This study offers an audiovisual analysis of the TV series The L word, written and created by Ilene Chaiken, and broadcasted on Showtime between 2004 to 2009. This TV series is immediately considered a milestone in the representation of queer and lesbian lifestyle. The L word is innovative in many ways: it is the first series ever to be directed mainly by queer women, it is also the first TV series to stage and tell the story of a group of homosexual women. For the first time in television HIstory, the lesbian character is not just a mere appearance among a world of heterosexual characters who move within a highly heteronormative context. It is for these interesting reasons that I chose to analyze this series, the first ever to talk about the homosexual world with all the emotions and difficulties that concern it, contrasting this realistic view to the mere pornographic representation with which female homosexuality is known in a patriarchal television production based on that male gaze which Laura Mulvey studied. The study of this TV series focuses specifically on the analysis of the audiovisual language used to represent sex scenes within the television narrative, comparing such representations with the pornographic audiovisual language. The aim of this research is to demonstrate how necessary it is, nowadays, to subvert the strongly patriarchal female representation, subverting that male gaze on which the film and television representation has always been based since the beginning of cinema.
Il presente studio propone un’analisi audiovisiva della serie TV statunitense The L word, ideata da Ilene Chaiken e trasmessa dal 2004 al 2009 sul canale televisivo Showtime. Questa serie televisiva, appena viene trasmessa, è immediatamente considerata una pietra miliare nella rappresentazione dello stile di vita queer e lesbico in particolare. The L word è innovativa sotto svariati punti di vista: è la prima serie in assoluto ad essere diretta prevalentemente da donne queer, è, inoltre, la prima serie televisiva ad inscenare e raccontare le vicende di un gruppo di donne omosessuali. Per la prima volta nella storia della televisione, il personaggio lesbico non è solo una mera comparsa tra protagonisti eterosessuali che si muovono all’interno di un contesto fortemente etero normativo. È per questi svariati ed interessanti motivi che si è scelto di analizzare tale serie, la prima in assoluto a raccontare il mondo omosessuale con tutte le emozioni e le difficoltà che lo accompagnano, contrapponendo questa visione realistica alla mera rappresentazione pornografica con cui l’omosessualità femminile viene conosciuta e raccontata all’interno di una produzione televisiva prettamente patriarcale e basata su quel male gaze presentato e studiato da Laura Mulvey. In particolare, lo studio di questa serie televisiva si sofferma specificamente sull’analisi del linguaggio audiovisivo utilizzato, appunto, nella rappresentazione dei rapporti sessuali all’interno della narrazione televisiva, confrontando tali raffigurazioni con il linguaggio audiovisivo pornografico. Lo scopo di tale ricerca, è dimostrare quanto sia possibile, e necessario ancora oggi, sovvertire la rappresentazione femminile di stampo prettamente patriarcale, andando a sovvertire quel male gaze su cui si è basata la rappresentazione cinematografica e televisiva, sin dalle origini del cinema.
Donne e omosessualità femminile sul piccolo schermo: il caso The L word
D'AURIA, ALBA LUIGINA
2021/2022
Abstract
Il presente studio propone un’analisi audiovisiva della serie TV statunitense The L word, ideata da Ilene Chaiken e trasmessa dal 2004 al 2009 sul canale televisivo Showtime. Questa serie televisiva, appena viene trasmessa, è immediatamente considerata una pietra miliare nella rappresentazione dello stile di vita queer e lesbico in particolare. The L word è innovativa sotto svariati punti di vista: è la prima serie in assoluto ad essere diretta prevalentemente da donne queer, è, inoltre, la prima serie televisiva ad inscenare e raccontare le vicende di un gruppo di donne omosessuali. Per la prima volta nella storia della televisione, il personaggio lesbico non è solo una mera comparsa tra protagonisti eterosessuali che si muovono all’interno di un contesto fortemente etero normativo. È per questi svariati ed interessanti motivi che si è scelto di analizzare tale serie, la prima in assoluto a raccontare il mondo omosessuale con tutte le emozioni e le difficoltà che lo accompagnano, contrapponendo questa visione realistica alla mera rappresentazione pornografica con cui l’omosessualità femminile viene conosciuta e raccontata all’interno di una produzione televisiva prettamente patriarcale e basata su quel male gaze presentato e studiato da Laura Mulvey. In particolare, lo studio di questa serie televisiva si sofferma specificamente sull’analisi del linguaggio audiovisivo utilizzato, appunto, nella rappresentazione dei rapporti sessuali all’interno della narrazione televisiva, confrontando tali raffigurazioni con il linguaggio audiovisivo pornografico. Lo scopo di tale ricerca, è dimostrare quanto sia possibile, e necessario ancora oggi, sovvertire la rappresentazione femminile di stampo prettamente patriarcale, andando a sovvertire quel male gaze su cui si è basata la rappresentazione cinematografica e televisiva, sin dalle origini del cinema.File | Dimensione | Formato | |
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