The aim of the research is to investigate the modernist taste production of the firm Musy Padre e figli of Turin between the late nineteenth and early twentieth centuries, contextualizing it with respect to the forms and times with which modernism spread in Italy and Turin. To do this, both the graphic production and the accounting and administrative documentation were examined, through which the financial situation of the company for the years 1893-1915 was reconstructed, the social composition of the customers and the related purchase models, referable to the first decade of the twentieth century. Musy Padre e figli's activity was contextualized with respect to the economic, social and cultural phenomena that Turin faces after the unification of Italy, observing the phenomena of rupture and continuity with the past: if in the social and economic field we are witnessing the gradual replacement of the aristocratic ruling class with a class of professionals and industrialists from the most dynamic sectors of the economy, in the artistic field, a culture permeated by positivism up to the end of the century promoted a taste based on the recovery of the artistic experiences of previous eras and on eclecticism involving both architecture and decorative arts. At the end of the century, the attention paid to the modernist experiences elaborated in Great Britain and in the Central European area penetrated Italy through the art magazines supported by a critical and artistic avant-garde that favored the abandonment of tradition in favor of a formal renewal involving all artistic manifestations. The national exhibitions at the turn of the century in 1884 and 1898 fully manifest the intellectual tension between the widespread eclectic taste and the requests for renewal coming from critics and artists updated on European issues, who, by promoting the organization of the international exhibition of decorative art modern of 1902, intend to renew art both in form and content, favoring its democratization. In this context, Musy Padre e figli shows his interest in contemporary revival and eclectic phenomena, however preferring a formal language in line with the high international jewelery dominated by the French taste for naturalistic subjects and stylized forms capable of enhancing the used materials. Participation in the 1902 exhibition - for which he collaborates with the decorator Giorgio Ceragioli, author of the projects of some objects on display, and with Giacomo Grosso, who takes care of the preparation of the room reserved for the company - is an opportunity for direct comparison with the contemporary foreign production, from which the firm draws indications of style which, like the modernist phenomenon, will run out in the space of about a decade. Modernism, in fact, is situated as an expressive vocabulary parallel to the preferred formulas of the company, whose decorative grammar is located in the wake of the languages appreciated by the social elites who in precious artifacts identify a symbol of expression of their own social position and of their own economic well-being.
Scopo della ricerca è indagare la produzione di gusto modernista della ditta Musy Padre e figli di Torino tra fine Ottocento e inizio Novecento, contestualizzandola rispetto alle forme e ai tempi con cui il modernismo si diffuse in Italia e a Torino. Per farlo, sono stati presi in esame tanto la produzione grafica quanto la documentazione contabile e amministrativa, attraverso la quale è stata ricostruita la situazione finanziaria della ditta per gli anni 1893-1915, studiata la composizione sociale della clientela e i relativi modelli di acquisto, riferibili al primo decennio del Novecento. L’attività dell’azienda è stata contestualizzata rispetto ai fenomeni economici, sociali e culturali cui Torino va incontro dopo l’unità d’Italia, osservando i fenomeni di rottura e di continuità con il passato: se in campo sociale ed economico si assiste alla graduale sostituzione del ceto dirigente aristocratico con una classe di professionisti e di industriali provenienti dai settori più dinamici dell’economia, in campo artistico la una cultura permeata dal positivismo promuove fino alla fine del secolo un gusto fondato sul recupero delle esperienze artistiche di epoche precedenti e sull’eclettismo coinvolgente tanto l’architettura quanto le arti decorative. Sul finire del’ secolo, l’attenzione rivolta verso le esperienze moderniste elaborate in Gran Bretagna e in area mitteleuropea penetrano in Italia attraverso le riviste d’arte sostenute da un’avanguardia critica e artistica che favorisce l’abbandono della tradizione in favore di un rinnovamento formale che coinvolga tutte le manifestazioni artistiche. Le esposizioni nazionali di fine secolo nel 1884 e nel 1898 manifestano pienamente la tensione intellettuale tra il diffuso gusto eclettico e le istanze di rinnovamento provenienti da critici e artisti aggiornati sulle istanze europee, i quali, promuovendo l’organizzazione dell’esposizione internazionale di arte decorativa moderna del 1902, intendono rinnovare l’arte tanto nella forma quanto nei contenuti, favorendone la sua democratizzazione. In questo contesto, Musy Padre e figli manifesta il proprio interesse verso i contemporanei fenomeni revivalistici ed eclettici, prediligendo tuttavia un linguaggio formale in linea con l’alta gioielleria internazionale dominata dal gusto francese per i soggetti naturalistici e le forme stilizzate in grado di valorizzare i materiali utilizzati. La partecipazione all’esposizione del 1902 – per la quale collabora con il decoratore Giorgio Ceragioli, autore dei progetti di alcuni oggetti esposti, e con Giacomo Grosso, che cura l’allestimento della sala riservata alla ditta – è occasione di confronto diretto con la contemporanea produzione straniera, dalla quale la ditta trae indicazioni di stile che, come il fenomeno modernista, si esauriranno nello spazio di circa un decennio. Il modernismo, di fatto, si situa come un vocabolario espressivo parallelo rispetto alle formule predilette dalla ditta, la cui grammatica decorativa si situa nel solco dei linguaggi apprezzati dalle élite sociali che nei manufatti preziosi individuano un simbolo di espressione della propria posizione sociale e del proprio benessere economico.
«Bisogno vivissimo di riforme e di modernità» Esperienze moderniste nella produzione di Musy Padre e figli
RUBINO, PIETRO
2021/2022
Abstract
Scopo della ricerca è indagare la produzione di gusto modernista della ditta Musy Padre e figli di Torino tra fine Ottocento e inizio Novecento, contestualizzandola rispetto alle forme e ai tempi con cui il modernismo si diffuse in Italia e a Torino. Per farlo, sono stati presi in esame tanto la produzione grafica quanto la documentazione contabile e amministrativa, attraverso la quale è stata ricostruita la situazione finanziaria della ditta per gli anni 1893-1915, studiata la composizione sociale della clientela e i relativi modelli di acquisto, riferibili al primo decennio del Novecento. L’attività dell’azienda è stata contestualizzata rispetto ai fenomeni economici, sociali e culturali cui Torino va incontro dopo l’unità d’Italia, osservando i fenomeni di rottura e di continuità con il passato: se in campo sociale ed economico si assiste alla graduale sostituzione del ceto dirigente aristocratico con una classe di professionisti e di industriali provenienti dai settori più dinamici dell’economia, in campo artistico la una cultura permeata dal positivismo promuove fino alla fine del secolo un gusto fondato sul recupero delle esperienze artistiche di epoche precedenti e sull’eclettismo coinvolgente tanto l’architettura quanto le arti decorative. Sul finire del’ secolo, l’attenzione rivolta verso le esperienze moderniste elaborate in Gran Bretagna e in area mitteleuropea penetrano in Italia attraverso le riviste d’arte sostenute da un’avanguardia critica e artistica che favorisce l’abbandono della tradizione in favore di un rinnovamento formale che coinvolga tutte le manifestazioni artistiche. Le esposizioni nazionali di fine secolo nel 1884 e nel 1898 manifestano pienamente la tensione intellettuale tra il diffuso gusto eclettico e le istanze di rinnovamento provenienti da critici e artisti aggiornati sulle istanze europee, i quali, promuovendo l’organizzazione dell’esposizione internazionale di arte decorativa moderna del 1902, intendono rinnovare l’arte tanto nella forma quanto nei contenuti, favorendone la sua democratizzazione. In questo contesto, Musy Padre e figli manifesta il proprio interesse verso i contemporanei fenomeni revivalistici ed eclettici, prediligendo tuttavia un linguaggio formale in linea con l’alta gioielleria internazionale dominata dal gusto francese per i soggetti naturalistici e le forme stilizzate in grado di valorizzare i materiali utilizzati. La partecipazione all’esposizione del 1902 – per la quale collabora con il decoratore Giorgio Ceragioli, autore dei progetti di alcuni oggetti esposti, e con Giacomo Grosso, che cura l’allestimento della sala riservata alla ditta – è occasione di confronto diretto con la contemporanea produzione straniera, dalla quale la ditta trae indicazioni di stile che, come il fenomeno modernista, si esauriranno nello spazio di circa un decennio. Il modernismo, di fatto, si situa come un vocabolario espressivo parallelo rispetto alle formule predilette dalla ditta, la cui grammatica decorativa si situa nel solco dei linguaggi apprezzati dalle élite sociali che nei manufatti preziosi individuano un simbolo di espressione della propria posizione sociale e del proprio benessere economico.File | Dimensione | Formato | |
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