Background - To date, there are no valid evidence-based recommendations for the administration of fluids within the emergency department in patients with post-traumatic pulmonary contusion. This is due to difficulties in patient recruitment and ethical limitations. Objectives – The purpose of this study is to assess the impact of fluid administration within the first few hours after the traumatic event on the death, the need for mechanical ventilation and onset of complications, in a population affected by traumatic events of different kinds, resulting in closed-chest trauma with pulmonary contusion. Materials & methods – A prospective study has been conducted on a population of patients with chest trauma of varying form with development of pulmonary contusion. The inclusion criteria were the following: presence of closed chest-trauma and at least two rib fractures or respiratory failure or presence of pulmonary contusion on the chest CT scan. Of note, patients under 16 years old, with undrained pneumothorax, already intubated or without complete data, have been excluded from the study. Selected patients were followed throughout their hospitalization to monitor their progression and study the outcomes: need for C-PAP, NIV or EI, onset of complications, death. A multivariate logistic regression model was created to evaluate the interaction among the variables. Results & discussions – 183 patients participated. The average age is 61 years old, with a net prevalence towards the male sex. In 57,4% of patients, crystalloid solutions were infused in the first 12 hours after the trauma, whereas in 7,7% were administered crystalloid and colloidal solutions. 46,2% of patients receiving crystalloid infusion received a volume < 1500 ml, while 53,8% received a volume ≥ 1500 ml. 67,5% of patients who needed respiratory support required NIV, 7% required invasive support since their admission to the hospital, 25,4% required first non-invasive support first, and invasive support second. 15,3% of the total patients presented at least one complication, of which 46,4% showed major bleeding. 4,9% of patients died. In the univariate logistic regression analysis, the administration of a 1500 ml crystalloid volume is associated the deterioration of the composite outcome (OR: 12,6 with p-value = 0,001). This significance is confirmed by the multivariate logistic regression analysis, which considers as confusing elements major bleeding and shock class (OR: 5,240, with p-value = 0,001). Conclusions – The administration of a larger volume of crystalloids during the initial management of the patient with pulmonary contusion may be a risk factor for death, the need for recall to non-invasive and invasive ventilation and the development of complications such as the occurrence of increased bleeding. Therefore, as already indicated by the fifth edition of The European guidelines on management of major bleeding and coagulopathy following trauma, the strategy of permissive hypotension, which requires the administration of restricted volumes of fluids, is recommended.
Background - Ad oggi non esistono valide raccomandazioni basate su evidenze accertate circa la somministrazione di fluidi in DEA in pazienti con contusione polmonare post-traumatica. Ciò è dovuto ad una carenza di studi clinici, legata alle difficoltà di reclutamento dei pazienti e alle limitazioni di natura etica. Obiettivi - Lo scopo di questo studio è quello di valutare l’impatto della somministrazione di fluidi nelle prime ore dall’evento traumatico sul decesso, sulla necessità di ventilazione meccanica e sull’insorgenza di complicanze, in una popolazione vittima di eventi traumatici di varia natura, determinanti traumi toracici chiusi e contusione polmonare. Materiali e metodi - È stato condotto uno studio prospettico osservazionale su una popolazione di pazienti che hanno subìto un trauma toracico di varia natura con sviluppo di contusione polmonare. I criteri di inclusione utilizzati sono stati i seguenti: trauma toracico chiuso e almeno due fratture costali o insufficienza respiratoria o presenza alla TC torace di contusione polmonare. Pazienti con età inferiore a 16 anni, con pneumotorace non drenato, già intubati o con dati incompleti sono stati esclusi dallo studio. I pazienti selezionati sono stati seguiti per tutta la durata del loro ricovero per monitorarne il decorso e studiarne gli outcomes: necessità di C-PAP, NIV o IOT, insorgenza di complicanze, decesso. È stato creato un modello di regressione logistico multivariato per la valutazione dell’interazione tra le variabili. Risultati e discussione - Sono stati arruolati 183 pazienti, di età media di 61 anni, con una prevalenza netta verso il sesso maschile. Nel 57,4% dei pazienti sono state infuse soluzioni cristalloidi nelle prime 12 ore dal trauma, nel 7,7% sono state somministrate soluzioni cristalloidi e colloidali. Il 46,2% dei pazienti sottoposti ad infusione di cristalloidi ha ricevuto un volume < 1500 ml, mentre il 53,8% ha ricevuto un volume ≥ 1500 ml. Il 67,5% dei pazienti che ha avuto bisogno di un sostegno respiratorio ha richiesto l’impiego della NIV, il 7% ha richiesto un supporto invasivo fin dalla presa in carico, il 25,4% ha richiesto dapprima un supporto non invasivo, e poi in secondo luogo un supporto invasivo. Il 15,3% dei pazienti del totale ha presentato almeno una complicanza: di questi il 46,4% un sanguinamento maggiore. Il 4,9% dei pazienti è andato incontro a decesso. Nell’analisi di regressione logistica univariata la somministrazione di un volume di cristalloidi 1500 ml è associata ad un peggioramento dell’outcome composito (OR: 12,6, con p-value = 0,001). Tale significatività è stata confermata dall’analisi di regressione logistica multivariata, anche introducendo nel modello il sanguinamento maggiore e la classe di shock come confondenti (OR: 5,240, con p-value = 0,001). Conclusioni – Si può affermare che, verosimilmente, la somministrazione di un volume maggiore di cristalloidi durante la gestione iniziale del paziente con contusione polmonare possa rappresentare un fattore di rischio per il decesso, la necessità di ricorso alla ventilazione non invasiva ed invasiva e lo sviluppo di complicanze quali il verificarsi di un sanguinamento maggiore. Pertanto, come già predisposto dalla quinta edizione delle Linee guida europee sulla gestione del sanguinamento maggiore e della coagulopatia post-traumatica è raccomandata la strategia dell’ipotensione permissiva, che richiede la somministrazione di volumi ristretti di fluidi.
Impatto della somministrazione di fluidi in DEA sull'outcome della contusione polmonare.
ARESE, YLENIA
2019/2020
Abstract
Background - Ad oggi non esistono valide raccomandazioni basate su evidenze accertate circa la somministrazione di fluidi in DEA in pazienti con contusione polmonare post-traumatica. Ciò è dovuto ad una carenza di studi clinici, legata alle difficoltà di reclutamento dei pazienti e alle limitazioni di natura etica. Obiettivi - Lo scopo di questo studio è quello di valutare l’impatto della somministrazione di fluidi nelle prime ore dall’evento traumatico sul decesso, sulla necessità di ventilazione meccanica e sull’insorgenza di complicanze, in una popolazione vittima di eventi traumatici di varia natura, determinanti traumi toracici chiusi e contusione polmonare. Materiali e metodi - È stato condotto uno studio prospettico osservazionale su una popolazione di pazienti che hanno subìto un trauma toracico di varia natura con sviluppo di contusione polmonare. I criteri di inclusione utilizzati sono stati i seguenti: trauma toracico chiuso e almeno due fratture costali o insufficienza respiratoria o presenza alla TC torace di contusione polmonare. Pazienti con età inferiore a 16 anni, con pneumotorace non drenato, già intubati o con dati incompleti sono stati esclusi dallo studio. I pazienti selezionati sono stati seguiti per tutta la durata del loro ricovero per monitorarne il decorso e studiarne gli outcomes: necessità di C-PAP, NIV o IOT, insorgenza di complicanze, decesso. È stato creato un modello di regressione logistico multivariato per la valutazione dell’interazione tra le variabili. Risultati e discussione - Sono stati arruolati 183 pazienti, di età media di 61 anni, con una prevalenza netta verso il sesso maschile. Nel 57,4% dei pazienti sono state infuse soluzioni cristalloidi nelle prime 12 ore dal trauma, nel 7,7% sono state somministrate soluzioni cristalloidi e colloidali. Il 46,2% dei pazienti sottoposti ad infusione di cristalloidi ha ricevuto un volume < 1500 ml, mentre il 53,8% ha ricevuto un volume ≥ 1500 ml. Il 67,5% dei pazienti che ha avuto bisogno di un sostegno respiratorio ha richiesto l’impiego della NIV, il 7% ha richiesto un supporto invasivo fin dalla presa in carico, il 25,4% ha richiesto dapprima un supporto non invasivo, e poi in secondo luogo un supporto invasivo. Il 15,3% dei pazienti del totale ha presentato almeno una complicanza: di questi il 46,4% un sanguinamento maggiore. Il 4,9% dei pazienti è andato incontro a decesso. Nell’analisi di regressione logistica univariata la somministrazione di un volume di cristalloidi 1500 ml è associata ad un peggioramento dell’outcome composito (OR: 12,6, con p-value = 0,001). Tale significatività è stata confermata dall’analisi di regressione logistica multivariata, anche introducendo nel modello il sanguinamento maggiore e la classe di shock come confondenti (OR: 5,240, con p-value = 0,001). Conclusioni – Si può affermare che, verosimilmente, la somministrazione di un volume maggiore di cristalloidi durante la gestione iniziale del paziente con contusione polmonare possa rappresentare un fattore di rischio per il decesso, la necessità di ricorso alla ventilazione non invasiva ed invasiva e lo sviluppo di complicanze quali il verificarsi di un sanguinamento maggiore. Pertanto, come già predisposto dalla quinta edizione delle Linee guida europee sulla gestione del sanguinamento maggiore e della coagulopatia post-traumatica è raccomandata la strategia dell’ipotensione permissiva, che richiede la somministrazione di volumi ristretti di fluidi.File | Dimensione | Formato | |
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