La malattia di Parkinson (MP) è una patologia idiopatica degenerativa a carattere progressivo caratterizzata da sintomi motori cardinali quali bradicinesia, tremore a riposo (4-6 Hz) e rigidità. La MP ha eziopatogenesi multifattoriale, in particolare si ritiene che sia determinata dall'influenza di fattori ambientali e genetici, i quali determinano la minore o maggiore predisposizione del soggetto allo sviluppo della malattia. Se inizialmente nell'eziologia della MP veniva considerato l'esclusivo processo degenerativo a carico della substantia nigra pars compacta, attualmente si ritiene che l'esordio della malattia abbia tutt'altra origine. Nello specifico, Braak nel 2003 ipotizza come la MP inizi quando un agente patogeno non identificato si trasmetta nel SNC a partire dai nuclei motoli dorsali dei nervi glossofaringeo e vago, e nel bulbo olfattivo. Secondo Braak la patologia ha origine diversi anni prima dell'esordio motorio che porta alla diagnosi, con una sintomatologia motoria quale disturbi dell'olfatto, disautonomia, disturbi del sonno. La prevalenza dei disturbi del sonno nella malattia di Parkinson va oltre il 60-90%, e tende ad aumentare con il progredire della malattia. L'eziologia dei disturbi del sonno nella MP è multifattoriale: tra le possibili cause vi sono la degenerazione delle regioni cerebrali che regolano il sonno, gli effetti dei farmaci sulla struttura del sonno la sonnolenza indotta dai farmaci. I disturbi del sonno più frequenti nella MP sono le parasonnie, in particolare REM Behaviour Disorder (RBD) e disturbi relativi alla qualità del sonno e alla eccessiva sonnolenza diurna Inoltre, la malattia di Parkinson può essere associata alla presenza di deficit cognitivi. A questo proposito, le manifestazioni cliniche dei deficit cognitivi nella MP possono oscillare da lievi a molto gravi, diagnosticabili come demenza. In particolare, i deficit delle funzioni esecutive riguardano processi di alto livello quali l'attenzione selettiva, divisa e sostenuta, la memoria di lavoro, il controllo inibitorio, la flessibilità cognitiva, la capacità di pianificazione o di risolvere un problema e l'abilità di modificare le strategie selezionate in base al contesto. L'alterazione della ritmicità circadiana presente nei soggetti con MP può portare ad una riduzione nella qualità del sonno e alla diminuzione dell'attenzione durante il giorno, oltre che delle performance cognitive. In letteratura è stato dimostrato come nei pazienti con MP con ridotta qualità del sonno il declino cognitivo, la riduzione di performance, produttività, umore e qualità della vita risultino essere peggiori rispetto ai soggetti che non presentano disturbi del sonno. Il nostro studio retrospettivo ha messo in evidenza nella malattia di Parkinson in fase avanzata la presenza di una relazione tra la qualità del sonno ed il funzionamento cognitivo. In particolare, è emerso come una ridotta qualità del sonno sia associata a prestazioni peggiori nelle seguenti abilità: ragionamento logico-deduttivo, attenzione sostenuta e selettiva, funzioni esecutive ed accesso al lessico (in particolare semantico).

Malattia di Parkinson: uno studio sulla relazione tra profilo cognitivo e qualità del sonno

CARLUCCI, VINCENZO
2017/2018

Abstract

La malattia di Parkinson (MP) è una patologia idiopatica degenerativa a carattere progressivo caratterizzata da sintomi motori cardinali quali bradicinesia, tremore a riposo (4-6 Hz) e rigidità. La MP ha eziopatogenesi multifattoriale, in particolare si ritiene che sia determinata dall'influenza di fattori ambientali e genetici, i quali determinano la minore o maggiore predisposizione del soggetto allo sviluppo della malattia. Se inizialmente nell'eziologia della MP veniva considerato l'esclusivo processo degenerativo a carico della substantia nigra pars compacta, attualmente si ritiene che l'esordio della malattia abbia tutt'altra origine. Nello specifico, Braak nel 2003 ipotizza come la MP inizi quando un agente patogeno non identificato si trasmetta nel SNC a partire dai nuclei motoli dorsali dei nervi glossofaringeo e vago, e nel bulbo olfattivo. Secondo Braak la patologia ha origine diversi anni prima dell'esordio motorio che porta alla diagnosi, con una sintomatologia motoria quale disturbi dell'olfatto, disautonomia, disturbi del sonno. La prevalenza dei disturbi del sonno nella malattia di Parkinson va oltre il 60-90%, e tende ad aumentare con il progredire della malattia. L'eziologia dei disturbi del sonno nella MP è multifattoriale: tra le possibili cause vi sono la degenerazione delle regioni cerebrali che regolano il sonno, gli effetti dei farmaci sulla struttura del sonno la sonnolenza indotta dai farmaci. I disturbi del sonno più frequenti nella MP sono le parasonnie, in particolare REM Behaviour Disorder (RBD) e disturbi relativi alla qualità del sonno e alla eccessiva sonnolenza diurna Inoltre, la malattia di Parkinson può essere associata alla presenza di deficit cognitivi. A questo proposito, le manifestazioni cliniche dei deficit cognitivi nella MP possono oscillare da lievi a molto gravi, diagnosticabili come demenza. In particolare, i deficit delle funzioni esecutive riguardano processi di alto livello quali l'attenzione selettiva, divisa e sostenuta, la memoria di lavoro, il controllo inibitorio, la flessibilità cognitiva, la capacità di pianificazione o di risolvere un problema e l'abilità di modificare le strategie selezionate in base al contesto. L'alterazione della ritmicità circadiana presente nei soggetti con MP può portare ad una riduzione nella qualità del sonno e alla diminuzione dell'attenzione durante il giorno, oltre che delle performance cognitive. In letteratura è stato dimostrato come nei pazienti con MP con ridotta qualità del sonno il declino cognitivo, la riduzione di performance, produttività, umore e qualità della vita risultino essere peggiori rispetto ai soggetti che non presentano disturbi del sonno. Il nostro studio retrospettivo ha messo in evidenza nella malattia di Parkinson in fase avanzata la presenza di una relazione tra la qualità del sonno ed il funzionamento cognitivo. In particolare, è emerso come una ridotta qualità del sonno sia associata a prestazioni peggiori nelle seguenti abilità: ragionamento logico-deduttivo, attenzione sostenuta e selettiva, funzioni esecutive ed accesso al lessico (in particolare semantico).
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