The following work intends to implement a reconsideration of the problem of technique in Martin Heidegger's thought. The first chapter implements a philosophical and historical reconstruction of the origin of the Gestell starting with the influences of Spengler and Jünger, two central authors of the Conservative Revolution, analysed here. Starting from this comparison, an analysis of Gestell is reached at the end of the chapter, showing its merits but also its one-sidedness in connection with the broader context analysed; these elements form the starting point of the second chapter. Within it, starting with a critique of φύσις as a mode of truth superior to technique, an attempt is made to retrace the Heideggerian Holwege. This means a path backwards in the author's texts that, from Ursprung des Kunstwerkes to Einführung in die Metaphysik, allows for a reconsideration of the relationship between φύσις and technique in the light of the dispute between Erde and Welt, regarding which the centrality not only of art but above all of the technical instrument and finally the centrality of technique in the very constitution of man will be affirmed. This move will save the ambiguous element within technique, which - divided by Heidegger between a technique that destroys the world and an art that saves it - would otherwise end up being lost. This chapter concludes with the proposal to comprehend technique not as Gestell, but as Gewohnt, the implications of which are explored in the third chapter in particular. In the latter, a reinterpretation of Dasein is implemented starting from the centrality of technique as Gewohnt, thus realising both the proposed reading and the backwards movement used; for this reason, the first part is dedicated to a reinterpretation of the myth of Prometheus, which is followed by a reconfirmation of technique as Gewohnt starting from Being and Time.
Il seguente lavoro intende attuare una riconsiderazione del problema della tecnica nel pensiero di Martin Heidegger. Il primo capitolo attua una ricostruzione filosofica e storica sull'origine del Gestell a partire dagli influssi di Spengler e Jünger, due autori centrali della Rivoluzione Conservatrice, qui analizzata. A partire da questo confronto viene raggiunta a fine capitolo un'analisi del Gestell che ne mostri i meriti ma anche le unilateralità in connessione con il più ampio contesto analizzato; questi elementi costituiscono il punto di partenza del secondo capitolo. Al suo interno, a partire da una critica della φύσις come modo di verità superiore rispetto alla tecnica, si cerca di ripercorrere gli Holwege heideggeriani. Ciò significa un percorso a ritroso nei testi dell'autore che da Ursprung des Kunstwerkes fino a Einführung in die Metaphysik permetta di riconsiderare il rapporto tra φύσις e tecnica alla luce della contesa tra Terra e Mondo, riguardo alla quale si affermerà la centralità non solo dell'arte, ma soprattutto dello strumento tecnico e infine la centralità stessa della tecnica nella costituzione stessa dell'uomo. Questa mossa permetterà di salvare l'elemento ambiguo all'interno della tecnica che – divisa in Heidegger tra una tecnica distruttrice di mondo e un'arte che lo salva – finirebbe altrimenti per perdersi. Questo capitolo si conclude con la proposta di ricomprendere la tecnica non come Gestell, bensì come Gewohnt, le cui implicazioni vengono approfondite soprattutto nel terzo capitolo. In quest'ultimo si attua una rilettura del Dasein a partire dalla centralità della tecnica come Gewohnt, realizzando così sia la lettura proposta e sia il movimento a ritroso utilizzato; per questo motivo la prima parte è dedicata ad una rilettura del mito di Prometeo, a cui è seguita una riconferma della tecnica come Gewohnt a partire da Essere e Tempo.
Dal Gestell al Gewohnt. Una riconsiderazione storica e filosofica del problema della tecnica in Heidegger.
PRUNOTTO, PIETRO
2021/2022
Abstract
Il seguente lavoro intende attuare una riconsiderazione del problema della tecnica nel pensiero di Martin Heidegger. Il primo capitolo attua una ricostruzione filosofica e storica sull'origine del Gestell a partire dagli influssi di Spengler e Jünger, due autori centrali della Rivoluzione Conservatrice, qui analizzata. A partire da questo confronto viene raggiunta a fine capitolo un'analisi del Gestell che ne mostri i meriti ma anche le unilateralità in connessione con il più ampio contesto analizzato; questi elementi costituiscono il punto di partenza del secondo capitolo. Al suo interno, a partire da una critica della φύσις come modo di verità superiore rispetto alla tecnica, si cerca di ripercorrere gli Holwege heideggeriani. Ciò significa un percorso a ritroso nei testi dell'autore che da Ursprung des Kunstwerkes fino a Einführung in die Metaphysik permetta di riconsiderare il rapporto tra φύσις e tecnica alla luce della contesa tra Terra e Mondo, riguardo alla quale si affermerà la centralità non solo dell'arte, ma soprattutto dello strumento tecnico e infine la centralità stessa della tecnica nella costituzione stessa dell'uomo. Questa mossa permetterà di salvare l'elemento ambiguo all'interno della tecnica che – divisa in Heidegger tra una tecnica distruttrice di mondo e un'arte che lo salva – finirebbe altrimenti per perdersi. Questo capitolo si conclude con la proposta di ricomprendere la tecnica non come Gestell, bensì come Gewohnt, le cui implicazioni vengono approfondite soprattutto nel terzo capitolo. In quest'ultimo si attua una rilettura del Dasein a partire dalla centralità della tecnica come Gewohnt, realizzando così sia la lettura proposta e sia il movimento a ritroso utilizzato; per questo motivo la prima parte è dedicata ad una rilettura del mito di Prometeo, a cui è seguita una riconferma della tecnica come Gewohnt a partire da Essere e Tempo.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/53480