The thesis proposes an analysis of the Cena Azelini, a text written between 1047 and 1054 by Azelino of Reims. After having exercised the duties of monk, royal chaplain and chancellor, in 1044 he was given the task of leading the diocese of the city of Hildesheim by Henry III. The Cena Azelini is the third medieval reworking of an anonymous text written in prose between the 4th and 5th century: the Cena Cypriani. The poem is an irreverent parody of Christianity, and describes a wedding banquet arranged by a certain Joel, King of the East, in Cana of Galilee, in which take part without any concern for anachronisms some biblical characters taken from the pages of the Old and New Testament. Each of them is caught in the attitude or occupation with which it is described in Scripture. The complex editorial history of this work is investigated in the first chapters of the thesis. In fact the Cena Cypriani enjoyed an extraordinary and unpredictable fortune in the Middle Ages, being revisited for the first time in 855 by the Carolingian theologian Rabano Mauro, and, two decades later (876-877), by the Roman deacon Giovanni Immonide. At the end of the first half of the 11th century the editorial office of Azelino takes place. He proposes a complete reworking of the late-antique model, and he dedicated his literary work to the emperor Henry III. The work was composed in Hildesheim with didactic-pedagogical intentions and is handed down fragmentarily from a single Parisian manuscript. Only the first fifty-three quatrains and two verses of the fifty-fourth are preserved, for a total of two hundred and fourteen rhythmic lines. Furthermore, as appears from a musical notation affixed to the verse forty-nine, it is deduced that the poem was intended to be sung. The Cena Azelini in our possession is divided into only three scenes: an introductory frame; an episode related to the preparation of the place of the banquet by the biblical guests; a last painting regarding the sitting at the guests' table. The thesis provides the first Italian translation of the Latin text, followed by the interpretation and commentary on the text. The text contains over two hundred biblical references. Each of them has been noted and meticulously explained. Moreover, in the thesis were examined the last two rewritings of the Cena Cypriani: the Cena Atrebatensis, so called because it was anonymously contained in a 13th century manuscript of Arras, and the Cena Adsonis, written by Umberto Eco in 1980 and inserted in a chapter of the famous novel Il nome della rosa.
L’elaborato propone un’analisi della Cena Azelini, testo redatto tra il 1047 e il 1054 da Azelino di Reims. Costui, dopo aver esercitato la mansione di monaco, di cappellano reale e di cancelliere, ricevette nel 1044 dall’imperatore Enrico III l’incarico di guidare la diocesi della città di Hildesheim. La Cena Azelini è la terza rielaborazione medievale di un testo anonimo scritto in prosa tra il IV e il V secolo: la Cena Cypriani. Il componimento è una irriverente parodia del cristianesimo, e descrive un banchetto nuziale organizzato da un certo Gioele, re dell’Oriente, a Cana di Galilea, al quale prendono parte, senza alcuna preoccupazione per gli anacronismi, alcuni personaggi biblici tratti dalle pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ciascuno di essi è colto nell’atteggiamento o nell’occupazione con cui è descritto nella Scrittura. Nei primi capitoli della tesi viene indagata la complessa storia redazionale di quest’opera. La Cena Cypriani, infatti, godette di una straordinaria quanto imprevedibile fortuna nel Medioevo, venendo rivisitata per la prima volta nell’855 dal fine teologo carolingio Rabano Mauro, e, a due decenni di distanza (876-877), dal diacono romano Giovanni Immonide. Allo scadere della prima metà dell’XI secolo si situa la redazione di Azelino, il quale propone una completa rielaborazione del modello tardo-antico, dedicando la sua fatica letteraria all’imperatore Enrico III. L’opera fu composta a Hildesheim con intenti didattico-pedagogici e ci è tramandata frammentaria da un unico manoscritto parigino. Di essa si conservano solamente le prime cinquantatré quartine e il primo distico della cinquantaquattresima, per un totale di duecentoquattordici versi ritmici. Inoltre, come appare da una notazione musicale apposta accanto alla strofa quarantanove, si deduce che il componimento era destinato ad essere cantato. La Cena Azelini in nostro possesso si presenta articolata in sole tre scene: una cornice introduttiva; un episodio relativo alla preparazione del luogo del banchetto da parte dei convitati biblici; un ultimo quadro, riservato alla seduta a tavola degli ospiti. Nelle pagine dell’elaborato si è provveduto a fornire la prima traduzione italiana del testo latino, seguita dall’interpretazione e dal commento del brano, contenente oltre duecento riferimenti biblici. Ciascuno di essi è stato annotato e minuziosamente esplicitato. Inoltre, nell’elaborato sono state esaminate anche le ultime due riscritture della Cena Cypriani: la Cena Atrebatensis, così chiamata perché contenuta anonima in un manoscritto di Arras del XIII secolo, e la Cena Adsonis, redatta da Umberto Eco nel 1980 e inserita in un capitolo del celebre romanzo Il nome della Rosa.
La «Cena» di Azelino di Reims. Traduzione, interpretazione, contesto.
SANTAGOSTINO, FLAVIO
2021/2022
Abstract
L’elaborato propone un’analisi della Cena Azelini, testo redatto tra il 1047 e il 1054 da Azelino di Reims. Costui, dopo aver esercitato la mansione di monaco, di cappellano reale e di cancelliere, ricevette nel 1044 dall’imperatore Enrico III l’incarico di guidare la diocesi della città di Hildesheim. La Cena Azelini è la terza rielaborazione medievale di un testo anonimo scritto in prosa tra il IV e il V secolo: la Cena Cypriani. Il componimento è una irriverente parodia del cristianesimo, e descrive un banchetto nuziale organizzato da un certo Gioele, re dell’Oriente, a Cana di Galilea, al quale prendono parte, senza alcuna preoccupazione per gli anacronismi, alcuni personaggi biblici tratti dalle pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento. Ciascuno di essi è colto nell’atteggiamento o nell’occupazione con cui è descritto nella Scrittura. Nei primi capitoli della tesi viene indagata la complessa storia redazionale di quest’opera. La Cena Cypriani, infatti, godette di una straordinaria quanto imprevedibile fortuna nel Medioevo, venendo rivisitata per la prima volta nell’855 dal fine teologo carolingio Rabano Mauro, e, a due decenni di distanza (876-877), dal diacono romano Giovanni Immonide. Allo scadere della prima metà dell’XI secolo si situa la redazione di Azelino, il quale propone una completa rielaborazione del modello tardo-antico, dedicando la sua fatica letteraria all’imperatore Enrico III. L’opera fu composta a Hildesheim con intenti didattico-pedagogici e ci è tramandata frammentaria da un unico manoscritto parigino. Di essa si conservano solamente le prime cinquantatré quartine e il primo distico della cinquantaquattresima, per un totale di duecentoquattordici versi ritmici. Inoltre, come appare da una notazione musicale apposta accanto alla strofa quarantanove, si deduce che il componimento era destinato ad essere cantato. La Cena Azelini in nostro possesso si presenta articolata in sole tre scene: una cornice introduttiva; un episodio relativo alla preparazione del luogo del banchetto da parte dei convitati biblici; un ultimo quadro, riservato alla seduta a tavola degli ospiti. Nelle pagine dell’elaborato si è provveduto a fornire la prima traduzione italiana del testo latino, seguita dall’interpretazione e dal commento del brano, contenente oltre duecento riferimenti biblici. Ciascuno di essi è stato annotato e minuziosamente esplicitato. Inoltre, nell’elaborato sono state esaminate anche le ultime due riscritture della Cena Cypriani: la Cena Atrebatensis, così chiamata perché contenuta anonima in un manoscritto di Arras del XIII secolo, e la Cena Adsonis, redatta da Umberto Eco nel 1980 e inserita in un capitolo del celebre romanzo Il nome della Rosa.File | Dimensione | Formato | |
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