Nel presente lavoro ci si occuperà della funzione comunicativa dei corpi inscritti nelle immagini. Nello specifico verrà presa in considerazione la presenza del corpo umano nelle immagini, nei ritratti o selfie postati sui social network, in particolare la piattaforma Instagram. La traslazione del corpo in immagine, infatti, trascende la dimensione puramente rappresentativa e descrittiva (Belting 2011) che può avere la foto di un panorama, poiché con ciò si entra nella dimensione dell’affermazione del Sé. Il presente lavoro si propone infatti, di identificare i tratti distintivi che rendono la comunicazione visiva non solo una rappresentazione ma un vero e proprio atto performativo. Per fare ciò si intende analizzare tre aspetti interconnessi della comunicazione visiva in cui è presente il corpo: 1) il rapporto tra la struttura comunicativa dell’immagine e l’atto enunciazionale della linguistica; 2) Il valore retorico della posa e del gesto; 3) la dimensione performativa implicata nella traslazione del corpo in immagine. Partendo dalla differenza tra leggere e guardare proposta da Barbieri (2011) ci si relazionerà all’immagine come suggerito da Maria Giulia Dondero (2020). Ponendo quindi, alla base il concetto di enunciazione enunciata come atto di mediazione tra langue e parole, per comprendere “da dove si guarda” e “come si guarda” un’immagine e come questa entra in relazione con lo spettatore. A questa riflessione generale sulla struttura comunicativa è importante aggiungere un aspetto specifico che caratterizza le immagini in cui è presente il corpo, ossia la posa e il gesto. Infatti, la posa porta con sé una dimensione sociale e culturale che accompagna la rappresentazione del corpo e che rende i corpi individuali, non semplici immagini, ma standard che altri individui cercano di imitare e attraverso i quali affermano la propria esistenza (Morris 1977; 2020). A seguito delle riflessioni di questi autori, l’obiettivo di questa tesi è quello di mostrare come sia la dimensione performativa, e non quella rappresentativa, a caratterizzare maggiormente la natura e forza comunicativa dei corpi inscritti nelle immagini. Queste immagini, in cui è sempre evidente la struttura comunicativa e la presenza della retorica del corpo, non servono a riprodurre o descrivere il proprio corpo in una determinata situazione ma sono veri e propri atti performativi. Infatti, le foto di Alexa Chung adempiono alla propria funzione soltanto nella misura in cui c’è disvelamento e affermazione del proprio Io attraverso la mediazione digitale e la presenza di un osservatore. La struttura di questa tesi consiste in tre diversi capitoli. Nel primo si presenterà e approfondirà la struttura della comunicazione visiva. Seguendo come linea guida gli studi semiotici dell’immagine di terza generazione (Fontanille 1989; Basso Fossali 2013; Beyaert-Geslin 2017) per poi evidenziare la specificità delle immagini in cui è presente il corpo. Nel secondo capitolo, si passerà ad analizzare la retorica del corpo focalizzandosi sul ruolo svolto dalla posa e sulla sua portata culturale e non solo specifica. Infine, nel terzo e ultimo capitolo, sarà possibile evidenziare la relazione tra i due elementi precedenti per poi passare all’aspetto performativo del corpo inscritto nelle immagini. Per rendere il più possibile concreta ed evidente la tesi della natura performativa delle immagini del corpo si analizzeranno le foto di Alexa Chung come esempio di disvelamento e affermazione

La performatività del corpo e la riproducibilità del gesto. Il caso di Alexa Chung tra moda, arte e comunicazione social.

BONFÀ, ELISABETTA
2021/2022

Abstract

Nel presente lavoro ci si occuperà della funzione comunicativa dei corpi inscritti nelle immagini. Nello specifico verrà presa in considerazione la presenza del corpo umano nelle immagini, nei ritratti o selfie postati sui social network, in particolare la piattaforma Instagram. La traslazione del corpo in immagine, infatti, trascende la dimensione puramente rappresentativa e descrittiva (Belting 2011) che può avere la foto di un panorama, poiché con ciò si entra nella dimensione dell’affermazione del Sé. Il presente lavoro si propone infatti, di identificare i tratti distintivi che rendono la comunicazione visiva non solo una rappresentazione ma un vero e proprio atto performativo. Per fare ciò si intende analizzare tre aspetti interconnessi della comunicazione visiva in cui è presente il corpo: 1) il rapporto tra la struttura comunicativa dell’immagine e l’atto enunciazionale della linguistica; 2) Il valore retorico della posa e del gesto; 3) la dimensione performativa implicata nella traslazione del corpo in immagine. Partendo dalla differenza tra leggere e guardare proposta da Barbieri (2011) ci si relazionerà all’immagine come suggerito da Maria Giulia Dondero (2020). Ponendo quindi, alla base il concetto di enunciazione enunciata come atto di mediazione tra langue e parole, per comprendere “da dove si guarda” e “come si guarda” un’immagine e come questa entra in relazione con lo spettatore. A questa riflessione generale sulla struttura comunicativa è importante aggiungere un aspetto specifico che caratterizza le immagini in cui è presente il corpo, ossia la posa e il gesto. Infatti, la posa porta con sé una dimensione sociale e culturale che accompagna la rappresentazione del corpo e che rende i corpi individuali, non semplici immagini, ma standard che altri individui cercano di imitare e attraverso i quali affermano la propria esistenza (Morris 1977; 2020). A seguito delle riflessioni di questi autori, l’obiettivo di questa tesi è quello di mostrare come sia la dimensione performativa, e non quella rappresentativa, a caratterizzare maggiormente la natura e forza comunicativa dei corpi inscritti nelle immagini. Queste immagini, in cui è sempre evidente la struttura comunicativa e la presenza della retorica del corpo, non servono a riprodurre o descrivere il proprio corpo in una determinata situazione ma sono veri e propri atti performativi. Infatti, le foto di Alexa Chung adempiono alla propria funzione soltanto nella misura in cui c’è disvelamento e affermazione del proprio Io attraverso la mediazione digitale e la presenza di un osservatore. La struttura di questa tesi consiste in tre diversi capitoli. Nel primo si presenterà e approfondirà la struttura della comunicazione visiva. Seguendo come linea guida gli studi semiotici dell’immagine di terza generazione (Fontanille 1989; Basso Fossali 2013; Beyaert-Geslin 2017) per poi evidenziare la specificità delle immagini in cui è presente il corpo. Nel secondo capitolo, si passerà ad analizzare la retorica del corpo focalizzandosi sul ruolo svolto dalla posa e sulla sua portata culturale e non solo specifica. Infine, nel terzo e ultimo capitolo, sarà possibile evidenziare la relazione tra i due elementi precedenti per poi passare all’aspetto performativo del corpo inscritto nelle immagini. Per rendere il più possibile concreta ed evidente la tesi della natura performativa delle immagini del corpo si analizzeranno le foto di Alexa Chung come esempio di disvelamento e affermazione
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