This thesis aims at analyzing the evolution of the cult to Saint Besse, whose history is split between the Valley Soana and the city of Ivrea. This saint was very important for the diocese of Ivrea and for the community of believers in the alpine valleys. Robert Hertz, French ethnologist and exponent of the school of Durkheim, was the first one who turned his attention to Besse and to rite celebrated in his honor near the Monte Fantone, where the ancient shrine rises. A few years before his death, the French researcher Robert Hertz published an essay on the alpine rite to saint Besse, that will become essential for the modern ethnology. Starting with the theories of Robert Hertz, my thesis aims at offering an hypothesis on the origin of the mountainous cult to Besse, that sinks its roots in the pre-Christian substratum of the Alps. To clarify the shift of the cult from the paganism to the Christianity, an interpretation based on the elements inside the hagiographic texts. The study of the cult continues following the relics and the devotion to the saint from the mountain to the city of Ivrea. Here saint Besse is attested since the X-XI centuries, when his name appears in the codes of bishop Warmondo. The urban cult to saint Besse had the cathedral as sacred center, whose crypt guarded the relics of the saint for many centuries. The city of Ivrea didn't simply acquire the relics of Besse, but it modified deeply the features of the saint. Through the analysis of the city political context, the thesis indentified the trial that brought Besse to acquire the features of the holiness tied up to the tradition of the Thebean Legion and how he became, together with saint Tegolo and saint Savino, one of the patrons of Ivrea. The third part of the thesis concerns the shrine of the Soana Valley in modern age. Thanks to an unpublished documentation, I have been able to reconstruct the relationships between the shrine and the power of the Ivrea bishops. I have been analyzed a long series of miracles happened at the 18th. In the Nineteenth century the shrine is again rebuilt by the bishop Luigi Moreno. Finally, the thesis lists the differences and the analogies among the urban and alpine development of the cult of saint Besse.

La tesi si prefigge di analizzare l'evoluzione del culto riservato a san Besso, la cui storia si divide tra la Valle Soana e la città di Ivrea. Pastore, martire e soldato legionario: le tante sfumature che questo santo acquisì nei secoli sono alla base della grande rilevanza che ebbe per la diocesi di Ivrea e per la comunità di fedeli a lui devoti nelle valli alpine. Il primo a volgere la propria attenzione a san Besso e al rito annuale celebrato in suo onore presso il Monte Fantone, dove sorge l'antico santuario, fu Robert Hertz. Importante etnologo ed esponente della scuola di Durkheim, lo studioso francese pubblicò pochi anni prima della propria morte un saggio sul rito alpino a san Besso che sarebbe divenuto un punto di riferimento per la moderna etnologia. La tesi riprende nella sua prima parte le teorie di Hertz seguendo un approccio più storicistico, al fine di poter proporre un'ipotesi sull'origine del culto alpestre a Besso, che affonda le sue radici nel sostrato pre-cristiano delle Alpi. Al fine di delineare il passaggio del culto dal paganesimo montano al cristianesimo si è proposta un'interpretazione basata sugli elementi agiografici presenti all'interno della vita del santo, giunta sino a noi grazie ad alcuni codici del XIV e XV secolo di cui si è proposta una trascrizione completa. Lo studio del culto prosegue seguendo lo spostamento delle reliquie e della devozione al santo dalla montagna alla città di Ivrea: qui san Besso è attestato dal X-XI secolo, quando il suo nome compare nei codici warmondiani, che inseriscono la nascita del culto cittadino al santo all'interno dello scontro tra Warmondo e il marchese-re Arduino. Il culto urbano a san Besso ebbe come centro sacro la cattedrale, la cui cripta ospitò per molti secoli le reliquie del santo. La città di Ivrea non acquisì semplicemente le reliquie di Besso, ma modificò profondamente le caratteristiche del santo. Attraverso l'analisi del contesto politico cittadino si è delineato il processo che portò Besso ad acquisire i connotati della santità legionaria legata alla tradizione della Legione tebea e il suo compatronato, assieme a san Tegolo e san Savino, sulla città di Ivrea. La terza parte della tesi è dedicata al santuario alpestre della Valle Soana in età moderna e, grazie a una documentazione inedita, si sono potuti definire i rapporti che intercorsero tra questo e il potere vescovile di Ivrea. Il Seicento vide il santuario alpestre e la ricostruzione promossa dal clero eporediese inserirsi nelle dinamiche politiche degli stati sabaudi e nella propaganda controriformistica. Per il secolo successivo l'analisi si è spostata su una lunga serie di miracoli avvenuti presso il santuario, i quali offrono uno spaccato non solo religioso ma anche sociale della comunità valsoanina. Nell'Ottocento il santuario è di nuovo soggetto a una ricostruzione, voluta e progettata dal vescovo Luigi Moreno, di cui si è proposta l'intera documentazione presente nei registri contabili del santuario. Infine, la tesi individua le differenze e le analogie tra lo sviluppo urbano e quello montano del culto a san Besso, descrivendo in ultimo lo stato odierno della devozione a un santo che ha incarnato nella propria storia quella della diocesi eporediese.

Inclito martire. L'evoluzione del culto a san Besso nella diocesi di Ivrea tra sacralità alpina e potere urbano

FARINELLI, BRUNO
2016/2017

Abstract

La tesi si prefigge di analizzare l'evoluzione del culto riservato a san Besso, la cui storia si divide tra la Valle Soana e la città di Ivrea. Pastore, martire e soldato legionario: le tante sfumature che questo santo acquisì nei secoli sono alla base della grande rilevanza che ebbe per la diocesi di Ivrea e per la comunità di fedeli a lui devoti nelle valli alpine. Il primo a volgere la propria attenzione a san Besso e al rito annuale celebrato in suo onore presso il Monte Fantone, dove sorge l'antico santuario, fu Robert Hertz. Importante etnologo ed esponente della scuola di Durkheim, lo studioso francese pubblicò pochi anni prima della propria morte un saggio sul rito alpino a san Besso che sarebbe divenuto un punto di riferimento per la moderna etnologia. La tesi riprende nella sua prima parte le teorie di Hertz seguendo un approccio più storicistico, al fine di poter proporre un'ipotesi sull'origine del culto alpestre a Besso, che affonda le sue radici nel sostrato pre-cristiano delle Alpi. Al fine di delineare il passaggio del culto dal paganesimo montano al cristianesimo si è proposta un'interpretazione basata sugli elementi agiografici presenti all'interno della vita del santo, giunta sino a noi grazie ad alcuni codici del XIV e XV secolo di cui si è proposta una trascrizione completa. Lo studio del culto prosegue seguendo lo spostamento delle reliquie e della devozione al santo dalla montagna alla città di Ivrea: qui san Besso è attestato dal X-XI secolo, quando il suo nome compare nei codici warmondiani, che inseriscono la nascita del culto cittadino al santo all'interno dello scontro tra Warmondo e il marchese-re Arduino. Il culto urbano a san Besso ebbe come centro sacro la cattedrale, la cui cripta ospitò per molti secoli le reliquie del santo. La città di Ivrea non acquisì semplicemente le reliquie di Besso, ma modificò profondamente le caratteristiche del santo. Attraverso l'analisi del contesto politico cittadino si è delineato il processo che portò Besso ad acquisire i connotati della santità legionaria legata alla tradizione della Legione tebea e il suo compatronato, assieme a san Tegolo e san Savino, sulla città di Ivrea. La terza parte della tesi è dedicata al santuario alpestre della Valle Soana in età moderna e, grazie a una documentazione inedita, si sono potuti definire i rapporti che intercorsero tra questo e il potere vescovile di Ivrea. Il Seicento vide il santuario alpestre e la ricostruzione promossa dal clero eporediese inserirsi nelle dinamiche politiche degli stati sabaudi e nella propaganda controriformistica. Per il secolo successivo l'analisi si è spostata su una lunga serie di miracoli avvenuti presso il santuario, i quali offrono uno spaccato non solo religioso ma anche sociale della comunità valsoanina. Nell'Ottocento il santuario è di nuovo soggetto a una ricostruzione, voluta e progettata dal vescovo Luigi Moreno, di cui si è proposta l'intera documentazione presente nei registri contabili del santuario. Infine, la tesi individua le differenze e le analogie tra lo sviluppo urbano e quello montano del culto a san Besso, descrivendo in ultimo lo stato odierno della devozione a un santo che ha incarnato nella propria storia quella della diocesi eporediese.
ITA
This thesis aims at analyzing the evolution of the cult to Saint Besse, whose history is split between the Valley Soana and the city of Ivrea. This saint was very important for the diocese of Ivrea and for the community of believers in the alpine valleys. Robert Hertz, French ethnologist and exponent of the school of Durkheim, was the first one who turned his attention to Besse and to rite celebrated in his honor near the Monte Fantone, where the ancient shrine rises. A few years before his death, the French researcher Robert Hertz published an essay on the alpine rite to saint Besse, that will become essential for the modern ethnology. Starting with the theories of Robert Hertz, my thesis aims at offering an hypothesis on the origin of the mountainous cult to Besse, that sinks its roots in the pre-Christian substratum of the Alps. To clarify the shift of the cult from the paganism to the Christianity, an interpretation based on the elements inside the hagiographic texts. The study of the cult continues following the relics and the devotion to the saint from the mountain to the city of Ivrea. Here saint Besse is attested since the X-XI centuries, when his name appears in the codes of bishop Warmondo. The urban cult to saint Besse had the cathedral as sacred center, whose crypt guarded the relics of the saint for many centuries. The city of Ivrea didn't simply acquire the relics of Besse, but it modified deeply the features of the saint. Through the analysis of the city political context, the thesis indentified the trial that brought Besse to acquire the features of the holiness tied up to the tradition of the Thebean Legion and how he became, together with saint Tegolo and saint Savino, one of the patrons of Ivrea. The third part of the thesis concerns the shrine of the Soana Valley in modern age. Thanks to an unpublished documentation, I have been able to reconstruct the relationships between the shrine and the power of the Ivrea bishops. I have been analyzed a long series of miracles happened at the 18th. In the Nineteenth century the shrine is again rebuilt by the bishop Luigi Moreno. Finally, the thesis lists the differences and the analogies among the urban and alpine development of the cult of saint Besse.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14240/53444