Lo scopo del lavoro è quello di indagare le teorie sul genere elaborate dagli psicoanalisti e dalle psicoanaliste relazionali a partire dagli anni ‘80/’90 e di evidenziarne l’utilità per il superamento del paradigma della differenza sessuale, ossia dell’epistemologia che prevede l’esistenza di due soli generi contrapposti tra loro. Le teorie esposte nascono dal dialogo tra i rispettivi autori con le istanze femministe e il pensiero postmoderno e consentono di immaginare il genere non più come esito di uno sviluppo psicosessuale lineare, strettamente legato all’anatomia, ma come una costruzione che richiede il coinvolgimento di fattori sia personali che culturali. Alcuni dei lavori presentati, inoltre, riferiscono che l’esperienza di genere non è mai coerente e unitaria né all’interno degli stessi individui né tra i diversi soggetti, consentendo di apprezzare la molteplicità di genere in quanto risorsa e di evitare derive patologizzanti nei confronti di chi non è conforme alle norme culturali di genere. Queste ultime, infatti, sono esaminate nei loro effetti limitanti e potenzialmente patogeni, in quanto conducono i soggetti a operare scissioni del sé per allontanare aspetti che culturalmente non appartengono al loro genere. La psicoanalisi Relazionale ha quindi modificato i criteri per discriminare la salute e la patologia in riferimento al genere, slegandoli dal riconoscimento della differenza sessuale e dall’assunzione di un genere conforme alle prescrizioni culturali.
Verso una nuova epistemologia di genere: le proposte della Psicoanalisi Relazionale
LAVAGNO, ROBERTA
2021/2022
Abstract
Lo scopo del lavoro è quello di indagare le teorie sul genere elaborate dagli psicoanalisti e dalle psicoanaliste relazionali a partire dagli anni ‘80/’90 e di evidenziarne l’utilità per il superamento del paradigma della differenza sessuale, ossia dell’epistemologia che prevede l’esistenza di due soli generi contrapposti tra loro. Le teorie esposte nascono dal dialogo tra i rispettivi autori con le istanze femministe e il pensiero postmoderno e consentono di immaginare il genere non più come esito di uno sviluppo psicosessuale lineare, strettamente legato all’anatomia, ma come una costruzione che richiede il coinvolgimento di fattori sia personali che culturali. Alcuni dei lavori presentati, inoltre, riferiscono che l’esperienza di genere non è mai coerente e unitaria né all’interno degli stessi individui né tra i diversi soggetti, consentendo di apprezzare la molteplicità di genere in quanto risorsa e di evitare derive patologizzanti nei confronti di chi non è conforme alle norme culturali di genere. Queste ultime, infatti, sono esaminate nei loro effetti limitanti e potenzialmente patogeni, in quanto conducono i soggetti a operare scissioni del sé per allontanare aspetti che culturalmente non appartengono al loro genere. La psicoanalisi Relazionale ha quindi modificato i criteri per discriminare la salute e la patologia in riferimento al genere, slegandoli dal riconoscimento della differenza sessuale e dall’assunzione di un genere conforme alle prescrizioni culturali.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/53771