Through the tools of semiotics, we intend to investigate popular music understood as a complex of musical phenomena and practices linked to the concepts of mediation, recording and phonofixation. The goal is to understand how music means thanks to its syntactic-formal and hermeneutic-extramusical aspects, starting from the assumption that music is a language and as such it becomes the bearer of discourse. Starting from the theory of enunciation, the first chapter intends to illustrate the classical theory of enunciation of a Greimasian and simulacral type and the Marino’s propose of a musical enunciation which, integrating the theses of Metz, Casetti and Genette, analyzes different possible configurations enunciative; from this follows the exposition of an alternative system of enunciation, a sort of minor canon which, of Deleuzian inspiration and of an impersonal type, is proposed by Paolucci with the aim of describing the musical statement as the predicative scene of several instances which, by mitigating the weight of the subjective instance, is based on impersonal “it”. On the strength of this thesis, a case study applied to ambient music is finally proposed. In the second chapter, the theme of plastic semiotics is tackled, first illustrating the traditional theory, then focusing on the plastic semiotics applied to Jacoviello's musical, where the concept of the figural is considered fundamental as a condition for prefiguration in music. Also hinting, within the narratological theory, at the concept of sender as Ferraro's figure-ground, and integrating it with that of figural, the aim is to bring these concepts back within the same logic, the impersonal one introduced at the level of the statement by Paolucci and defined as a minor canon. The third chapter is instead considered a hinge chapter because it intends to link the formal, musical and textual analysis of the first two chapters with the hermeneutic, extramusical and cultural one that will follow in the fourth and last chapter. In this regard, the notion of musema proposed by Tagg becomes fundamental, a minimal unit of sound meaning characterized by formal parameters but capable of changing and informing the reference community. In the fourth chapter, therefore, an analysis of the musical text is proposed starting from the pragmatic and hermeneutical level, illustrating the notions of author and model user, interpretation and encyclopaedia of Eco; focusing above all on the notion of encyclopaedia, a new term that is impersonal, syncretic, rhizomatic and integrable in the minor canon, the aim is to argue that every text, even the musical one, is nothing more than a scene in which, starting from the encyclopaedic sea , some instances are activated while others remain dormant and under a mode of existence which is that of possibility. Finally, thanks to the reference to a specular sphere and concept corresponding to Lotman's socio-semiotics and semiosphere, it is possible to conclude by hypothesizing that each text is, from a semiotic point of view and according to an applied and event ontology, the set of a personal and impersonal voice which, based on impersonal “it”, makes subjectivity only a detritus effect of semiosis.
Attraverso gli strumenti della semiotica, si intende indagare la popular music intesa come complesso di fenomeni e pratiche musicali legate ai concetti di mediazione, registrazione e fonofissazione. L’obiettivo è comprendere in che modo la musica significa in virtù dei suoi aspetti sintattico-formali ed ermeneutici-extramusicali, a partire dal presupposto che la musica è un linguaggio e come tale si fa portatrice di discorso. Partendo dalla teoria dell’enunciazione, il primo capitolo intende illustrarne la teoria classica di matrice greimasiana e di tipo simulacrale ed esporre la proposta mariniana di un’enunciazione musicale che, integrando le tesi di Metz, Casetti e Genette, analizza diverse possibili configurazioni enunciative; da ciò, segue l’esposizione di un alternativo sistema dell’enunciazione, una sorta di canone minore che, di ispirazione deleuziana e di tipo impersonale, è proposto da Paolucci con lo scopo di descrivere l’enunciato musicale come la scena predicativa di più istanze che, attenuando il peso dell’istanza soggettiva, si fonda sull’illeità. In forza di questa tesi, si propone infine un caso studio applicato all’ambient music. Nel secondo capitolo, si affronta il tema della semiotica plastica, dapprima illustrando la teoria tradizionale, poi concentrandosi sulla semiotica plastica applicata al musicale di Jacoviello, dove si ritiene fondamentale il concetto di figurale come condizione per la prefigurazione in musica. Accennando inoltre, all’interno della teoria narratologica, al concetto di destinante come figura-sfondo di Ferraro, e integrandolo con quello di figurale, lo scopo è ricondurre questi concetti all’interno di una stessa logica, quella impersonale introdotta a livello dell’enunciato da Paolucci e definita canone minore. Il terzo capitolo è considerato invece un capitolo-cerniera perché intende legare l’analisi formale, musicale e testuale dei primi due capitoli con quella ermeneutica, extramusicale e culturale che seguirà nel quarto e ultimo capitolo. A questo proposito, diventa fondamentale la nozione di musema proposta da Tagg, un’unità minima di significato sonoro caratterizzato da parametri formali ma suscettibili di cambiare e informare sulla comunità di riferimento. Nel quarto capitolo, quindi, si propone un’analisi del testo musicale a partire dal piano pragmatico ed ermeneutico, illustrando le nozioni di autore e fruitore modello, interpretazione ed enciclopedia di Eco; focalizzando l’attenzione soprattutto sulla nozione di enciclopedia, termine di nuovo impersonale, sincretico, rizomatico e integrabile nel canone minore, lo scopo è sostenere che ogni testo, anche quello musicale, non è altro che una scena in cui, a partire dal mare enciclopedico, alcune istanze si attivano mentre altre rimangono dormienti e sotto un modo di esistenza che è quello della possibilità. Infine, grazie al riferimento ad un ambito e concetto speculari corrispondenti alla sociosemiotica e alla semiosfera di Lotman, è possibile concludere ipotizzando che ogni testo sia, da un punto di vista semiotico e secondo un’ontologia applicata e dell’evento, l’insieme di una voce persona e impersonale che, fondato sull’illeità, fa della soggettività solo un effetto di senso detrito della semiosi.
Il Canone Minore. Per una semiotica della musica sotto il segno dell'illeità
DE LUCA, CHIARA
2022/2023
Abstract
Attraverso gli strumenti della semiotica, si intende indagare la popular music intesa come complesso di fenomeni e pratiche musicali legate ai concetti di mediazione, registrazione e fonofissazione. L’obiettivo è comprendere in che modo la musica significa in virtù dei suoi aspetti sintattico-formali ed ermeneutici-extramusicali, a partire dal presupposto che la musica è un linguaggio e come tale si fa portatrice di discorso. Partendo dalla teoria dell’enunciazione, il primo capitolo intende illustrarne la teoria classica di matrice greimasiana e di tipo simulacrale ed esporre la proposta mariniana di un’enunciazione musicale che, integrando le tesi di Metz, Casetti e Genette, analizza diverse possibili configurazioni enunciative; da ciò, segue l’esposizione di un alternativo sistema dell’enunciazione, una sorta di canone minore che, di ispirazione deleuziana e di tipo impersonale, è proposto da Paolucci con lo scopo di descrivere l’enunciato musicale come la scena predicativa di più istanze che, attenuando il peso dell’istanza soggettiva, si fonda sull’illeità. In forza di questa tesi, si propone infine un caso studio applicato all’ambient music. Nel secondo capitolo, si affronta il tema della semiotica plastica, dapprima illustrando la teoria tradizionale, poi concentrandosi sulla semiotica plastica applicata al musicale di Jacoviello, dove si ritiene fondamentale il concetto di figurale come condizione per la prefigurazione in musica. Accennando inoltre, all’interno della teoria narratologica, al concetto di destinante come figura-sfondo di Ferraro, e integrandolo con quello di figurale, lo scopo è ricondurre questi concetti all’interno di una stessa logica, quella impersonale introdotta a livello dell’enunciato da Paolucci e definita canone minore. Il terzo capitolo è considerato invece un capitolo-cerniera perché intende legare l’analisi formale, musicale e testuale dei primi due capitoli con quella ermeneutica, extramusicale e culturale che seguirà nel quarto e ultimo capitolo. A questo proposito, diventa fondamentale la nozione di musema proposta da Tagg, un’unità minima di significato sonoro caratterizzato da parametri formali ma suscettibili di cambiare e informare sulla comunità di riferimento. Nel quarto capitolo, quindi, si propone un’analisi del testo musicale a partire dal piano pragmatico ed ermeneutico, illustrando le nozioni di autore e fruitore modello, interpretazione ed enciclopedia di Eco; focalizzando l’attenzione soprattutto sulla nozione di enciclopedia, termine di nuovo impersonale, sincretico, rizomatico e integrabile nel canone minore, lo scopo è sostenere che ogni testo, anche quello musicale, non è altro che una scena in cui, a partire dal mare enciclopedico, alcune istanze si attivano mentre altre rimangono dormienti e sotto un modo di esistenza che è quello della possibilità. Infine, grazie al riferimento ad un ambito e concetto speculari corrispondenti alla sociosemiotica e alla semiosfera di Lotman, è possibile concludere ipotizzando che ogni testo sia, da un punto di vista semiotico e secondo un’ontologia applicata e dell’evento, l’insieme di una voce persona e impersonale che, fondato sull’illeità, fa della soggettività solo un effetto di senso detrito della semiosi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
840769_delucachiara840769tesi.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
791.75 kB
Formato
Adobe PDF
|
791.75 kB | Adobe PDF |
I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/53999