Il seguente elaborato intende offrire una lettura in chiave psicoanalitica del “disturbo da uso di sostanze”. Nel primo capitolo si analizzano le teorie presentate dai principali psicoanalisti appartenenti alla corrente classica, a partire da Sigmund Freud e finendo con Otto Fenichel. Viene sottolineato da quasi tutti gli autori presentati il meccanismo regressivo alla base della tossicodipendenza e la correlazione tra tossicodipendenza e omosessualità. Inoltre, ciò che accomuna questi autori è l’eccessiva attenzione posta sul ruolo libidico e piacevole ricoperto dalla sostanza. Il secondo capitolo della tesi tratteggia, invece, i presupposti principali del modello psicoanalitico relazionale utili per comprendere l’eziologia alla base della tossicodipendenza. Per gli psicoanalisti contemporanei sono le esperienze e configurazioni relazionali, e non le pulsioni, il principale motore per la vita dell’individuo in quanto organizzano la sua mente. Le configurazioni relazionali, stabili ma flessibili, garantiscono all’individuo un senso di continuità e coesione del sé e della sua esperienza. Di conseguenza, la psicopatologia è considerata strettamente legata a configurazioni relazionali, derivate da situazioni dolorose o traumatiche, che hanno minato il senso di continuità e identità dell’individuo; in questi casi esse risultano particolarmente rigide e difficili da modificare. In un’ottica relazionale si osserva come l’uso compulsivo di sostanze sia legato non solo agli effetti farmacologici che queste hanno sull’individuo ma sulla loro capacità di ricoprire specifici significati relazionali o di rappresentare una soluzione onnipotente per ottenere e causare un cambiamento interno o una risposta esterna. Il terzo, e ultimo, capitolo ha l’obiettivo di delineare come l’approccio psicoanalitico relazionale, a differenza di quello classico, possa essere efficacemente applicato al trattamento della tossicodipendenza. In un primo momento si identificano con il consumatore le dinamiche relazionali alla base dell’uso che vengono agite, in un campo di transfert e controtransfert, attraverso l’enactment. In seguito, sarà possibile identificare e simbolizzare le esperienze relazionali con il paziente dando vita a nuove modalità di espressione, diminuendo di conseguenza la necessità di usare sostanze. Uno degli obiettivi del trattamento, secondo l’approccio relazionale, è quello di arrivare ad una vera molteplicità del sé abbandonando il meccanismo della dissociazione e diminuendo, come risultato, l’uso delle sostanze; dunque, nel trattamento può essere utile rapportarsi con i diversi stati del sé del paziente in modo tale da comprendere quale di questi è coinvolto con l’atto di usare la sostanza. Infine, dopo aver delineato le caratteristiche principali della psicoterapia di riduzione del danno, che ha notevolmente influenzato il contemporaneo trattamento delle tossicodipendenze, e aver sottolineato i punti in comune tra la sua filosofia e la psicoanalisi relazionale viene proposta un’integrazione tra le due. L’approccio integrativo è caratterizzato da un contesto terapeutico che sottolinea il ruolo attivo che entrambi i membri della diade devono avere nella costruzione del significato, degli obiettivi e nella cura; con una terapia che non sia universale ma che risponda alle necessità e alle peculiarità di ogni paziente.

EZIOLOGIA E TRATTAMENTO DELLE TOSSICODIPENDENZE: un approccio psicoanalitico relazionale

PANICO, FEDERICA
2021/2022

Abstract

Il seguente elaborato intende offrire una lettura in chiave psicoanalitica del “disturbo da uso di sostanze”. Nel primo capitolo si analizzano le teorie presentate dai principali psicoanalisti appartenenti alla corrente classica, a partire da Sigmund Freud e finendo con Otto Fenichel. Viene sottolineato da quasi tutti gli autori presentati il meccanismo regressivo alla base della tossicodipendenza e la correlazione tra tossicodipendenza e omosessualità. Inoltre, ciò che accomuna questi autori è l’eccessiva attenzione posta sul ruolo libidico e piacevole ricoperto dalla sostanza. Il secondo capitolo della tesi tratteggia, invece, i presupposti principali del modello psicoanalitico relazionale utili per comprendere l’eziologia alla base della tossicodipendenza. Per gli psicoanalisti contemporanei sono le esperienze e configurazioni relazionali, e non le pulsioni, il principale motore per la vita dell’individuo in quanto organizzano la sua mente. Le configurazioni relazionali, stabili ma flessibili, garantiscono all’individuo un senso di continuità e coesione del sé e della sua esperienza. Di conseguenza, la psicopatologia è considerata strettamente legata a configurazioni relazionali, derivate da situazioni dolorose o traumatiche, che hanno minato il senso di continuità e identità dell’individuo; in questi casi esse risultano particolarmente rigide e difficili da modificare. In un’ottica relazionale si osserva come l’uso compulsivo di sostanze sia legato non solo agli effetti farmacologici che queste hanno sull’individuo ma sulla loro capacità di ricoprire specifici significati relazionali o di rappresentare una soluzione onnipotente per ottenere e causare un cambiamento interno o una risposta esterna. Il terzo, e ultimo, capitolo ha l’obiettivo di delineare come l’approccio psicoanalitico relazionale, a differenza di quello classico, possa essere efficacemente applicato al trattamento della tossicodipendenza. In un primo momento si identificano con il consumatore le dinamiche relazionali alla base dell’uso che vengono agite, in un campo di transfert e controtransfert, attraverso l’enactment. In seguito, sarà possibile identificare e simbolizzare le esperienze relazionali con il paziente dando vita a nuove modalità di espressione, diminuendo di conseguenza la necessità di usare sostanze. Uno degli obiettivi del trattamento, secondo l’approccio relazionale, è quello di arrivare ad una vera molteplicità del sé abbandonando il meccanismo della dissociazione e diminuendo, come risultato, l’uso delle sostanze; dunque, nel trattamento può essere utile rapportarsi con i diversi stati del sé del paziente in modo tale da comprendere quale di questi è coinvolto con l’atto di usare la sostanza. Infine, dopo aver delineato le caratteristiche principali della psicoterapia di riduzione del danno, che ha notevolmente influenzato il contemporaneo trattamento delle tossicodipendenze, e aver sottolineato i punti in comune tra la sua filosofia e la psicoanalisi relazionale viene proposta un’integrazione tra le due. L’approccio integrativo è caratterizzato da un contesto terapeutico che sottolinea il ruolo attivo che entrambi i membri della diade devono avere nella costruzione del significato, degli obiettivi e nella cura; con una terapia che non sia universale ma che risponda alle necessità e alle peculiarità di ogni paziente.
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