Il lavoro mette in luce l’evoluzione della criminalità organizzata in Italia mettendone in risalto la valenza economica e gli effetti che tale aspetto riversa sul territorio. Le mafie, infatti, sono diventate nel corso del tempo delle vere e proprie organizzazioni lontane dagli stereotipi più diffusi che la considerano esclusivamente coinvolte in droga e armi. Esse utilizzano una straordinaria capacità mimetica fondata sulla replica dei modelli di interazione economica e sociale tipici del contesto in cui si radica portando, di conseguenza, alla creazione di nuove forme aziendali che, di volta in volta, ampliano le possibilità di arricchimento e di conquista del potere. Questa evoluzione è dovuta soprattutto anche grazie al perverso rapporto che sussiste tra l’economia criminale e le istituzioni pubbliche. Fenomeni corruttivi e intimidatori hanno fatto in modo che le aziende criminali si siano aderite, almeno sul piano formale, alle regole e alle logiche del mercato rendendo labile il confronto delle attività illegali con quelle legali. Si metterà in luce, infatti, in che modo la corruzione pesi sul sistema amministrativo, quali siano i suoi effetti in rapporto alla criminalità organizzata e di come si spinga ben oltre il clientelismo o la cattiva amministrazione. Di conseguenza, il lavoro illustrerà di come le organizzazioni criminali abbiano una peculiare abilità nell’intercettare risorse economiche pubbliche, distorcere il mercato dei servizi richiesti dalle amministrazioni locali, riciclare quantità enormi di denaro nell’economia legale, entrare anticipatamente rispetto anche all’imprenditoria legittima in nuovi settori economici, generare nuove attività illegali ad alto valore aggiunto ed infiltrarsi nella gestione delle imprese. L’analisi utilizzerà un approccio prevalentemente economico per spiegare che, chiunque, in un dato contesto istituzionale e ambientale, può commettere un illecito, partendo dall’analisi razionale costi benefici delle diverse opportunità. I modelli economici che presenteranno la teoria dei “criminale razionale” sono quelli legati alle scelte in termini di utilità attesa dall’offerta individuale di lavoro in termini di scelte dell’uso del proprio tempo libero e tempo dedito al crimine, all’applicazione dell’analisi dei costi e benefici al numero ottimale di reati da commettere e un’applicazione di teoria dei giochi. A livello macroeconomico, invece, si vedrà analizzata la forte espansione della criminalità organizzata in una chiave di monopolio di taluni settori e di come il riciclaggio svolge, anche tramite il sistema degli intermediari finanziari, la funzione economica essenziale di trasformare potere d’acquisto potenziale in potere effettivo. Le teorie verranno lette sulla base delle ultime osservazioni empiriche disponibili cercando di definire in che misura l’intervento della criminalità organizzata condiziona la crescita nei settori dell’economia legale.

CRIMINALITÀ ORGANIZZATA IN ITALIA: UN'ANALISI ECONOMICA

DMYTRYUK, NIKITA SERGIYOVYCH
2021/2022

Abstract

Il lavoro mette in luce l’evoluzione della criminalità organizzata in Italia mettendone in risalto la valenza economica e gli effetti che tale aspetto riversa sul territorio. Le mafie, infatti, sono diventate nel corso del tempo delle vere e proprie organizzazioni lontane dagli stereotipi più diffusi che la considerano esclusivamente coinvolte in droga e armi. Esse utilizzano una straordinaria capacità mimetica fondata sulla replica dei modelli di interazione economica e sociale tipici del contesto in cui si radica portando, di conseguenza, alla creazione di nuove forme aziendali che, di volta in volta, ampliano le possibilità di arricchimento e di conquista del potere. Questa evoluzione è dovuta soprattutto anche grazie al perverso rapporto che sussiste tra l’economia criminale e le istituzioni pubbliche. Fenomeni corruttivi e intimidatori hanno fatto in modo che le aziende criminali si siano aderite, almeno sul piano formale, alle regole e alle logiche del mercato rendendo labile il confronto delle attività illegali con quelle legali. Si metterà in luce, infatti, in che modo la corruzione pesi sul sistema amministrativo, quali siano i suoi effetti in rapporto alla criminalità organizzata e di come si spinga ben oltre il clientelismo o la cattiva amministrazione. Di conseguenza, il lavoro illustrerà di come le organizzazioni criminali abbiano una peculiare abilità nell’intercettare risorse economiche pubbliche, distorcere il mercato dei servizi richiesti dalle amministrazioni locali, riciclare quantità enormi di denaro nell’economia legale, entrare anticipatamente rispetto anche all’imprenditoria legittima in nuovi settori economici, generare nuove attività illegali ad alto valore aggiunto ed infiltrarsi nella gestione delle imprese. L’analisi utilizzerà un approccio prevalentemente economico per spiegare che, chiunque, in un dato contesto istituzionale e ambientale, può commettere un illecito, partendo dall’analisi razionale costi benefici delle diverse opportunità. I modelli economici che presenteranno la teoria dei “criminale razionale” sono quelli legati alle scelte in termini di utilità attesa dall’offerta individuale di lavoro in termini di scelte dell’uso del proprio tempo libero e tempo dedito al crimine, all’applicazione dell’analisi dei costi e benefici al numero ottimale di reati da commettere e un’applicazione di teoria dei giochi. A livello macroeconomico, invece, si vedrà analizzata la forte espansione della criminalità organizzata in una chiave di monopolio di taluni settori e di come il riciclaggio svolge, anche tramite il sistema degli intermediari finanziari, la funzione economica essenziale di trasformare potere d’acquisto potenziale in potere effettivo. Le teorie verranno lette sulla base delle ultime osservazioni empiriche disponibili cercando di definire in che misura l’intervento della criminalità organizzata condiziona la crescita nei settori dell’economia legale.
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