This work’s aim is to examine Buzzati’s fantastic analyzing his carefully selected collection of short stories, La boutique del mistero. Starting from Todorov’s, Ceserani’s and Freud’s studies it was possible to identify uncanny categories of the first fantastic which then evolved into the more modern fantastic, to which our author belongs. With a style that aims at the maximum possible communicability, Buzzati attempts to narrate the mystery that is hidden behind everyday life, the reality’s plus-value, continuously recalling the invitation to the readers to believe to the impossible. The analysis was devided into two macro-themes: the world, full of pitfalls, dark presences, looming threats, incredible monstrosities; and the Buzzatian self, a faceless man, deprived of his agency and overwhelmed by the catastrophes that surround him. Mostly through the analysis of the refined stylistic-rhetorical system that runs through these stories, the aim is therefore to investigate the nature of the relationship between the self and the world, both quotidian and fantastic.
Col presente lavoro ci si è proposti di indagare la natura del fantastico buzzatiano analizzando l’attentamente selezionata raccolta di racconti dell’autore bellunese, La boutique del mistero. Partendo dagli studi di Todorov, Ceserani, Freud (per nominarne alcuni) si sono individuate le categorie perturbanti del primo fantastico che si sono poi evolute nel fantastico più moderno, a cui afferisce il nostro autore. Con uno stile che mira alla massima comunicabilità possibile, Buzzati tenta di narrare il mistero che è nascosto dietro alla quotidianità, la plusvalenza della realtà, reiterando continuamente l’invito ai lettori a credere nell’impossibile. L’analisi è stata suddivisa in due macrotematiche: il mondo, ricco di insidie, presenze oscure, minacce incombenti, mostruosità incredibili; e l’io buzzatiano, un uomo senza volto, privato della sua agency e travolto dalle catastrofi che lo circondano. Tramite soprattutto l’analisi del curato impianto stilistico-retorico che attraversa questi racconti, il fine è quindi quello di indagare la natura del rapporto tra l’io e il mondo, quotidiano e fantastico assieme.
«L’attrazione dell’abisso» e «l’insidia della ragione». Un’analisi de La boutique del mistero di Dino Buzzati.
PANALIGAN, MERYL KATHREEN
2022/2023
Abstract
Col presente lavoro ci si è proposti di indagare la natura del fantastico buzzatiano analizzando l’attentamente selezionata raccolta di racconti dell’autore bellunese, La boutique del mistero. Partendo dagli studi di Todorov, Ceserani, Freud (per nominarne alcuni) si sono individuate le categorie perturbanti del primo fantastico che si sono poi evolute nel fantastico più moderno, a cui afferisce il nostro autore. Con uno stile che mira alla massima comunicabilità possibile, Buzzati tenta di narrare il mistero che è nascosto dietro alla quotidianità, la plusvalenza della realtà, reiterando continuamente l’invito ai lettori a credere nell’impossibile. L’analisi è stata suddivisa in due macrotematiche: il mondo, ricco di insidie, presenze oscure, minacce incombenti, mostruosità incredibili; e l’io buzzatiano, un uomo senza volto, privato della sua agency e travolto dalle catastrofi che lo circondano. Tramite soprattutto l’analisi del curato impianto stilistico-retorico che attraversa questi racconti, il fine è quindi quello di indagare la natura del rapporto tra l’io e il mondo, quotidiano e fantastico assieme.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/53287