Il 19 maggio 2015 il Parlamento approva la legge 68/2015 che introduce gli ecoreati nel Codice Penale, frutto di un percorso sociale, politico ed economico durato vent'anni La necessità di un intervento sul diritto penale dell'ambiente era stata invocata dalla dottrina che auspicava un'iniziativa legislativa che colmasse la lacuna normativa. Tuttavia, prima che un problema giuridico, la mancata tutela penale dell'ambiente è risultato essere negli anni un problema sociale che ha coinvolto la società civile. Questo elaborato si pone l'obiettivo di dimostrare come negli anni, i cittadini e le associazioni ambientaliste abbiano saputo imporre l'interesse collettivo al centro dell'azione politica, sollecitando una ridefinizione dei bisogni umani e una più attenta politica di governo. Data la complessità di questa politica pubblica, la ricerca si articola a partire dall'identificazione di due subissues esemplificative che hanno contribuito a traghettare la issue dall'agenda pubblica a quella istituzionale: il ciclo illegale del cemento e lo smaltimento illecito di rifiuti. Ciò che ha contraddistinto questa policy è l'alto grado di permeabilità delle decisioni pubbliche alle rivendicazioni della società civile, per questo motivo l'elaborato approfondisce tempi, modalità e risorse che gli attori non istituzionali hanno impiegato per influenzare il policy-making ciascuna fase del ciclo di policy. La ricerca di evidenze empiriche dell'azione di pressione svolta dalla società civile si è intrecciata all'evoluzione legislativa e al ruolo assunto dalle istituzioni in questi lunghi vent'anni, con particolare attenzione alla cristallizzazione di alcuni modus operandi perpetrati negli anni.
La lotta ai crimini ambientali: una vicenda lunga vent'anni
ARESU, FEDERICA
2016/2017
Abstract
Il 19 maggio 2015 il Parlamento approva la legge 68/2015 che introduce gli ecoreati nel Codice Penale, frutto di un percorso sociale, politico ed economico durato vent'anni La necessità di un intervento sul diritto penale dell'ambiente era stata invocata dalla dottrina che auspicava un'iniziativa legislativa che colmasse la lacuna normativa. Tuttavia, prima che un problema giuridico, la mancata tutela penale dell'ambiente è risultato essere negli anni un problema sociale che ha coinvolto la società civile. Questo elaborato si pone l'obiettivo di dimostrare come negli anni, i cittadini e le associazioni ambientaliste abbiano saputo imporre l'interesse collettivo al centro dell'azione politica, sollecitando una ridefinizione dei bisogni umani e una più attenta politica di governo. Data la complessità di questa politica pubblica, la ricerca si articola a partire dall'identificazione di due subissues esemplificative che hanno contribuito a traghettare la issue dall'agenda pubblica a quella istituzionale: il ciclo illegale del cemento e lo smaltimento illecito di rifiuti. Ciò che ha contraddistinto questa policy è l'alto grado di permeabilità delle decisioni pubbliche alle rivendicazioni della società civile, per questo motivo l'elaborato approfondisce tempi, modalità e risorse che gli attori non istituzionali hanno impiegato per influenzare il policy-making ciascuna fase del ciclo di policy. La ricerca di evidenze empiriche dell'azione di pressione svolta dalla società civile si è intrecciata all'evoluzione legislativa e al ruolo assunto dalle istituzioni in questi lunghi vent'anni, con particolare attenzione alla cristallizzazione di alcuni modus operandi perpetrati negli anni.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/20.500.14240/53177