Il mio lavoro ha avuto l'intento di esaminare l'evoluzione dei rapporti transatlantici dal Secondo Dopoguerra ad oggi, passando attraverso gli accordi del GATT e della WTO, nell'ottica del generale processo di globalizzazione dei mercati. In particolare, la mia trattazione è stata focalizzata sull'analisi del progetto di creare un unico grande mercato transatlantico che eliminasse qualsiasi ostacolo al libero scambio di merci, persone e capitali tra Stati Uniti e Unione Europea, sulla falsa riga di quello che, nel 1992, era stato il Mercato Comune Europeo. Il TTIP ovvero Transatlantic Trade and Investment Partnership ha, infatti, l'obiettivo di creare la più grande area di libero scambio della storia poiché il PIL dei due paesi coinvolti rappresenta la metà di quello mondiale. Il trattato si basa su tre pilastri fondamentali:accesso al mercato, cooperazione in campo normativo e regole commerciali.In merito al TTIP sono state espresse opinioni contrastanti. Chi si dichiara favorevole al trattato ritiene che, eliminando le barriere tariffarie e non tariffarie e i vincoli burocratici, si otterrebbe su le ambo sponde dell'Atlantico, un'accelerazione degli investimenti, ed in generale dell'attività economica. Di questa opinione sono i grandi esportatori, le aziende multinazionali, le Camere di Commercio, la Confagricoltura, l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel e l'ex primo ministro italiano Matteo Renzi. Nell'opinione degli oppositori al TTIP, tra cui si annoverano organizzazioni internazionali come Greenpeace a STOP-TTIP, invece, la liberalizzazione del commercio potrebbe costituire un grave pericolo per gli stati dell'UE perché comporterebbe un forte indebolimento degli standard Europei di protezione sociale e ambientale.I settori più controversi riguardano:il potere delle multinazionali e la clausola ISDS, il settore agroalimentare, la deregolamentazione ambientale e la liberalizzazione del mercato dei servizi.I negoziati del TTIP sono stati accompagnati da una serie di studi economici: - Gli studi Ecorys, CEPR, CEPII e Bertelsmann basati modelli di Computable General Equilibrium che prevedono, a seguito della stipula del trattato, considerevoli benefici nell'ambito degli scambi internazionali, del PIL e dell'occupazione; - Lo United Nation Global Policy Model che, al contrario, preannuncia, qualora il TTIP venisse ratificato, una grave flessione in termini di PIL, esportazioni nette, reddito pro-capite e occupazione. Ad oggi, però, quello che sarebbe dovuto diventare la ¿madre di tutti gli accordi di libero scambio¿ e ¿il più ambizioso accordo della storia dell'Unione Europea¿, è considerato vicino al fallimento se non, addirittura, morto. A tale fallimento hanno partecipato, oltre alla sempre maggior ostilità dell'opinione pubblica, anche la Brexit e l'elezione del protezionista Donald Trump alla presidenza degli USA.Quale destino spetterà al TTIP non è ancora chiaro e, allo stesso modo, non si può prevedere con sicurezza verso quale direzione volgerà il processo di globalizzazione. Ad oggi è possibile soltanto fare delle previsioni più o meno attendibili sul futuro: l'America si chiude in sé stessa, l'Europa deve fare i conti con l'ascesa dei nazionalismi, la Russia vede eliminate le sanzioni commerciali e si assiste ad una guerra economica ¿fredda¿ tra Washington e Pechino.In questa situazione di forte instabilità economica e politica una cosa è certa: le comunità ed i paesi dovranno im
L'evoluzione dei rapporti commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti: costi, opportunità e criticità del Transatlantic Trade Investment Partnership
GRASSO, FRANCESCA
2016/2017
Abstract
Il mio lavoro ha avuto l'intento di esaminare l'evoluzione dei rapporti transatlantici dal Secondo Dopoguerra ad oggi, passando attraverso gli accordi del GATT e della WTO, nell'ottica del generale processo di globalizzazione dei mercati. In particolare, la mia trattazione è stata focalizzata sull'analisi del progetto di creare un unico grande mercato transatlantico che eliminasse qualsiasi ostacolo al libero scambio di merci, persone e capitali tra Stati Uniti e Unione Europea, sulla falsa riga di quello che, nel 1992, era stato il Mercato Comune Europeo. Il TTIP ovvero Transatlantic Trade and Investment Partnership ha, infatti, l'obiettivo di creare la più grande area di libero scambio della storia poiché il PIL dei due paesi coinvolti rappresenta la metà di quello mondiale. Il trattato si basa su tre pilastri fondamentali:accesso al mercato, cooperazione in campo normativo e regole commerciali.In merito al TTIP sono state espresse opinioni contrastanti. Chi si dichiara favorevole al trattato ritiene che, eliminando le barriere tariffarie e non tariffarie e i vincoli burocratici, si otterrebbe su le ambo sponde dell'Atlantico, un'accelerazione degli investimenti, ed in generale dell'attività economica. Di questa opinione sono i grandi esportatori, le aziende multinazionali, le Camere di Commercio, la Confagricoltura, l'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, la cancelliera tedesca Angela Merkel e l'ex primo ministro italiano Matteo Renzi. Nell'opinione degli oppositori al TTIP, tra cui si annoverano organizzazioni internazionali come Greenpeace a STOP-TTIP, invece, la liberalizzazione del commercio potrebbe costituire un grave pericolo per gli stati dell'UE perché comporterebbe un forte indebolimento degli standard Europei di protezione sociale e ambientale.I settori più controversi riguardano:il potere delle multinazionali e la clausola ISDS, il settore agroalimentare, la deregolamentazione ambientale e la liberalizzazione del mercato dei servizi.I negoziati del TTIP sono stati accompagnati da una serie di studi economici: - Gli studi Ecorys, CEPR, CEPII e Bertelsmann basati modelli di Computable General Equilibrium che prevedono, a seguito della stipula del trattato, considerevoli benefici nell'ambito degli scambi internazionali, del PIL e dell'occupazione; - Lo United Nation Global Policy Model che, al contrario, preannuncia, qualora il TTIP venisse ratificato, una grave flessione in termini di PIL, esportazioni nette, reddito pro-capite e occupazione. Ad oggi, però, quello che sarebbe dovuto diventare la ¿madre di tutti gli accordi di libero scambio¿ e ¿il più ambizioso accordo della storia dell'Unione Europea¿, è considerato vicino al fallimento se non, addirittura, morto. A tale fallimento hanno partecipato, oltre alla sempre maggior ostilità dell'opinione pubblica, anche la Brexit e l'elezione del protezionista Donald Trump alla presidenza degli USA.Quale destino spetterà al TTIP non è ancora chiaro e, allo stesso modo, non si può prevedere con sicurezza verso quale direzione volgerà il processo di globalizzazione. Ad oggi è possibile soltanto fare delle previsioni più o meno attendibili sul futuro: l'America si chiude in sé stessa, l'Europa deve fare i conti con l'ascesa dei nazionalismi, la Russia vede eliminate le sanzioni commerciali e si assiste ad una guerra economica ¿fredda¿ tra Washington e Pechino.In questa situazione di forte instabilità economica e politica una cosa è certa: le comunità ed i paesi dovranno imFile | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
766256_stesura.pdf
non disponibili
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.05 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.05 MB | Adobe PDF |
Se sei interessato/a a consultare l'elaborato, vai nella sezione Home in alto a destra, dove troverai le informazioni su come richiederlo. I documenti in UNITESI sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
https://hdl.handle.net/20.500.14240/53362