; Sutterella con acidi grassi saturi, sodio, colesterolo; Parabacteroides con acido miristico, acido palmitico, amido, lipidi totali. In conclusione, preliminarmente in una coorte di gravide con GDM con un'alimentazione mediamente scorretta, abbiamo riscontrato diverse associazioni tra OTU e specifici nutrienti. Sarà da verificare se l'intervento nutrizionale a cui tutte sono state sottoposte indurrà variazioni nel loro microbiota e se queste avranno un impatto sugli outcomes gravidici e neonatali.
EFFETTI DEL MICROBIOTA INTESTINALE SUGLI OUTCOMES MATERNI IN DONNE AFFETTE DA DIABETE GESTAZIONALE
AMENTA, MARIA BERNADETTE
2015/2016
Abstract
Recenti dati mostrano come in gravidanza si assista a modificazioni profonde del microbiota intestinale; questi cambiamenti potrebbero influenzare lo stato pro-infiammatorio e dismetabolico tipico della gravidanza agendo in particolare sull'insulino-resistenza materna. Lo scopo del presente studio osservazionale è valutare la composizione del microbiota intestinale in un gruppo di donne gravide affette da GDM e verificare se tale composizione sia correlata con specifici outcomes materni e con le abitudini alimentari delle stesse. Si tratta di uno studio di coorte prospettico su 54 gravide con GDM. Il protocollo prevede una fase di reclutamento, seguendo specifici criteri di inclusione/esclusione, e successivamente tre incontri in diverse epoche gestazionali (24-30°, 32-33° e 36-38° rispettivamente) nei quali vengono raccolti dati anamnestici e al primo e al terzo incontro anche campioni di sangue e di feci. Lo studio del microbiota fecale materno è stato eseguito attraverso metodiche di sequenziamento profondo del gene 16S rRNA. I risultati preliminari qui riportati si riferiscono a 45 pazienti al tempo dell'arruolamento (T0). Le pazienti erano mediamente in sovrappeso già prima della gravidanza e si scostavano rispetto alle raccomandazioni nutrizionali per gli apporti giornalieri di grassi totali e acidi grassi saturi (elevati) e per gli introiti di carboidrati, fibra, calcio, ferro e folati (inferiori). Abbiamo osservato una maggior abbondanza di Sutterella e Lactobacillus nelle gravide con i valori glicemici più elevati. Non sono emerse, invece, OTU (Operational Taxonomic Units) caratteristiche né per incremento ponderale dall'inizio della gravidanza, né per altre caratteristiche cliniche delle pazienti. Sono inoltre emerse alcune differenze per pattern alimentari, che tuttavia non raggiungono la significatività statistica. In particolare, emerge una maggiore abbondanza di Clostridiacae e Coprococco e una minore abbondanza di Lacnospira nelle pazienti con il terzile inferiore di assunzione di fibre. Nelle donne con la minore assunzione di grassi (terzile inferiore) si evince una minore abbondanza di Bacteroidetes, Lachnospiraceae e maggiore abbondanza di Streptococcus. Vi sono poi diverse associazioni significative tra specifici nutrienti e OTU. Le principali sono: Coprococcus correlato con colesterolo; L-Ruminococcus con acido miristico, beta-carotene, vitamina A; Lachnospira con fibra solubile; Clostridiaceae con acido miristico, acido beenico; Lachnospiraceae con cellulosa, alpha-tocoferolo, vitamina A; Sutterella con acidi grassi saturi, sodio, colesterolo; Parabacteroides con acido miristico, acido palmitico, amido, lipidi totali. In conclusione, preliminarmente in una coorte di gravide con GDM con un'alimentazione mediamente scorretta, abbiamo riscontrato diverse associazioni tra OTU e specifici nutrienti. Sarà da verificare se l'intervento nutrizionale a cui tutte sono state sottoposte indurrà variazioni nel loro microbiota e se queste avranno un impatto sugli outcomes gravidici e neonatali.File | Dimensione | Formato | |
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