L’elaborato si propone di esplorare quanto concerne la produzione clandestina di cocaina e le analisi chimico-forensi post-sequestro. Attraverso una revisione critica della letteratura esistente l’obiettivo principale sarà dunque fornire una panoramica sulle tecniche di estrazione della cocaina delle foglie di Erythroxylum coca ed un accenno sulla sintesi totale della cocaina a partire da precursori commercialmente disponibili. Il focus successivo sarà sulle tecniche di analisi e rivelazione del principio attivo della sostanza stupefacente, metodi a disposizione di personale tecnico delle forze dell’ordine o periti nominati dalla autorità giudiziaria. Si faranno brevi ed essenziali riferimenti al sistema giuridico italiano per inquadrare il contesto normativo nel quale tali analisi si rivelano necessarie. La ricerca evidenzia che la produzione di cocaina dalle foglie è un processo ben consolidato e accessibile, non richiedendo competenze altamente specializzate, rivelandosi quindi non solo il metodo economicamente più vantaggioso ma anche il più semplice dal punto di vista operativo. In contrapposizione, la sintesi totale della cocaina, sebbene teoricamente possibile, presenta costi elevati e necessità di conoscenze chimiche avanzate, risultando quindi poco diffusa nel contesto clandestino. Nella discussione dei vari metodi analitici si partiva dal test di Scott che si conferma valido come strumento preliminare per la rilevazione qualitativa della cocaina. Tuttavia, questo metodo è suscettibile a falsi negativi, influenzato dalla presenza di adulteranti e dall'interpretazione visiva dei risultati. Le tecniche di laboratorio, come la gas-cromatografica accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS) e la spettroscopia infrarossa (FTIR), forniscono profili chimici dettagliati e sono efficaci per l'identificazione e caratterizzazione della sostanza, pur richiedendo attrezzature specializzate e tempi di analisi significativi. Il metodo GC-FID emerge come il principale strumento per la determinazione quantitativa della cocaina, con particolare riferimento a uno studio di validazione pubblicato nel Marmara Pharmaceutical Journal, che dimostra la robustezza di questo approccio analitico. In aggiunta, la tesi discute le metodologie analitiche portatili in fase di sviluppo, come la spettroscopia NIR e il GC-TMS, che offrono vantaggi promettenti per le analisi sul campo, consentendo una rilevazione rapida e diretta delle sostanze stupefacenti. Sebbene le tecniche tradizionali forniscano solidi strumenti per la caratterizzazione della cocaina, l’emergere di tecnologie portatili rappresenta una nuova frontiera nel controllo e monitoraggio delle droghe. È essenziale investire nella ricerca per garantire che le tecniche analitiche siano in grado di adattarsi alle evoluzioni della produzione clandestina ed ai nuovi adulteranti.
L’elaborato si propone di esplorare quanto concerne la produzione clandestina di cocaina e le analisi chimico-forensi post-sequestro. Attraverso una revisione critica della letteratura esistente l’obiettivo principale sarà dunque fornire una panoramica sulle tecniche di estrazione della cocaina delle foglie di Erythroxylum coca ed un accenno sulla sintesi totale della cocaina a partire da precursori commercialmente disponibili. Il focus successivo sarà sulle tecniche di analisi e rivelazione del principio attivo della sostanza stupefacente, metodi a disposizione di personale tecnico delle forze dell’ordine o periti nominati dalla autorità giudiziaria. Si faranno brevi ed essenziali riferimenti al sistema giuridico italiano per inquadrare il contesto normativo nel quale tali analisi si rivelano necessarie. La ricerca evidenzia che la produzione di cocaina dalle foglie è un processo ben consolidato e accessibile, non richiedendo competenze altamente specializzate, rivelandosi quindi non solo il metodo economicamente più vantaggioso ma anche il più semplice dal punto di vista operativo. In contrapposizione, la sintesi totale della cocaina, sebbene teoricamente possibile, presenta costi elevati e necessità di conoscenze chimiche avanzate, risultando quindi poco diffusa nel contesto clandestino. Nella discussione dei vari metodi analitici si partiva dal test di Scott che si conferma valido come strumento preliminare per la rilevazione qualitativa della cocaina. Tuttavia, questo metodo è suscettibile a falsi negativi, influenzato dalla presenza di adulteranti e dall'interpretazione visiva dei risultati. Le tecniche di laboratorio, come la gas-cromatografica accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS) e la spettroscopia infrarossa (FTIR), forniscono profili chimici dettagliati e sono efficaci per l'identificazione e caratterizzazione della sostanza, pur richiedendo attrezzature specializzate e tempi di analisi significativi. Il metodo GC-FID emerge come il principale strumento per la determinazione quantitativa della cocaina, con particolare riferimento a uno studio di validazione pubblicato nel Marmara Pharmaceutical Journal, che dimostra la robustezza di questo approccio analitico. In aggiunta, la tesi discute le metodologie analitiche portatili in fase di sviluppo, come la spettroscopia NIR e il GC-TMS, che offrono vantaggi promettenti per le analisi sul campo, consentendo una rilevazione rapida e diretta delle sostanze stupefacenti. Sebbene le tecniche tradizionali forniscano solidi strumenti per la caratterizzazione della cocaina, l’emergere di tecnologie portatili rappresenta una nuova frontiera nel controllo e monitoraggio delle droghe. È essenziale investire nella ricerca per garantire che le tecniche analitiche siano in grado di adattarsi alle evoluzioni della produzione clandestina ed ai nuovi adulteranti.
PRODUZIONE CLANDESTINA DI SOSTANZA STUPEFACENTE DEL TIPO COCAINA: TECNICHE DI ESTRAZIONE DALLE FOGLIE DI “ERYTHROXYLUM COCA”, SINTESI COMPLETA ED ANALISI CHIMICO-FORENSI SUCCESSIVE AL SEQUESTRO
GAMBINO, GASPARE
2023/2024
Abstract
L’elaborato si propone di esplorare quanto concerne la produzione clandestina di cocaina e le analisi chimico-forensi post-sequestro. Attraverso una revisione critica della letteratura esistente l’obiettivo principale sarà dunque fornire una panoramica sulle tecniche di estrazione della cocaina delle foglie di Erythroxylum coca ed un accenno sulla sintesi totale della cocaina a partire da precursori commercialmente disponibili. Il focus successivo sarà sulle tecniche di analisi e rivelazione del principio attivo della sostanza stupefacente, metodi a disposizione di personale tecnico delle forze dell’ordine o periti nominati dalla autorità giudiziaria. Si faranno brevi ed essenziali riferimenti al sistema giuridico italiano per inquadrare il contesto normativo nel quale tali analisi si rivelano necessarie. La ricerca evidenzia che la produzione di cocaina dalle foglie è un processo ben consolidato e accessibile, non richiedendo competenze altamente specializzate, rivelandosi quindi non solo il metodo economicamente più vantaggioso ma anche il più semplice dal punto di vista operativo. In contrapposizione, la sintesi totale della cocaina, sebbene teoricamente possibile, presenta costi elevati e necessità di conoscenze chimiche avanzate, risultando quindi poco diffusa nel contesto clandestino. Nella discussione dei vari metodi analitici si partiva dal test di Scott che si conferma valido come strumento preliminare per la rilevazione qualitativa della cocaina. Tuttavia, questo metodo è suscettibile a falsi negativi, influenzato dalla presenza di adulteranti e dall'interpretazione visiva dei risultati. Le tecniche di laboratorio, come la gas-cromatografica accoppiata alla spettrometria di massa (GC-MS) e la spettroscopia infrarossa (FTIR), forniscono profili chimici dettagliati e sono efficaci per l'identificazione e caratterizzazione della sostanza, pur richiedendo attrezzature specializzate e tempi di analisi significativi. Il metodo GC-FID emerge come il principale strumento per la determinazione quantitativa della cocaina, con particolare riferimento a uno studio di validazione pubblicato nel Marmara Pharmaceutical Journal, che dimostra la robustezza di questo approccio analitico. In aggiunta, la tesi discute le metodologie analitiche portatili in fase di sviluppo, come la spettroscopia NIR e il GC-TMS, che offrono vantaggi promettenti per le analisi sul campo, consentendo una rilevazione rapida e diretta delle sostanze stupefacenti. Sebbene le tecniche tradizionali forniscano solidi strumenti per la caratterizzazione della cocaina, l’emergere di tecnologie portatili rappresenta una nuova frontiera nel controllo e monitoraggio delle droghe. È essenziale investire nella ricerca per garantire che le tecniche analitiche siano in grado di adattarsi alle evoluzioni della produzione clandestina ed ai nuovi adulteranti.File | Dimensione | Formato | |
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