Questa tesi si propone di offrire un'analisi neo-gramsciana dell'attivismo contemporaneo, con un focus sull'attivismo ambientalista. Il pensiero gramsciano pone grande attenzione a come si costruisce il potere, ponendo particolare enfasi sul consenso di coloro che sono governati, sui compromessi che chi detiene il potere concede per mantenere il suo ruolo e sul processo di costruzione di alleanze affinché il potere si mantenga stabile. In questa tesi adotto un approccio neo-gramsciano per analizzare il rapporto tra attivisti e corporations. Complici un indebolimento dello Stato e il fatto che le corporations abbiano un'influenza transnazionale, molti attivisti negli ultimi decenni hanno formulato le loro campagne coinvolgendo direttamente il settore privato e proponendo meccanismi di mercato come soluzioni a problemi ambientali. Attraverso questo modello di attivismo che pone le aziende come ambasciatori di sostenibilità e diritti umani, si vedrà come l'attivista venga depoliticizzato e trasformato in un consumatore, mentre il consumo, al contrario, venga politicizzato e considerato attivismo. Si analizzerà come proprio il fatto che generalmente gli attivisti non contestino i pilastri ideologici che reggono il potere ponga in una condizione di marginalizzazione gli attivisti più radicali, come i No-TAV o gli attivisti animalisti, spesso etichettati come estremisti o terroristi. Dopo aver delineato un modello di analisi dell'attivismo contemporaneo, applicherò tale modello all'attivismo sull'olio di palma, uno dei prodotti più contestati dagli attivisti contemporanei a causa della sua implicazione con la deforestazione e con le violazioni di diritti umani. In conclusione, la mia analisi suggerisce che l'utilizzo di strumenti di mercato come soluzioni a problemi ambientali possa essere considerato, in termini gramsciani, ¿una rivoluzione passiva¿, ovvero un compromesso che, apparentemente ispirato da idee rivoluzionarie, abbia lo scopo di annacquarne la portata radicale affinché l'egemonia del mercato rimanga incontrastata. L'ultimo capitolo della tesi offrirà alcuni esempi di movimenti ambientalisti ed ecologisti contro-egemonici.
QUALE SPONSOR PER LA RIVOLUZIONE? Un'analisi neo-gramsciana dei meccanismi di mercato come strumenti dell'attivismo
VALENTI, ELISA
2015/2016
Abstract
Questa tesi si propone di offrire un'analisi neo-gramsciana dell'attivismo contemporaneo, con un focus sull'attivismo ambientalista. Il pensiero gramsciano pone grande attenzione a come si costruisce il potere, ponendo particolare enfasi sul consenso di coloro che sono governati, sui compromessi che chi detiene il potere concede per mantenere il suo ruolo e sul processo di costruzione di alleanze affinché il potere si mantenga stabile. In questa tesi adotto un approccio neo-gramsciano per analizzare il rapporto tra attivisti e corporations. Complici un indebolimento dello Stato e il fatto che le corporations abbiano un'influenza transnazionale, molti attivisti negli ultimi decenni hanno formulato le loro campagne coinvolgendo direttamente il settore privato e proponendo meccanismi di mercato come soluzioni a problemi ambientali. Attraverso questo modello di attivismo che pone le aziende come ambasciatori di sostenibilità e diritti umani, si vedrà come l'attivista venga depoliticizzato e trasformato in un consumatore, mentre il consumo, al contrario, venga politicizzato e considerato attivismo. Si analizzerà come proprio il fatto che generalmente gli attivisti non contestino i pilastri ideologici che reggono il potere ponga in una condizione di marginalizzazione gli attivisti più radicali, come i No-TAV o gli attivisti animalisti, spesso etichettati come estremisti o terroristi. Dopo aver delineato un modello di analisi dell'attivismo contemporaneo, applicherò tale modello all'attivismo sull'olio di palma, uno dei prodotti più contestati dagli attivisti contemporanei a causa della sua implicazione con la deforestazione e con le violazioni di diritti umani. In conclusione, la mia analisi suggerisce che l'utilizzo di strumenti di mercato come soluzioni a problemi ambientali possa essere considerato, in termini gramsciani, ¿una rivoluzione passiva¿, ovvero un compromesso che, apparentemente ispirato da idee rivoluzionarie, abbia lo scopo di annacquarne la portata radicale affinché l'egemonia del mercato rimanga incontrastata. L'ultimo capitolo della tesi offrirà alcuni esempi di movimenti ambientalisti ed ecologisti contro-egemonici.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/53628