This thesis investigates the work culture among dockers belonging to the Cooperativa Unica dei Lavoratori Portuali (CULP) of Salerno "Flavio Gioia", with a specific focus on work safety and the grief processing caused by workplace casualties. The hypothesis leading this inquiry is that dock workers build a specific work identity, which is tied to the inheritance of the job and to specific work practices. The crucial question concerns the kind of effect that workplace deaths have on workers’ job identity. From a methodological perspective, the study integrates ethnographic data collected during one year of participant observation, coupling it with ten semi-structured interviews conducted with key informants, i.e. Cooperativa managers, polyvalent workers, and longshoremen related to victims of workplace accidents. The inquiry is split into three sections. The first one provides a historical-sociological frame about maritime commerce and the effect of global market dynamics on ports. Moreover, the section focuses on ports and port cities' history and concludes with a description of Salerno. The second section explores the CULP history and dockworkers' culture, including the dynamics of dock endeavors in the port of Salerno. To develop this section, both secondary and primary data collected through interviews and participant observation will be analyzed. Finally, the third section conducts a qualitative analysis of the primary data, focusing on work culture heritage, workplace socialization, a report of deadly accidents, and grief processing. The data suggest that workplace grief is inscribed and interpreted in a cultural frame emerging from work practices and meanings handed down from father to son and constructed in the everyday life, during workplace socialization. Job transmission and the adhesion to work seem to be essential for an accurate understanding of the ways grief is experienced when facing the loss of a docker colleague. For further investigation, one should consider expanding the sample of respondents, so as to understand even more deeply the forms by which grief is characterized, based on the relationships of kinship and friendship that bound the respondent to deceased colleagues.
La tesi indaga la cultura lavorativa dei portuali appartenenti alla Cooperativa Unica dei Lavoratori Portuali (CULP) di Salerno "Flavio Gioia", con attenzione particolare ai temi della sicurezza lavorativa e dell'elaborazione del lutto dovuto alle morti sul lavoro. L'indagine è guidata dall'ipotesi che i portuali costruiscano un'identità lavorativa specifica legata alla trasmissione intergenerazionale dell'impiego e alle pratiche caratteristiche del lavoro portuale; si pone il quesito sul tipo di impatto che hanno le morti bianche sull'identità lavorativa degli operai. La ricerca integra i dati etnografici raccolti durante un anno di osservazione partecipante con dieci interviste semi-strutturate ad informatori privilegiati: dirigenti della Cooperativa, operai polivalenti e portuali imparentati con vittime di incidenti lavorativi appartenenti alla Cooperativa. L’indagine è composta di tre sezioni. La prima sezione fornisce una cornice storico-sociologica sul commercio marittimo e sull'impatto delle dinamiche dei mercati globali sui porti, un approfondimento sulla storia dei porti e delle città portuali e termina con un'introduzione al contesto della città di Salerno. La seconda sezione presenta una breve storia della CULP, la cultura portuale e una descrizione del porto e del lavoro, intervallate da stralci di interviste. La terza sezione è un’analisi qualitativa delle testimonianze degli intervistati, divisa nelle seguenti aree tematiche: trasmissione della cultura lavorativa, socializzazione lavorativa, cronaca degli incidenti mortali ed elaborazione del lutto. I dati suggeriscono che il lutto lavorativo si inscriva e sia interpretato in una cornice di significati emergenti dalle pratiche di lavoro, tramandati di padre in figlio assieme all’impiego e ricostruiti quotidianamente durante la socializzazione lavorativa. La trasmissione dell’impiego e l’attaccamento al lavoro sembrano essere elementi imprescindibili a una comprensione accurata delle forme che può assumere il dolore per la perdita di un collega fra i portuali. Per future ricerche è suggerito l’ampliamento del campione di intervistati con l’ipotesi che il lutto assuma forme distinguibili a seconda della relazione di parentela e di amicizia che legava l’intervistato ai defunti.
Pane e porto. Lavoro, eredità e lutto nel porto di Salerno.
COCCHIA, LORENZO
2021/2022
Abstract
La tesi indaga la cultura lavorativa dei portuali appartenenti alla Cooperativa Unica dei Lavoratori Portuali (CULP) di Salerno "Flavio Gioia", con attenzione particolare ai temi della sicurezza lavorativa e dell'elaborazione del lutto dovuto alle morti sul lavoro. L'indagine è guidata dall'ipotesi che i portuali costruiscano un'identità lavorativa specifica legata alla trasmissione intergenerazionale dell'impiego e alle pratiche caratteristiche del lavoro portuale; si pone il quesito sul tipo di impatto che hanno le morti bianche sull'identità lavorativa degli operai. La ricerca integra i dati etnografici raccolti durante un anno di osservazione partecipante con dieci interviste semi-strutturate ad informatori privilegiati: dirigenti della Cooperativa, operai polivalenti e portuali imparentati con vittime di incidenti lavorativi appartenenti alla Cooperativa. L’indagine è composta di tre sezioni. La prima sezione fornisce una cornice storico-sociologica sul commercio marittimo e sull'impatto delle dinamiche dei mercati globali sui porti, un approfondimento sulla storia dei porti e delle città portuali e termina con un'introduzione al contesto della città di Salerno. La seconda sezione presenta una breve storia della CULP, la cultura portuale e una descrizione del porto e del lavoro, intervallate da stralci di interviste. La terza sezione è un’analisi qualitativa delle testimonianze degli intervistati, divisa nelle seguenti aree tematiche: trasmissione della cultura lavorativa, socializzazione lavorativa, cronaca degli incidenti mortali ed elaborazione del lutto. I dati suggeriscono che il lutto lavorativo si inscriva e sia interpretato in una cornice di significati emergenti dalle pratiche di lavoro, tramandati di padre in figlio assieme all’impiego e ricostruiti quotidianamente durante la socializzazione lavorativa. La trasmissione dell’impiego e l’attaccamento al lavoro sembrano essere elementi imprescindibili a una comprensione accurata delle forme che può assumere il dolore per la perdita di un collega fra i portuali. Per future ricerche è suggerito l’ampliamento del campione di intervistati con l’ipotesi che il lutto assuma forme distinguibili a seconda della relazione di parentela e di amicizia che legava l’intervistato ai defunti.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/53256