In the light of its frequency in Greek archaeological excavations and of its large morphological variety, since the beginning of the second half of the last century black glazed pottery has been studied in a lot of scientific works, not only typological, bud also focused on the study of its manufacturing techniques, its diffusion, its use and, in some cases, its symbolic meanings. According to this tradition of studies, the present work wants to analyze and understand two different groups of findings from the Greek site of Lokroi Epizephyrioi, in the southern Italy: the first one was found during the recent explorations of the University of Turin in the centre of the habitat area, the second one, on the other hand, comes from the northern necropolis of the ancient city and it's just kept in the deposits of the National Archaeological Museum of Reggio Calabria. These findings are almost completely produced in the site and dated between late 6th and mid 4th century b.C., a very significant period for the local pottery production, that gradually becomes independent from the Athenian models and prototypes developing specific morphological and technical characteristics.
Alla luce della sua frequenza negli scavi archeologici di età greca e della sua estrema varietà morfologica, sin dagli anni cinquanta del secolo scorso la ceramica a vernice nera è stata oggetto di numerosi studi sistematici, inizialmente di carattere classificatorio e tipologico, successivamente volti a considerare le tecniche di lavorazione dei manufatti, la loro diffusione, la loro effettiva funzionalità e il significato simbolico che essi potevano acquisire, in particolar modo in contesti rituali come quelli di natura funeraria e sacra. È proprio nel solco di questa tradizione di studi che si pone la presente trattazione, avente come obiettivo l'analisi e l'interpretazione di due lotti distinti di reperti ceramici a vernice nera rinvenuti nel sito calabrese di Locri Epizefiri, il primo rinvenuto durante le recenti esplorazioni dell'Università degli Studi di Torino nel cuore dell'abitato, il secondo proveniente dalla necropoli settentrionale della polis, tutt'ora conservato presso i depositi del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Si tratta di manufatti prodotti per la quasi totalità in ambito locale e ricondotti ad un arco cronologico ¿ compreso tra la fine del VI e i decenni centrali del IV secolo ¿ assai significativo per il panorama vascolare locrese, durante il quale si assiste al progressivo passaggio da un mercato interno sostanzialmente monopolizzato da prodotti importati, o ad essi ispirati e realizzati in situ, all'avvento di una produzione artigianale sempre più indipendente dai modelli allogeni di riferimento, improntata ad una maggiore originalità formale e caratterizzata da specifiche peculiarità tecniche.
Ceramica a vernice nera da Locri Epizefiri. Nuovi documenti dall'abitato e dalla necropoli (fine VI ¿ decenni centrali IV secolo a.C.)
ERCOLIN, ELISA
2016/2017
Abstract
Alla luce della sua frequenza negli scavi archeologici di età greca e della sua estrema varietà morfologica, sin dagli anni cinquanta del secolo scorso la ceramica a vernice nera è stata oggetto di numerosi studi sistematici, inizialmente di carattere classificatorio e tipologico, successivamente volti a considerare le tecniche di lavorazione dei manufatti, la loro diffusione, la loro effettiva funzionalità e il significato simbolico che essi potevano acquisire, in particolar modo in contesti rituali come quelli di natura funeraria e sacra. È proprio nel solco di questa tradizione di studi che si pone la presente trattazione, avente come obiettivo l'analisi e l'interpretazione di due lotti distinti di reperti ceramici a vernice nera rinvenuti nel sito calabrese di Locri Epizefiri, il primo rinvenuto durante le recenti esplorazioni dell'Università degli Studi di Torino nel cuore dell'abitato, il secondo proveniente dalla necropoli settentrionale della polis, tutt'ora conservato presso i depositi del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Si tratta di manufatti prodotti per la quasi totalità in ambito locale e ricondotti ad un arco cronologico ¿ compreso tra la fine del VI e i decenni centrali del IV secolo ¿ assai significativo per il panorama vascolare locrese, durante il quale si assiste al progressivo passaggio da un mercato interno sostanzialmente monopolizzato da prodotti importati, o ad essi ispirati e realizzati in situ, all'avvento di una produzione artigianale sempre più indipendente dai modelli allogeni di riferimento, improntata ad una maggiore originalità formale e caratterizzata da specifiche peculiarità tecniche.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/53466